Il Castello di Monte Sant’Angelo e il fantasma della Dama vestita di bianco

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MONTE SANT’ANGELO (Foggia) – Le prime notizie relative all’edificazione di una struttura fortificata a Monte Sant’Angelo risalirebbero all’837, ad opera del Vescovo di Benevento e Siponto Orso I. Sicuramente doveva trattarsi di un fortilizio bizantino. Nel XI secolo furono prima il Conte di Aversa Rainulfo, quindi Roberto il Guiscardo, ad edificare insieme alla cinta muraria cittadina anche la Torre dei Giganti, nucleo originario del castello con un’altezza di 18 metri, uno spessore delle mura di 3 metri ed una pianta pentagonale, che ben presto divenne un importante baluardo a difesa del Gargano. Sempre in epoca normanna fu edificata anche la Torre Quadra. Inoltre esistevano delle aree residenziali, in cui trovavano alloggio il comandante del presidio e gli ufficiali, e ambienti adibiti a magazzini, scuderie, cisterne per i rifornimenti idrici, falegnameria, forno e chiesetta. Successive modifiche, come ad esempio la Sala del Tesoro, furono operate da Federico II di Svevia che, tra l’altro, dimorò nella fortezza insieme alla Contessa Bianca Lancia, sua amante prediletta e madre di suo figlio Manfredi e di altre due figlie.

Sotto la dominazione angioina il castello fu tristemente noto come prigione, ubicata nei sotterranei della Torre dei Giganti, in cui furono reclusi personaggi celebri come la Principessa sveva Filippa d’Antiochia che proprio qui morì nel 1273, e la Regina di Napoli Giovanna I che molto probabilmente fu uccisa nella fortezza. Inoltre nel Castello di Monte Sant’Angelo nacque il Re di Napoli e d’Ungheria Carlo III d’Angiò – Durazzo.

Subentrati sul trono gli Aragonesi, la cui influenza stilistica è particolarmente evidente nella struttura, venne costruito il Torrione a Mandorla e scavato un fossato che poteva essere scavalcato da un ponte levatoio ligneo, ora sostituito da uno in pietra. Nel periodo compreso fra il 1491 ed il 1497 furono effettuati alcuni adeguamenti e rinforzi ad opera dell’Ingegnere Militare Francesco Martini, per rendere la struttura idonea a resistere all’urto delle armi da fuoco, specialmente delle artiglierie. In questo periodo venne eretto anche il Torrione di Testata, caratteristico per la sua forma a carena di nave e che riporta come data l’anno 1493. Nel tempo il castello venne rinforzato con due torri tronco-coniche, e da cortine munite di feritoie.

Nel 1552 il maniero, con l’intero feudo, furono acquistati dalla famiglia Serra Grimaldi alla quale ne sarebbero successe delle altre sino al 1802, quando fu ceduto al Municipio che, nel 1810, ne divenne definitivamente proprietario. Ad opera del Comune di Monte Sant’Angelo negli ultimi secoli sona stati effettuati diversi lavori di restauro.

La fortezza ha una pianta trapezoidale irregolare, allungata all’angolo orientale che termina nel bastione a carena di nave. Si accede all’interno attraverso un portone, dopo aver scavalcato il fossato sul ponte di pietra a due arcate, e subito si trova sulla destra il corpo di guardia con adiacenti le scuderie e l’armeria. Sul lato opposto una prima porta permette di accedere all’esterno, mentre una seconda consente di raggiungere, attraverso una scala, la sommità del bastione a carena. Procedendo dritti, invece, si giunge al cortile interno delimitato dalle postazioni per la difesa del fossato e dalle due torri cilindriche, fra le quali è posto il portale del corpo di fabbrica centrale. Attraverso un’altra scala si sale al piano superiore ed è possibile visitare la Sala del Tesoro, caratterizzata da un soffitto a volte sostenuto da un unico grosso pilastro al centro ed illuminata da una sola finestra. La stessa scala consente di accedere agli appartamenti residenziali.

E veniamo adesso all’aspetto misterioso del Castello, al cui interno pare a volte sia visibile lo  spettro di una donna. Si tratterebbe di un fantasma che il maniero divide col Castello di Gioia del Colle, quello di Bianca Lancia che, secondo i racconti popolari, venne rinchiusa a causa della gelosia di Federico II di Svevia. Giunta al culmine della disperazione, a causa della lontananza dall’amato, Bianca si sarebbe gettata dal torrione. Secondo alcuni testimoni, nelle notti d’inverno è possibile scorgere fra le mura del castello una dama vestita di bianco, i cui lamenti ed il pianto possono essere uditi nel sibilo del vento.

 

Cosimo Enrico Marseglia