Domenica 12 gennaio “Ballando sulla soglia: clow ed empatia” con Robert McNeer per “Training session” su teatro sociale e di comunità a Lecce

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LECCE – Domenica 12 gennaio (ore 16:30 – ingresso libero) al Museo Castromediano di Lecce appuntamento con “Ballando sulla soglia: clow ed empatia”. La dimostrazione aperta al pubblico a cura di Robert McNeer rientra nel programma della “Training session” su teatro sociale e di comunità prevista da Cross the Gap, progetto cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di cooperazione Interreg V-A Grecia-Italia 2014-2020. Diciassette partecipanti italiani e greci (giovani, studenti, operatori, genitori, pubblico), selezionati attraverso una call pubblica, dal 3 al 15 gennaio partecipano a questa importante occasione di formazione diretta da esperti, pedagoghi, artisti di riconosciuta fama nazionale ed internazionale con  rilevanti esperienze, conoscenze e competenze  nell’ambito del teatro sociale e di comunità con particolare riferimento al rapporto fra teatro, performing art e disabilità. Partite il 3 gennaio con il laboratorio di Damiano Scarpa, socio fondatore della associazione culturale e teatrale “Alcantara”, le attività sono andate avanti con gli interventi di Antonio Viganò (fondatore del Teatro la Ribalta, Premio speciale UBU 2018 per la qualità artistica e politica del lavoro) e Michele Comite (performer che da anni crea spettacoli, performance, eventi e workshop di danceability). Dall’11 al 15 gennaio i protagonisti delle ultime sessioni di lavoro saranno Vincenzo Toma (danzatore, attore e regista teatrale e cinematografico – premio Eolo e premio nazionale della critica – conduttore di percorsi formativi e laboratori di teatro sociale) e proprio l’attore e regista Robert Mcneer. “In 20 anni di lavoro su Clown e disabilità, ci siamo innamorati della capacità comunicativa dell’empatia”, sottolinea. “Liberandosi delle costrizioni dell’(auto)giudizio, il clown può spostare la sua attenzione sul gioco puro, una gioiosa (e fondamentalmente sociale) scoperta. Gli attori diversamente abili hanno una presenza scenica notevole, ignorando questioni di intento e risultato, per vivere il godimento puro del rapporto. Quindi lo scopo non è di trovare forme o tecniche, ma di esplorare un atteggiamento del mettersi in gioco senza giudizio. Offriamo una “porta aperta” sulla nostra metodologia seriamente ludica, con persone di abilità e esperienze miste”. Sino al 6 gennaio il progetto ha incrociato anche il programma di “Kids. Festival del teatro e delle arti per le nuove generazioni” con il convegno “Buone pratiche nel teatro e disabilità”, guidato dal critico Andrea Porcheddu (sabato 4 gennaio) e il focus “Teatro e disabilità” con alcuni spettacoli delle migliori compagnie che si occupano del settore.