Domenica 22 settembre Gran finale per la Rassegna Evò ce Esù Visioni di Martignano

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MARTIGNANO (Lecce) – Si chiude domenica 22 settembre la sesta edizione della Rassegna Cinematografica “Evò ce esù – Visioni. Incontri di confine, tra visi e parlate”, dedicata al cinema delle lingue minori e organizzata dal Parco Turistico Culturale Palmieri di Martignano (Le), con la Cooperativa sociale Open e l’Ass. Salento Griko, con il sostegno e la collaborazione del Comune di Martignano e della Regione Puglia con la Legge Reg. n. 5/2012, in partenariato con il Babel Film Festival di Cagliari e la collaborazione di enti, registi e operatori del settore cinematografico e della ricerca e tutela delle lingue minoritarie. La Rassegna pone l’accento sul cinema delle lingue definite “minori”, con l’obiettivo di far conoscere al pubblico il dinamismo di molte realtà che si muovono nella prospettiva del riscatto e della volontà di risveglio dal torpore e dal conformismo culturale, nel tempo della globalizzazione.

L’evento in corso negli spazi di Palazzo Palmieri vede una tre giorni ricca di eventi, concerti e soprattutto films provenienti da diverse parti di Italia e del mondo, che vedono l’uso di lingue nascoste quali il furlan, il sardu, il dialetto ticinese, l’euskera, il dialetto salentino, il dialetto siciliano, l’arbereshe, il francoprovenzale, il griko, l’occitano, il polari, l’irish, l’arabo, la lingua dei segni.

Nel ricco calendario delle proiezioni si inseriscono quattro sezioni speciali, una dedicata alla Musica con tre videoclip di altrettanti gruppi espressione di identità territoriali, una al Cinema green (tra le azioni che qualificano la rassegna come ecofesta), una al Cinema dei sordi (in collaborazione con il Cinedeaf di Roma) che vedrà pellicole realizzate da sordi e per i sordi, con l’ausilio di una interprete LIS, ed una al Premio Italymbas, con la costituzione di una delle quattro giurie popolari che voteranno, in altrettanti luoghi di minoranza linguistica in Italia, tre film in concorso per il Babel Film Festival di dicembre a Cagliari.

Domenica 22 settembre si preannuncia una serata ricca di emozioni/visioni con l’allestimento di due aree proiezioni; a partire dalle 19.00 i suggestivi spazi del frantoio semi ipogeo di Palazzo Palmieri ospiteranno una quiet zone dove saranno proiettati, in diffusione silenziosa con l’ausilio di cuffie, i tre films in gara al Babel Film Festival di Cagliari nella categoria Italymbas: Hora – Una storia arbereshe di Maria Alba, in lingua arbëreshë, un documentario sulla questione dell’identità italo-albanese, complessa e non completamente risolta e accettata, riflessione sul processo di cambiamento molto profondo, ancora in atto, che sta portando ad una nuova forma d’identità; Tessitrici di Viviana Mura, un documentario in lingua sarda, racconto del mondo del telaio dalla voce delle donne di Meana Sardo, uniche custodi di quest’arte senza tempo; Anima di Joseph Peaquin, documentario in francoprovenzale, il ritratto di due esseri singolari, la cui esperienza e memoria ci raccontano di una dimensione libera dalla crescita frenetica, dal sovra-consumo, dall’ultra-tecnologia, e dove l’essere umano vive in perfetta simbiosi con l’ambiente.

A questi film seguiranno il documentario Su Battileddu, in lingua sarda, di Cinzia Puggioni, ambientato nel cuore della Sardegna, in una subregione chiamata Barbagia, in cui la vita è scandita dai ritmi stagionali e ruota intorno alle feste solstiziali, all’attività agropastorale, alla voce del popolo. L’isolamento geografico ha permesso la conservazione di riti antichi; il corto Las Fantinas de Ròchablanca in lingua occitana, episodio di TRACCE: voci e memorie della Val Po, sette video di Andrea Fantino per l’Unione Montana dei Comuni Valli del Monviso.

Lo spazio della sala conferenze di Palazzo Palmieri, dalle ore 19.00, ospiterà la sezione dedicata al Cinema dei Sordi, frutto della collaborazione con il Cinedeaf di Roma e l’ENS di Lecce, con la proposta di tre cortometraggi; Parla che ti sento (in LES), di Idria Niosi, dove un uomo di bell’aspetto, in evidente stato di ebbrezza incontra un ragazzo sordo, un tipo sopra le righe, insolente e sfrontato. Un incontro… forse uno scontro, frutto del caso, metterà l’uomo in una situazione difficile e grottesca; Best Coast (in LES) di Erik Akervall che ci porta a scoprire i gioielli nascosti dell’arcipelago sulla costa occidentale della Svezia; uno show su cibo e intrattenimento, sullo sfondo di un ambiente mozzafiato; Swans di Mehdi Razi (in LES) dove il sogno di Camilla di trasferirsi e dare vita a una famiglia è reso difficile dalla comunicazione tra lei, sorda, e il suo ragazzo udente; a seguire il documentario green Project Wild Thing, di David Bond, esperimento sociale con protagonisti i figli del regista. Bombardati da operazioni di marketing e vittime della dipendenza dalla tecnologia che li sta trasformando in zombie dagli occhi vitrei. Come tanti bambini che vivono nelle città di tutto il mondo, anche i suoi figli passano troppo tempo in ambienti chiusi a differenza delle generazioni precedenti. Bond decide quindi che è ora di tornare, letteralmente, alla natura; e il documentario Et in Terra Pacis di Mattia Epifani. Il Regina Pacis è stato il più grande Cpt d’Italia. Dal 1998 al 2005 ha ospitato sulle coste del Salento oltre 65mila migranti. Rimasto in stato di abbandono per molti anni viene acquistato da privati per essere trasformato in un resort di lusso. I lavori di ristrutturazione, però, riportano alla luce i segni indelebili di un passato fatto di violenze e soprusi, che riemerge a distanza di anni per liberare per sempre vittime e carnefici dall’oblio. Al termine la presentazione del videoclip Rosa de Gericu di Marco Rossi e Luca De Paolis, che presenta l’omonima canzone dei Criamu, brano di apertura del nuovo album “Destino” in uscita a dicembre; un videoclip che è un inno alle tradizioni. Alle piccole feste e alle danze delle nostre donne più longeve, dove la svendita della cultura salentina, in nome del turismo, viene aspramente criticata.

A conclusione delle proiezioni dal linguaggio visuale con gli stessi CRIAMU si passerà alla musica dal vivo; il gruppo da oltre vent’anni veicola un messaggio di recupero e rispetto delle tradizioni popolari pur aprendo alle innovazioni tecnologiche. La loro linea melodica è tracciata dal suono delle corde del mandolino, la mandola, il bouzucki e da una fisarmonica, che interagiscono con un sound mediterraneo salentino fatto da sintetizzatori midi, percussioni elettriche, tambureddhru e cupa cupa, accompagnati dal canto di due voci ancestrali. Il gruppo nasce nel settembre del 1999 da un’idea di Cosimo Damiano Giagnotti, in arte Mino, e da Valentina Mazzotta e Valeria Giagnotti; il loro nome significa CRIA (suono) MU(mio): il mio suono, espressione delle radici, la casa, la tradizione e lo spirito di scrivere nuove pagine sulla musica popolare e sul ritmo ancestrale della pizzica pizzica.

La serata sarà segnata in Lingua dei Segni per consentire la partecipazione del pubblico dei sordi. Ospite il Direttore del Babel Film Festival di Cagliari Tore Cubeddu.