Atteso ritorno a Lecce per Marco Paolini in viaggio tra racconti che si trasformano in immagine

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LECCE – Si conclude con un appuntamento eccezionale IL TEATRO DEI LUOGHI FEST & FINETERRA 2018 che prosegue dal 14 luglio con appuntamenti nazionali e internazionali fra Italia, Albania e Kosovo: un festival multidisciplinare e transnazionale che terminerà con un grande protagonista del teatro contemporaneo.

Venerdì 14 settembre 2018 alle ore 21 atteso ritorno a Lecce per MARCO PAOLINI con una delle sue ultimissime narrazioni. Sarà il palcoscenico del Teatro Apollo ad ospitare, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale, TECNO FILÒ. Technology and me, una nuova tappa del suo teatro di parola, questa volta dedicata al recupero di una delle più salde tradizioni delle comunità familiari e di paese, il “filò” serale nel quale i nonni condividevano storie ed esperienze, attraverso una sorta di ritualità narrante dalla straordinaria forza aggregativa.

Uno spettacolo sulle tecnologie che riflette a voce alta e mette insieme piccole storie e ragionamenti. Un filò tecnologico, attraverso il quale narrare un tempo crisalide, il nostro.

In questo caos di informazioni spesso false, in questa mole schiacciante di dati, per Paolini il racconto orale ha ancora una sua straordinaria potenza. Insieme alla fisicità dell’incontro. “La rete serve ma è fondamentale avere un luogo fisico in cui trovarsi e il teatro potrebbe essere questo luogo”.

 

Oggi, invece, ci si connette agli altri attraverso computer e smartphone perennemente in rete, costantemente collegati ai social network e a tante agorà digitali. Lo spettacolo è una riflessione collettiva e ad voce alta su questi aspetti, riunendo tante piccole storie ed episodi del nostro tempo, come se un filo – o “filò” – tecnologico potesse colmare il gap fra un passato che sembra lontanissimo e un presente che stiamo cercando di decodificare.

[…] Non sono un esperto di Internet, non sono un utente dei social – spiega l’artista veneto nelle note di regia dello spettacolo – Non conosco la meccanica quantistica, né le neuroscienze e la fisica, né la robotica e le intelligenze artificiali. Ma tutto questo mi riguarda e mi interessa. So che la mia vita sta cambiando grazie o per colpa delle tecnologie che da queste innovazioni derivano e di cui faccio uso anch’io come i miei simili. Provo a riflettere a voce alta su questo mettendo insieme piccole storie unite da un filo di ragionamenti. Una volta, nelle veglie invernali si chiamavano filò le narrazioni degli anziani che raccontavano qualcosa di unico e prezioso. Senza presunzione di riuscirci ritengo necessario provare a narrare il nostro tempo […]
Marco Paolini è attore, autore e regista, dagli anni settanta al 1994 fa parte di vari gruppi teatrali. È in uno di questi, il Teatro Settimo di Torino, che inizia a raccontare storie. Nascono così le sue raccolte, gli “Album”. Noto al grande pubblico per “Il racconto del Vajont”, si distingue quale autore e interprete di narrazioni di forte impatto civile e per la capacità di raccontare il cambiamento della società attraverso i dialetti e la poesia. Nel 1999 ha fondato la Jolefilm, la società con cui produce tutti i suoi spettacoli e con cui sviluppa la passione per il documentario e il cinema, realizzando opere che hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico e di critica. Nel 2017 debutta con giovani attori del Teatro Nazionale Palestinese in “Amleto a Gerusalemme” e con un nuovo Album, “Le avventure di Numero primo”, dedicato alla tecnologia. All’aspetto più propriamente “sociale” della sua poetica, Paolini ha abbinato il recupero in chiave narrativa dei dialetti e della narrativa popolare. Paolini ama definirsi “appassionato di mappe, di treni e di viaggio” e traccia i suoi racconti con un’attenzione speciale al paesaggio, ai suoi mutamenti e alla relazione dello spazio con il tempo che passa.