Il programma del weekend del Salento Book Festival

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SALENTO – Con il mese di luglio il Salento Book Festival è entrato nel periodo più intenso. Sino a lunedì 29, nei sei comuni della provincia di Lecce coinvolti quest’anno, si alterneranno trenta appuntamenti, tra laboratori creativi per bambini, reading, presentazioni di libri, tutti a ingresso gratuito, con gli scrittori delle più importanti case editrici nazionali, ma anche personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, del giornalismo e della società civile, per incontrare i gusti diversi dei tanti lettori e appassionati.

Venerdì 5 luglio il Salento Book Festival fa tappa nella stessa serata in due differenti comuni. Si parte da ARADEO. In Piazza San Nicola alle ore 20.30 l’attore e sceneggiatore romano Marco Bonini presenta il suo primo romanzo dal titolo “Se ami qualcuno dillo” (Longanesi).

Una storia familiare di crescita e redenzione. L’emozionante esordio narrativo di un attore molto amato.

Mio padre è la chiave di volta di tutta la mia vita. È il modo in cui guardo mia madre, gioco con mio figlio, sorrido a una donna. Proprio per questo è anche il principio generativo di quasi tutti i miei problemi.

Roma, anni Ottanta. Marco, dieci anni, è innamorato cotto. Daniela è la bambina più bella del cortile e lui se la guarda tutti i giorni dal balcone. L’amore non corrisposto lo sta consumando, ma in casa c’è qualcuno molto più irritato di lui. Sergio, suo padre, non crede ai propri occhi: il suo figlio maggiore, rimbambito appresso a una femmina? Poi un pomeriggio, imbambolato dall’apparizione di Daniela sul terrazzo di fronte, Marco si lascia sfuggire una biglia che precipita per sette piani, centrando il parabrezza della macchina della signora Lelle. Sergio esce, guarda di sotto e finalmente urla contro il figlio il suo inappellabile Primo Comandamento: «Lo vedi a innamorasse che succede?… solo guai! Lascia stà le donne, so’ solo ‘na perdita de tempo».

Roma, estate 2000. Marco, ventotto anni, fa l’attore, guida una decappottabile inglese e non si innamora più da un pezzo. Poi una mattina un telefono squilla in una stanza buia e cambia tutto. Sergio ha avuto un infarto, è in coma e potrebbe non risvegliarsi. La storia di Marco e di suo padre inizia da qui, dall’attimo in cui sfiorano la fine. L’infarto non uccide il corpo di Sergio ma resetta il suo cervello: al risveglio il vecchio Sergio, l’uomo tutto d’un pezzo che non sapeva fare una carezza ai suoi figli o dire ti amo a sua moglie (la quale, non a caso, l’ha lasciato), non c’è più. Al suo posto è arrivato un alieno, imprevedibile, folle e delizioso come un neonato che deve imparare da capo tutto del mondo degli uomini. Il nuovo Sergio non sa leggere né scrivere, ma balla, ride e sa quando fare una carezza o una dichiarazione d’amore. Sergio sa essere finalmente felice e sa insegnarlo agli altri. Marco è ancora in tempo per apprendere la nuova lezione?

Incontra l’autore Maria Neve Arcuti.

Sempre venerdì 5 luglio a NARDÒ, in Piazza Cesare Battisti, alle ore 21.30 Marco Travaglio presenta “Perché No Tav” (Paper First). Un libro che raccoglie per la prima volta alcune delle più autorevoli personalità che si battono da sempre contro la Torino-Lione: Marco Travaglio, Erri De Luca, Marco Revelli, Tomaso Montanari, Luca Mercalli, Angelo Tartaglia, Livio Pepino, Alessandra Algostino, Claudio Giorno, Chiara Sasso, Luca Giunti. Per la prima volta le più autorevoli personalità che si battono da sempre contro la Torino-Lione si ritrovano in un libro.

“L’impresa non è mai stata delle più semplici: difendere, anzi nobilitare, anzi beatificare una “grande opera” tanto inutile quanto inquinante che scaverebbe un buco di 60 chilometri nella montagna e un altro di almeno 10 miliardi in quel che resta del bilancio dello Stato per far risparmiare un’oretta nel trasporto di merci prive di qualsivoglia fretta: il Tav Torino-Lione, concepito 29 anni fa, nel 1990, quand’era appena caduto il Muro di Berlino, al governo c’erano Andreotti e Cirino Pomicino e alle Ferrovie Lorenzo Necci, tutti puntualmente spazzati via da Tangentopoli o peggio da Mafiopoli”.

Un volume che è anche manifesto di un pensiero: quello di chi lotta contro il trasversale partito del cemento, pronto a speculare sulla regina delle grandi opere: il Tav. Imprenditori, o meglio “prenditori”, che vanno a braccetto con politici e vecchie cariatidi di sistema interessate direttamente all’affare. E chi si riempie la bocca di paroloni come “futuro”, “sviluppo”, “modernità” forse non sa che in quasi venti anni di studi e carotaggi abbiamo già buttato oltre un miliardo e mezzo e tenuto la Val di Susa in stato d’assedio permanente. La relazione ministeriale costi-benefici – che pubblichiamo integralmente – certifica che la realizzazione del tunnel di base avrebbe un saldo negativo di circa 7 miliardi di euro. Un motivo sufficiente per dire una volta per tutte “No Tav”.
Ognuno degli autori di questo libro affronta un tema specifico del dissenso per spiegare perché quel tratto di alta velocità conviene solo a pochi.

Sabato 6 luglio tappa a GALATONE. Due appuntamenti all’interno del Palazzo Marchesale. Si comincia alle ore 20.30. Il giornalista e saggista Aldo Cazzullo presenta “Giuro che non avrò più fame” (Mondadori).

Ora l’Italia è di nuovo un Paese da ricostruire. La lunga crisi ha fatto i danni di una guerra. Per questo dovremmo ritrovare l’energia e la fiducia in noi stessi di cui siamo stati capaci allora.

«Anche oggi siamo un Paese da ricostruire. Vediamo come abbiamo fatto l’altra volta.»

Il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu Via col vento. Molte si identificarono in una scena: Rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «Giuro che non soffrirò mai più la fame!». Quel giuramento collettivo fu ripetuto da milioni di italiane e di italiani. Fu così che settant’anni fa venne ricostruito un Paese distrutto. Come scrive Aldo Cazzullo, «avevamo 16 milioni di mine inesplose nei campi. Oggi abbiamo in tasca 65 milioni di telefonini, più di uno a testa, record mondiale. Solo un italiano su 50 possedeva un’automobile. Oggi sono 37 milioni, oltre uno su due. Eppure eravamo più felici di adesso». Ora l’Italia è di nuovo un Paese da ricostruire. La lunga crisi ha fatto i danni di una guerra. Per questo dovremmo ritrovare l’energia e la fiducia in noi stessi di cui siamo stati capaci allora. Cazzullo racconta l’anno-chiave della Ricostruzione, il 1948. Lo scontro del 18 aprile tra democristiani e comunisti. L’attentato a Togliatti e l’insurrezione che seguì. La vittoria al Tour di Bartali e l’era dei campioni poveri: Coppi e il Grande Torino, cui restava un anno di vita. Le figure dei Ricostruttori, da Valletta a Mattei, da Olivetti a Einaudi. Il ruolo fondamentale delle donne, da Lina Merlin, che si batte contro le case chiuse, ad Anna Magnani, che porta al cinema la vita vera. L’epoca della rivista: Wanda Osiris e Totò, Macario e Govi, il giovane Sordi e Nilla Pizzi. Ma i veri protagonisti del libro sono le nostre madri e i nostri padri. La loro straordinaria capacità di lavorare e anche di tornare a ridere. Il racconto di un tempo in cui a Natale si regalavano i mandarini, ci si spostava in bicicletta, la sera si ascoltava tutti insieme la radio; e intanto si faceva dell’Italia un Paese moderno.

Incontra l’autore Emanuele Gatto con le letture di Antonio Calò.

A seguire, alle ore 21.30, Walter Veltroni con “Roma” (Rizzoli) il nuovo libro con cui l’ex sindaco della capitale d’Italia traccia un bilancio delle sue amministrazioni e invita la sinistra a ripartire dai migranti.

Il diario dei giorni che Walter Veltroni ha vissuto da sindaco di Roma, succedendo a Francesco Rutelli. Il resoconto dal vivo di un’esperienza di governo e di una stagione in cui Roma cresceva, in Pil e occupazione, tre volte più del resto del Paese.

«Un architetto e un sindaco hanno molte cose in comune. Innanzitutto, la città. L’architetto ne pensa gli spazi, ma è il sindaco che li carica di valori» – Renzo Piano

«Finito di leggere mi chiedo: ma poi che è successo? Tutto si è fermato, ma quando è stato? Sarà possibile ricominciare?» – Gigi Proietti

Questo è il diario dei giorni che Walter Veltroni ha vissuto da sindaco di Roma, succedendo a Francesco Rutelli che aveva determinato la ripresa della capitale. È il resoconto dal vivo di quella esperienza di governo, dei giorni fondamentali di una stagione in cui Roma cresceva, in Pil e occupazione, tre volte più del resto del Paese, in cui si diede vita a una politica sociale e di inclusione che comportò idee inedite e mezzi nuovi. In cui si affrontò il tema centrale della “ricucitura” di Roma, mettendo le periferie al primo posto. Le periferie che allora premiarono, con il consenso, quella esperienza di governo. È la città di cui i giornali internazio-nali parlavano in termini di “Rinascimento di Roma”. In queste pagine si racconta del piano regolatore approvato in consiglio comunale dopo cento anni e del piano regolatore sociale, esperienza innovativa di pratiche di ricucitura della città. Si racconta delle grandi opere e della ricerca di un segno architettonico contemporaneo, della politica per la scuola, della vera situazione finanziaria del comune e del-le scelte ambientali, della lotta all’abusivismo edilizio e della cultura come volano di crescita umana ed economica. Come in tutte le avventure ci sono momenti di gioia e momenti di dolore, esperienze esaltanti ed episodi commoventi: la grande fiaccolata della pace su via dei Fori Imperiali all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle, il crollo della palazzina in via Ventotene in seguito a una fuga di gas, la serata inaugurale del nuovo Auditorium firmato da Renzo Piano, che i romani aspettavano dal 1936, e l’atto di coraggio di un senzatetto che salva cinque ragazze da due rapinatori. Il programma di Veltroni nasce dalla “consapevolezza che una città cresce solo se lo fa insieme, senza separazioni tra centro e periferie, se è una comunità unita”. Ed è proprio il senso di comunità che emerge da ogni riga di questo racconto in prima persona. Insieme all’amore dell’autore per Roma e la sua gente: un amore che non conosce discriminazione di sesso, età, stato sociale e colore della pelle.

Incontrano l’autore Lara Napoli e Valentino Moretto

Domenica 7 luglio appuntamenti a CORIGLIANO D’OTRANTO e NARDO’.

Si parte alle ore 20 dal comune griko. Sulle Terrazze del Castello protagonista sarà Barbara Palombelli che presenta “Mai fermarsi” (Rizzoli), intervistata dal direttore artistico del Salento Book Festival Luca Bianchini. La giornalista e conduttrice tv in questo libro si racconta senza segreti, dalla carriera alla vita privata

Barbara Palombelli racconta con dolcezza e ironia gli affetti e gli eventi che l’hanno accompagnata, coinvolgendo noi tutti nelle sue peripezie di bambina, ragazza, donna. In queste pagine dense di emozioni si scopre il mondo di una donna che ha avuto il coraggio di correre dietro ai suoi sogni.

«Mi sembra di essere cambiata pochissimo: il mondo attorno a tutti noi, invece, corre così veloce che mi è tornata la voglia di fermarmi, di nuovo, per raccontare come eravamo e come mai siamo diventati così. Non ho mai avuto tempo per chiedermi se ero felice.»

Il segreto di Barbara Palombelli è vivere tutto in presa diretta, senza filtri, in uno slancio continuo di rigore ed entusiasmo che non conosce tregua. Dall’infanzia negli anni Cinquanta («una realtà libera come nessun asilo potrà mai essere») all’avventura della conduzione di «Forum» («un transatlantico da guidare tutti i giorni, su cui si provano emozioni incredibili»), l’autrice racconta con dolcezza e ironia gli affetti e gli eventi che l’hanno accompagnata, coinvolgendo noi tutti nelle sue peripezie di bambina, ragazza, donna. «Ero una bambina preoccupata», scrive «sono una donna ancora preoccupata». L’impegno continuo e costante, nel lavoro come nella vita famigliare, è stato il suo segreto. Nella sua valigia dei ricordi ci sono le ginocchia sbucciate di una bambina irrequieta, un’educazione rigorosa ma libera, il rumore delle macchine da scrivere nelle redazioni dei giornali, Roma con i suoi giardini e le sue strade, con le sue case e i salotti. E poi quattro figli, di cui tre adottati dopo lunghe battaglie, una famiglia che sembra un circo, gli amici, i maestri, i compagni di viaggio. In queste pagine dense di emozioni si scopre il mondo di una donna che ha avuto il coraggio di correre dietro ai suoi sogni. «Non ho mai buttato un minuto della mia vita o del mio corpo. Le persone con cui ho vissuto i momenti più belli le amerò per sempre.»

A seguire, il SBF torna NARDÒ, per due appuntamenti in Piazza Pio XI. Alle ore 21.30 Giancarlo De Cataldo presenta “Alba nera” (Rizzoli), un romanzo in cui il magistrato e scrittore, autore fra l’altro di Romanzo Criminale e Suburra, diventati film e serie tv di culto, esplora in apnea l’abisso del presente, l’incubo collettivo infestato da hater e uomini che odiano le donne, da sadici torturatori e mercanti di carne umana, da gattopardeschi potenti e nuovi padroni.

Quando l’odio diventa il business migliore, solo il primo raggio di un’alba spietata può rischiarare le tenebre che ci avvolgono.

A qualcosa tutto questo odio dovrà pur servire

Dicono che i tempi sono cambiati. E invece è l’Italia di sempre, che esibisce il suo ghigno feroce. Lo sa bene il commissario Alba Doria. Sospesa tra la luce e il buio, Alba è affetta da un micidiale disturbo della personalità. Lo chiamano la Triade Oscura, misto di narcisismo, sociopatia e abilità manipolatoria, capace di ispirare i peggiori criminali o sostenere i vincenti che conquistano la cima della piramide. Ma neanche la mente più lucida può considerare ogni variabile. Così quando il fantasma di un assassino, che tutti credevano morto, torna a colpire, la Doria dovrà vedersela con i segreti del passato. Tanto più che a tornare sono anche il Biondo e il dottor Sax, rispettivamente il compagno e l’amico di quei giorni lontani: poliziotto irruente e tormentato, il primo; funzionario dei Servizi e virtuoso del jazz, il secondo. Toccherà ad Alba chiudere i giochi nelle pieghe di una Roma trasformata in una metropoli sudamericana, popolata da reietti che vivono in veri e propri slum dove vige la legge del più forte.

Incontra l’autore Valeria Blanco.

A seguire, alle ore 22.30, protagonista sarà ancora Barbara Palombelli con “Mai fermarsi” (Rizzoli), sempre accanto a Luca Bianchini.

Il SBF continuerà fino al 29 luglio. Dopo la pausa di lunedì 8, tornerà in scena per altri sei giorni consecutivi ospitando Simona Sparaco, Chiara Francini, Anna Laura Giannelli, Lercio, Franco Di Mare, Roberto Saviano, Costantino D’Orazio, Lorenzo Marone. Altri ospiti del mese saranno Roberta Bruzzone, Rita Dalla Chiesa, Vittorio Sgarbi, Paolo Gentiloni.
Un solo evento per il mese di agosto, lunedì 26, a Galatina, con Stefano Benni.

Piazze, castelli, sagrati, vicoli e corti diventano teatro per occasioni di discussione e confronto attorno ai libri, su scenografie di pietra leccese e carparo o di azzurro mare, a confermare il legame profondo della manifestazione con il territorio.