Leggende di Puglia, la Fortuna di Mollica

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SAN PANCRAZIO SALENTINO (Brindisi) – C’era una volta un contadino, soprannominato Mollica, che detestava zappare la terra e sognava di vivere da gran signore. Un giorno, convinto che la Fortuna lo avrebbe aiutato, distrusse la sua zappa e si allontanò da casa, portando con sé il fucile, ed un sacco con la polvere ed i pallini.

Passarono i giorni e Mollica, che nel frattempo viveva di caccia, terminò le sue scorte di polvere e pallini, senza che riuscisse ad incontrare la Fortuna così, affamato, era sul punto di togliersi la vita. All’ultimo istante, però, vide in lontananza una torre che sorgeva al centro di una fitta foresta. Preso da rinnovata speranza, Mollica con un estremo sforzo si portò verso la torre e si accorse che questa aveva la porta aperta.

Una volta varcata la soglia, si trovò in una stanza al cui centro si ergeva un cumulo enorme di monete d’oro. Il contadino si lanciò subito nel tentativo di prenderne quanto più fosse possibile ma, di colpo apparve una splendida dama: era la Fortuna in persona. Costei disse a Mollica:

– “Questa roba non ti appartiene e non puoi toccarla!” –

Sconsolato il contadino si allontanò dal mucchio di monete e varcò la soglia che conduceva in un’altra stanza dove, dinanzi ai suoi occhi, apparve un altro cumulo di monete, più grande del primo, che questa volta, però, erano d’argento. Cercò allora di prenderne alcune ma la Fortuna lo fermò con le stesse parole.

Intimorito Mollica girò i tacchi ed entrò in una terza stanza dove, legata ad una fune che scendeva dal soffitto, pendeva la sua zappa. Cercò allora di andar via ma, in quel momento, riapparve la Fortuna che, con aria severa, disse:

– “Prendi quella zappa. Ti aiuterà a trovare ciò che hai sempre desiderato, se riuscirai a scavare nel fondo più profondo della tua terra.” –

Il contadino, così, prese la sua zappa e ritornò a casa, ormai deciso a seguire i consigli della Fortuna e riprese così i lavori della terra. Quando giunse la stagione della mietitura, Mollica si accorse che il raccolto era talmente abbondante da non riuscire a trovare un posto che potesse contenere gli enormi guadagni derivati dalla sua vendita.

Fu così che comprese che la vera Fortuna sta nel lavoro.

 

Cosimo Enrico Marseglia