Battaglie in Puglia: Altri effetti del conflitto fra Carlo V e Francesco I

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Nelle scorse settimane abbiamo visto come il conflitto fra il sovrano francese Francesco I di Valois e quello spagnolo, nonché imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V d’Asburgo, abbia prodotto effetti anche in Terra d’Otranto, in particolare con i tre scontri avvenuti in Contrada “San Giuliano”, fra Leverano e Porto Cesario, che vide il successo francese, in contrada “Pergolaci”, fra Gallipoli ed Alezio, con la conseguente presa di Parabita da parte degli Spagnoli, ed infine a Squinzano, vicino alla masseria San Luca, con la definitiva vittoria in terra nostrana delle forze iberiche. Tuttavia anche il resto della regione, sia la Terra di Bari, sia la Capitanata, da lungo tempo contesa fra le opposte fazioni, furono teatro di scontri violenti. Particolarmente pesante per le popolazioni pugliesi fu la cosiddetta in gergo “Guerra di Lotrecco”, dal nome del comandate delle armate francesi, Odet de Foix Signore di Lautrec, cui si opponeva il capitano Philibert del Chalon, Principe d’Orange, che nonostante fosse anch’egli transalpino, comandava le forze di Carlo V.
Nei primi mesi del 1528 le armate francesi, provenienti dalla Campania, investono violentemente prima la Capitanata, poi la Terra di Bari. Sotto la pressione delle forze del Lautrec cadono in rapida successione Serracapriola, Lucera, Foggia, Troia, San Severo ed Andria. Le alterne vicende delle armate contrapposte determinano che tali centri vengano sottoposti al saccheggio ora dell’uno, ora dell’altro esercito mentre, nelle campagne, si scatena la razzia del bestiame e l’incendio delle messi. Nel frattempo la Repubblica di Venezia, alleata dei Francesi ed interessata a riprendere possesso dei porti pugliesi, scatena una violenta offensiva lungo le coste della regione e nell’estate del 1528 solo quattro porti pugliesi: Manfredonia, Otranto, Gallipoli e Taranto non cadono in mano ai franco-veneti.
I successi francesi, inoltre, scatenano la defezione di diversi signori che abbandonano Carlo V, primi fra tutti il Principe di Melfi e Signore di Ascoli, Giovanni Caracciolo, il Duca di Gravina e Signore di Matera, Canosa e Terlizzi, Ferrante Orsini, il Marchese di Corato Ladislao d’Aquino, il Conte di Ruvo Francesco Carafa ed il già incontrato Francesco del Balzo Conte di Ugento, ai quali ben presto si uniscono Giampaolo Cossa Conte di Troia, Pietro Stendardo Signore di Bovino e Biccari, Gian Donato Della Marra Marchese di Capurso e Nicola Maria Caracciolo Marchese di Castellaneta. Intanto gli abitanti di Trani, in ricordo dei tempi in cui la città apparteneva alla “Serenissima”, aprono le porte alla flotta veneta inneggiando a “San Marco”.
Il primo colpo di scena nella contesa avviene il 15 agosto 1528, quando il Lautrec, già sconfitto a Squinzano, viene ucciso durante l’assedio di Napoli. Successivamente l’intervento della flotta genovese al fianco di Carlo V fa nuovamente pendere la bilancia dalla sua parte. Infine la vittoria delle armate spagnole in Lombardia costringe il sovrano francese Francesco I a siglare la pace di Cambrai il 3 agosto 1529. Qualche giorno prima, il 28 luglio, la città di Molfetta, spaccata in due fra la fazione nobiliare filo-francese e quella popolare filo-spagnola, veniva sottoposta ad un duro sacco dalle forze veneziane.
Nonostante la pace, in Puglia la riconquista dei porti da parte delle armate spagnole si dimostrò alquanto ardua, per la resistenza opposta dai baroni filo-francesi ma anche da quella dei Veneziani che ne avevano fortificato i porti. Soltanto il 23 dicembre del 1529, la Serenissima siglò a Bologna la rinuncia al possesso di alcuni porti pugliesi, consegnando a Carlo V le città di Trani, Barletta e Monopoli. Tuttavia la contesa si dimostrò un vero flagello per la Puglia che ne uscì letteralmente prostrata.

Cosimo Enrico Marseglia