Leggenda pugliese: I maghi di Massafra

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MASSAFRA (Taranto) – Sembra che la città di Massafra fosse stata, nelle epoche passate, particolarmente famosa per i suoi maghi, i “Masciari”, secondo il gergo salentino, capaci di operare diverse e svariate fatture, tra cui in special modo quelle relative alla confezione di filtri e pozioni d’amore. I loro nomi sono ancora vivi nell’immaginario degli abitanti del luogo: “Peppinu ‘u Mandugliese”, “Zi Vitu Fischiett”, “Cicciu lu Chigghiùt”, Nicola lu Puoppete”, sempre intenti a confezionare “fascinazioni, cioè incantesimi, per le donne in cerca di marito. Anche alcuni luoghi della città sembrano ricordare la presenza di maghi e streghe, a giudicare da toponimi quali la Farmacia del mago “Greguro”, il Corno della Strega, la Grotta della “Maciaredda”, il Ponte degli Zingari.

Fra gli incantesimi più frequenti sembra che i maghi ricorressero, per le fatture d’amore, a sette croci e tre nastrini colorati legati fra loro in un modo particolare, che successivamente venivano applicati sulla fronte. Se qualcuno accusava dolori di testa dovuti ad una “jattura”, le stesse croci e relativi nastrini venivano posti sulla pancia, vicino all’ombellico. Per conoscere il sesso di un nascituro, in un’epoca in cui le ecografie erano lungi dall’essere inventate, il mago si poneva alle spalle della futura mamma e la chiamava, se costei si girava a destra il responso era maschio, se invece si girava a sinistra si trattava di femmina …

Si tratta di superstizioni? Forse. Esse tuttavia concorrono a creare il retaggio culturale di un popolo e, solo per questo, meritano di essere ricordate, e poi, se Massafra conserva ancora oggi il nome di città dei maghi, qualcosa di magico dovrà pur averlo …..

 

Cosimo Enrico Marseglia