Battaglie in Puglia: La Battaglia di Troia

1970

Nulla a che vedere con le omeriche gesta della guerra d’Ilio contro gli Achei, si tratta invece di un episodio molto più recente avvenuto nei pressi dell’omonima cittadina in provincia di Foggia.

Anno 1458, Ferrante I, figlio naturale di Alfonso V Re d’Aragona, sale sul trono di Napoli ma, nonostante il matrimonio contratto con Isabella di Chiaromonte, mirante ad ottenere l’appoggio dei baroni del regno, la successione si rivela alquanto difficile a causa delle rivendicazioni angioine. Infatti Giovanni, figlio del re titolare di Napoli e Conte di Provenza Renato d’Angiò, aspira a riconquistare la corona appartenuta ai suoi antenati, grazie anche all’appoggio offerto dal pontefice Callisto III. Il 4 febbraio 1459 Ferrante viene comunque incoronato a Bari ma ben presto si trova costretto a difendere il titolo acquisito. Il 7 luglio 1460, a Sarno, i due contendenti si scontrano e l’aragonese viene duramente sconfitto, riuscendo a salvarsi in extremis grazie all’intervento dei coscritti della città di Cava, capeggiati dai capitani Giosuè e Marino Longo.

Nonostante la sconfitta Ferrante riesce ad ottenere l’appoggio di Francesco Sforza, Duca di Milano, che invia in suo soccorso alcune forze, agli ordini del fratello e dal nipote Roberto di San Severino conte di Caiazzo. Altri appoggi arrivano dal nuovo pontefice, Pio II, e dal condottiero albanese Giorgio Castriota Scanderbeg. Il principe di Taranto, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, figlio di Raimondello e di Maria d’Enghien Contessa di Lecce, con un voltafaccia analogo a quelli un tempo compiuti dal genitore, si schiera invece al fianco dell’angioino. Anche Iacopo Piccinno, al comando delle forze baronali, opta per la causa di Giovanni.

Il 21 luglio del 1462 le forze di Ferrante pongono sotto assedio la città di Accadia in Capitanata, che resiste per 19 giorni prima di capitolare. Il 18 agosto 1462, nei pressi di Troia i due contendenti si scontrano nuovamente. Da una parte Ferrante presenta uno schieramento imperniato su una forte cavalleria, suddivisa in 50 squadroni, ed una fanteria di 2 mila unità, dall’altra Giovanni schiera 2 mila e 500 fanti, oltre ad un non ben definito numero di cavalieri. Lo scontro si risolve con il successo delle armate di Ferrante e con l’inizio dello sgretolamento delle forze avversarie, che l’anno successivo subiranno una sconfitta decisiva a Sessa. Inoltre, con la morte di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, avvenuta il 16 novembre, Giovanni d’Angiò perde uno dei suoi più validi alleati. In seguito al decesso il principato passa nelle mani del Re di Napoli.

Cosimo Enrico Marseglia