POLIGNANO A MARE (Bari) – Un momento mistico di grande impatto emotivo, durante il quale la millenaria storia indiana prendeva forma con la musica mentre il Mediterraneo interagiva con essa, raccontando la sua storia attraverso le voci del vento e del mare.
Un concerto emozionale indiano in uno scorcio unico di Polignano a Mare, ha raccolto ieri sera notevoli consensi, tanto da trasformare il Fly, per una sera, nel luogo dove India e Mediterraneo hanno nuovamente sancito il loro antico legame.
Il concerto, organizzato dall’associazione ARK, nell’ambito della rassegna Linea Mediterranea, in collaborazione con Bari in Jazz 2019, si è tenuto nelle splendide e suggestive terrazze del Fly di Cala Porto a Polignano a Mare.
In tanti hanno apprezzato la musica sia all’interno e sia all’esterno del locale: infatti, dal ponte e nella Lama Monachile tanta gente si è fermata ad ascoltare le dolci armonie indiane, registrando e scattando foto, qualcuno si è anche lasciato pervadere dalla melodia degli strumenti musicali e dalla voce, muovendosi a ritmo.
Il concerto è stato dedicato al mare, alla pace e all’alleanza dei popoli, tanto lontani ma tanto vicini, con le stesse vicissitudini e necessità, sempre alla ricerca di una pace sociale fondata sulla condivisione e partecipazione di interessi.
A rappresentare le emozioni dell’evento e condividerle con il pubblico, gli artisti Supriyo Dutta (Canto), Alessio Alba (Sarod), Sanjay Kansa Banik (Tabla), Jari Palmeri (Tampura).
Dopo questo concerto unico, importante, emozionale e spirituale, l’associazione ARK sta preparando per l’ultima decade di agosto la rassegna culturale Lineamediterranea. Seguendo il tema dello scorso anno,“L’anima dei luoghi”, quest’anno la rassegna analizzerà altre sfaccettature della realtà con “Luoghi e Visioni”.
Tanti importanti documentari, dibattiti ed immagini per apprezzare i luoghi e le visioni, i punti di congiunzione, le ragioni del distacco, la voglia di pace, la necessità di amore, rispetto e solidarietà verso la natura, verso la nostra storia, che prenderanno forma nel monumento naturale che contraddistingue la nostra terra: l’Ulivo.