Leggenda pugliese: La filatrice infingarda

1728

CORIGLIANO D’OTRANTO (Lecce) – Molto tempo addietro viveva a Corigliano d’Otranto una fanciulla bellissima che ambiva a diventare principessa. Tuttavia non voleva saperne niente di filare, un lavoro tipicamente femminile all’epoca, che tutte, signore o popolane, dovevano svolgere. La madre della ragazza era disperata ed un giorno, persa la pazienza, cominciò a rimproverare la figlia ad alta voce, ed invocò l’intervento della misericordia. Caso volle che, proprio in quel frangente, passasse nelle vicinanze un principe che, incuriosito, chiese alla donna cosa stesse accadendo. Questa rispose:

– “È colpa di mia figlia, Signore, non fa altro che filare e filare, vuole soltanto filare.” –

Il principe, avendo ammirato la bellezza della fanciulla, la condusse nel suo castello e, dopo averla accompagnata in una stanza stracolma di lana da filare, le disse:

– “Se la filerai tutta diventerai mia sposa!”-

Rimasta sola nella stanza la fanciulla cominciò a disperarsi, combattuta fra l’ambizione di diventare principessa e la montagna di lana da filare. Dopo tre giorni il principe tornò per controllare il lavoro, accorgendosi che non era ancora stato iniziato.

– “Perché non lavori?” – Chiese alla fanciulla.

– “Sento la mancanza di mia madre.” – Fu la risposta.

Il principe si commosse, tuttavia aggiunse:

– “Sbrigati a filare, altrimenti non diventerai mai mia sposa.” – Quindi andò via.

Passarono altri giorni, senza che la fanciulla avesse dato inizio ad alcun lavoro, l’unica cosa che riusciva a fare era lamentarsi. Una mattina, affacciatasi alla finestra, vide tre commari. La prima aveva un piede ingrossato da far paura, la seconda il labbro inferiore tumefatto, la terza un dito bitorzoluto.

– “Perché ti lamenti?” – Le chiesero.

La fanciulla spiegò loro i motivi della sua disperazione. Le tre commari, allora, le dissero:

– “Stai tranquilla. faremo noi il lavoro per te, a condizione che ci inviti alle tue nozze.”

La ragazza acconsentì e subito fece entrare le tre donne che, in pochi giorni, filarono tutta la lana.

Fu così stabilita la data delle nozze ed una settimana prima la ragazza chiese al principe il permesso di invitare tre sue cugine alla cerimonia. Questi non trovò nulla in contrario, tuttavia il fatidico giorno, accortosi della bruttezza delle tre donne, chiese loro il motivo delle loro malformazioni.

– “Ho il piede ingrossato in questo modo a furia di girare l’aspo.” – Rispose la prima.

– “Il mio labbro è tumefatto a furia di bagnare il filo.” – Fece la seconda.

– “Il mio dito è bitorzoluto a forza di torcere la lana” – Disse la terza.

Intimorito dalla paura che anche la sua sposa potesse ridursi in quello stato, il principe la raggiunse e le impose:

– “Moglie mia, ti ordino di non filare mai più per tutto il resto della tua vita!” –

Fu così che la fanciulla raggiunse il suo scopo, diventando principessa senza aver mai filato un centimetro di lana.

 

Cosimo Enrico Marseglia