Fortezze di Puglia: Il Castello di Copertino

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foto di Giulio Rugge

COPERTINO (Lecce) – Il Castello di Copertino è una delle opere militari più interessanti e suggestive presenti in Puglia, già nel 1886 dichiarato Monumento Nazionale e dal 1955 sottoposto a norme di tutela. Benché il suo attuale aspetto risalga alle modifiche effettuate nel XVI secolo, esso ha una storia più antica giacché rientrava nel programma di rafforzamento e ristrutturazione militare del Re di Napoli Carlo I d’Angiò.

Il primo nucleo del castello risale infatti al periodo compreso fra la seconda metà del XIII secolo e gli inizi di quello successivo, come testimonia la torre alta a pianta quadrata, simile alle torri Magistra e Mozza nel Castello di Lecce. Tra l’altro il Castello di Copertino era anche sede amministrativa del capoluogo della Contea di Lecce, all’epoca governata da Gualtieri V de Brienne.

In seguito al matrimonio fra la Principessa di Taranto e Contessa di Lecce Maria d’Enghien col Re di Napoli Ladislao d’Angiò – Durazzo, il castello diventava proprietà della corona, come testimonia il blasone recante le armi d’Angiò scolpito sul mastio, tuttavia alla morte del sovrano rientrava in possesso di Maria che nel 1419 lo concedeva in dote alla figlia di primo letto Caterina Orsini – del Balzo, in occasione delle sue nozze con Tristano Chiaromonte. Successivamente Isabella, nipote della suddetta Caterina, ebbe ancora la fortezza in dote per le sue nozze con Federico d’Aragona, che in seguito lo concesse, insieme a tutta la città di Copertino, ai Principi d’Albania Castriota – Scanderbeg.

Nel XVI secolo, sotto il regno di Carlo V d’Asburgo, nel programma di adeguamento delle fortezze alle nuove esigenze difensive derivanti dall’impiego delle armi da fuoco, l’imperatore incaricò l’architetto militare Evangelista Menga di riprogettare il castello e l’aspetto che la fortezza presenta oggi è il frutto di tali interventi. I lavori terminarono nel 1540. Nel 1557 la fortezza fu acquistata dalla famiglia Squarciafico.

Il Menga era nato a Francavilla Fontana e, diventato architetto ed ingegnere militare dell’Imperatore Carlo V, prestò la sua opera nella fortificazione delle piazze e dei castelli di Mola di Bari, Barletta e Copertino, costruiti secondo i nuovi criteri imposti dall’utilizzo delle armi da fuoco ed in special modo dalle moderne artiglierie nel corso delle battaglie, tuttavia il suo intervento di maggiore portata fu, senza dubbio, quello prestato nelle fortificazioni dell’isola di Malta, per conto del Cavalieri dell’Ordine Gerosolimitano.

Il castello ha una pianta quadrangolare con quattro bastioni angolari a forma di lancia ed è circondato da un fossato per tutto il perimetro. Presenta un solo ingresso al quale si accede attraverso un ponte in pietra che sostituisce il precedente ponte levatoio ligneo. Il portale di ingresso, in stile catalano – durazzesco è artisticamente decorato e permette l’accesso ad un androne con percorso a baionetta, quale ulteriore sistema di frenaggio di eventuali assalitori. Infatti: “Nel lato lungo, opposto a quello del portone, è l’entrata nel cortile del castello, spostata molto a destra rispetto all’asse del portone, in modo da obbligare chi entrasse a percorrere l’androne per gran parte della sua lunghezza, e ad esporsi così alle offese, le quali, anzi ché di fianco, erano piombanti, per tre pimbatoie che si vedono nella volta dell’androne. Forse nei muri saranno anche state feritoie per difese radenti; ma di queste ora non si ha più traccia” (G. Bacile di Castiglione, Castelli Pugliesi, Arnaldo Forni Editore, Bologna, Rist. 1978, pg. 105).

Nel cortile interno è possibile osservare ciò che resta delle fortificazioni anteriori ai lavori del Menga, tra cui il basamento scarpato della fortezza angioina. Sulla destra si trova il portale di ingresso alla Cappella di San Marco, di epoca rinascimentale mentre è possibile vedere anche l’ingresso alle scuderie, il portico del Palazzo Pignatelli con relativo blasone, l’ingresso alla sala angioina, oggi utilizzata come sala convegni. Il primo piano, invece, era utilizzato come residenza.

 

Cosimo Enrico Marseglia