Luce d’Oriente a Otranto. Grande attesa per il pianista Yiruma (9 agosto) e il concerto all’alba di Stefano Bollani (11 agosto)

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OTRANTO (Lecce) – Due concerti-evento a Otranto, nell’oasi naturalistica del Parco dell’Orte, per il festival Luce d’Oriente organizzato da La Ghironda in collaborazione con l’Amministrazione comunale: il primo il 9 agosto (ore 21.30) con il pianista sudcoreano Yiruma, il secondo all’alba dell’11 agosto (ore 5.30), con Stefano Bollani  (biglietti sul circuito vivaticket).

 

Musicista da oltre 200milioni di visualizzazioni, al debutto assoluto in Italia, Yiruma è diventato un fenomeno internazionale con i brani «River Flows in You» e «Kiss the Rain». E dopo la data d’esordio a Martina Franca dell’altro giorno (sempre per iniziativa de La Ghironda), arriva a Otranto con il live «Yiruma Concert “Indigo” in Italy».

«Le ragioni del mio successo? Scrivo melodie che sembrano canzoni senza parole. Credo sia per questo che la gente ama la mia musica», spiega Lee Ru-ma, vero nome del quarantunenne musicista asiatico osannato per le sue esibizioni in tutto il mondo, dalla Francia al Giappone, dalla Russia a Taiwan, e per i suoi dischi, tra i più venduti in Asia, Europa e Stati Uniti.

A cinque anni già suona il pianoforte. E a dieci si trasferisce dalla natia Seul a Londra, dove completa gli studi musicali, diplomandosi nel 1997 alla Purcell School e nel 2000 al King’s College. L’anno dopo esordisce con due album usciti a distanza di sette mesi l’uno dall’altro, «Love Scene» e «First Love». Ed è da questi due primi dischi che la musica inizia a sgorgare fluida e meravigliosamente attrattiva: un minimalismo pop che semplifica l’accademismo, creando un ponte di immediata presa con il pubblico, grazie anche ad un ampio utilizzo del loop appreso da Yiruma ai tempi in cui faceva il deejay.

Tra i primi successi che rendono il musicista asiatico famoso in tutto il mondo spicca «River Flows In You», brano con quasi 240milioni di ascolti in streaming su Spotify. Un brano nel quale una melodia suadente si fa strada con una cellula ritmica che reitera una magia sonora dalla quale non ci si riesce a staccare. Nonostante uno stile ben definito, i modelli ai quali Yiruma si ispira spaziano dalla classica al pop-rock, da Schubert e Chopin sino agli AC/DC e alla cantautrice australiana Sia, tra le regine dell’elettropop.

Performer capace di trasmettere anche sul palcoscenico sentimenti intimi e profondi, nota dopo nota, Yiruma trasporta il pubblico fuori della semplice dimensione del live. «Chi viene ai miei concerti – racconta – diventa protagonista di una passeggiata tra i ricordi». E nei tratti caratteristici del pianista sudcoreano non mancano l’ironia e l’autoironia. Nel presentare «First Love», composizione dedicata al suo primo amore, ha raccontato – divertito – di aver scritto un brano anche per sua moglie che, però, non ha avuto lo stesso successo. Una parola – successo – scritta in grassetto nel vocabolario di Yiruma, che sinora ha collezionato tredici album in studio e altri brani, dopo «River Flows In You», entrati nell’immaginario popolare, da «Indigo», che dà il titolo a questo doppio concerto italiano, a «Love Hurts», «Kiss The Rain» e «May Be».

 

Secondo appuntamento straordinario al Parco dell’Orte sarà il concerto all’alba dell’11 agosto di Stefano Bollani, invitato a tenere alla fine della Notte di San Lorenzo un piano solo che si preannuncia magico. Il grande pianista e compositore suonerà allo spuntare del giorno proprio dove in Italia sorge il primo sole.

Il concerto, finalizzato alla valorizzazione dei luoghi più belli di Puglia, una delle prerogative dell’associazione La Ghironda, inizierà intorno alle ore 5.30, al primo chiarore del mattino, ma le porte del parco verranno aperte alle ore 3.30 per consentire al pubblico di assistere, prima del piano di solo di Bollani, al magnifico spettacolo delle stelle cadenti tipico della Notte di San Lorenzo.

Più che un tradizionale concerto al pianoforte, Piano Solo è un omaggio all’arte dell’improvvisazione, un momento in cui Bollani sale sul palco per il suo one-man-show e tutto può accadere. Non esiste nessuna scaletta, nessun programma di sala a cui aggrapparsi per seguire il succedersi dei brani. Lo spettatore è trascinato in un’avventura ogni sera diversa, un viaggio a perdifiato attraverso orizzonti musicali solo apparentemente lontani.

Si può passare così da Bach ai Beatles, da Stravinskij ai ritmi brasiliani, con improvvise incursioni nel pop o nel repertorio italiano degli anni Quaranta. In questo vero e proprio flusso di coscienza musicale, il riso e l’emozione si mescolano. Una sola cosa è certa: alla fine del concerto è il pubblico a decidere il bis. Bollani diligentemente segna ed esegue sul momento i pezzi richiesti: un medley imprevedibile in cui il virtuosismo si mescola all’irriverenza.