Muto Musicale, domenica 16 giugno Daniele Sepe e Alessandro D’Alessandro musicano il film “Preferisco l’ascensore”

475

CORIGLIANO D’OTRANTO – Proseguono gli appuntamenti di Muto Musicale, la rassegna di cinema muto musicato dal vivo organizzata da Passo Uno produzioni con la direzione artistica di Massimo Donno. Domani, domenica 16 giugno, alle 21,30 presso l’Associazione Lu Mbroia Art Lab di Corigliano d’Otranto, per il quarto appuntamento è in programma la proiezione del film Preferisco l’ascensore di Fred C.Newmeyer e Sam Taylor (1923), con Harold Lloyd che sarà musicato dal vivo da Daniele Sepe e Alessandro D’Alessandro.

 

La rassegna è finanziata dalla Regione Puglia nell’ambito del Programma Straordinario 2018 in materia di Cultura e Spettacolo.

 

Daniele Sepe, eccellenza italiana del sax, compositore e sassofonista, vanta decine di produzioni discografiche ed altrettanti riconoscimenti (tra i quali il Premio Tenco). Numerose le collaborazioni nel cinema – la colonna sonora di Amnèsia di Gabriele Salvatores –  in ambito jazz con Stefano Bollani, Roberto Gatto, nella world music e musica d’autore con Teresa de Sio, 99 Posse, Vinicio Capossela e molti altri. Alessandro D’Alessandro è un organettista e compositore, vincitore con Canio Loguercio della Targa Tenco 2017 per il miglior album in dialetto. D’Alessandro si divide tra sonorizzazioni, teatro, musica d’autore (recente la sua collaborazione con Sergio Cammariere) ha collaborato, tra gli altri, con Angelo Branduardi, Franco Battiato, Riccardo Tesi, Marc Perrone, Dan Moretti, Peppe Barra, Eugenio Barba & Odin Teatret, Lino Cannavacciuolo.

 

I due musicisti domani sera, alle 21.30 a Corigliano, musicheranno dal vivo con musiche originali il film Preferisco l’ascensore la pellicola più famosa con l’attore Harold Lloyd, un cult la scena – considerata l’immagine più celebre del cinema comico muto – in cui il protagonista si aggrappa alle lancette di un orologio, al di sopra di una strada trafficata per pubblicizzare il suo negozio. Harold Lloyd fu uno dei più grandi comici del cinema muto, l’idea vincente della sua carriera fu quella di indossare abiti “normali”, abbandonando ogni forma di caricatura, allontanandosi così dal modello Chapliniano. Le sue gag più tipiche nascono da una sapiente capacità di equilibrare suspense e sorpresa, ad esempio in Preferisco l’ascensore lo spettatore è indotto a interpretare come gli ultimi attimi di un condannato a morte quella che, grazie a un allargamento di campo, si rivela essere solo una scena d’addio in una stazione.