La storia di Giuseppe Capodieci, corriere di Latiano

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LATIANO – La seguente vicenda si inserisce in un contesto storico ben preciso, pertanto appartiene più alla storia che non alla leggenda. Tuttavia cos’è la leggenda se non una mitizzazione della storia?

Nel 1799, sull’onda delle idee giacobine portate dalle armate francesi, si costituì la Repubblica Partenopea e, come logica conseguenza, il sovrano Ferdinando IV di Borbone fuggì in Sicilia, da dove lanciò un proclama ai suoi partigiani, incitandoli alla rivolta contro i Giacobini ed i loro alleati francesi. Si organizzarono così, in tutto il regno, bande armate di cittadini, i Sanfedisti, che dettero vita ad una vera e propria rivolta antifrancese. Le più note erano quelle riunitesi in Calabria, al comando del cardinale Ruffo di Calabria.

Da Brindisi partì un esercito sanfedista di 400 uomini, comandati da due avventurieri: Boccheggiampe e De Cesare, che si lasciavano passare, rispettivamente, per il fratello del sovrano e per il Duca di Sassonia. Al passaggio da Latiano, il 22 febbraio, aderì alla causa anche il corriere del paese, tale Giuseppe Capodieci. Il gruppo proseguì il suo cammino verso Francavilla Fontana, Oria, Manduria e Taranto, facendo proseliti, quindi proseguì in direzione di Ostuni e Fasano, che furono saccheggiate e devastate. Il 9 marzo veniva cinta d’assedio Martina Franca, covo di Giacobini, che il giorno seguente era costretta a capitolare. Mentre il resto della massa si abbandonava al saccheggio ed al massacro dei simpatizzanti la causa giacobina, Giuseppe Capodieci entrò in un’abitazione gentilizia, dove vide una famiglia composta da padre, madre e sette figli piccoli che pregavano davanti ad un’immagine della Madonna, come se fosse giunta la loro ultima ora. Commossosi, il Capodieci si affacciò all’uscio e disse ai suoi:

– Qui tutto è fatto! Passate oltre! –

Quando l’ultimo dei Sanfedisti fu passato, rientrò nell’abitazione, rassicurando la famiglia dello scampato pericolo. Il capofamiglia, allora, offrì al Capodieci un gioiello carico di gemme preziose ma questi, distogliendo lo sguardo, fissò una sciarpa di seta verde appesa al muro.

– Prendo questa. –

Disse ed uscì rapidamente dalla casa.

Rientrato a Latiano riprese il suo lavoro di corriere e tutti coloro che lo videro, notarono una sciarpa di seta verde annodata al collo, dalla quale non si separava mai.

 

Cosimo Enrico Marseglia