“La Menzogna” in scena giovedì 23 gennaio al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi

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BRINDISI – Desiderio, tradimento, verità e menzogna in amore: sono questi i temi della commedia scritta dal francese Florian Zeller che hanno ispirato il regista Piero Maccarinelli. Lo spettacolo «La Menzogna», in scena giovedì 23 gennaio alle ore 20.30 al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, vede protagonista un cast d’eccezione formato da Serena Autieri e Paolo Calabresi, affiancati da Totò Onnis ed Eleonora Vanni. Per Serena Autieri è un ritorno sul palcoscenico del Verdi, a tre anni di distanza dal musical «Vacanze romane» che l’ha vista in scena con Attilio Fontana.

 

Prima dello spettacolo, alle ore 20, il foyer farà da scenario al sesto appuntamento del «Brindisi Performing Arts», il festival internazionale di arti performative organizzato dalla AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica con la direzione artistica del coreografo Vito Alfarano. Al Verdi sarà protagonista Manfredi Perego, coreografo e danzatore di talento, con «Meditation», una performance che traduce in danza una riflessione sull’inquietudine, sulle sensazioni che restano nascoste nel profondo. «Meditation» è l’idea fisica che proietta e plasma il processo creativo.

 

La commedia è un vaudeville contemporaneo in cui Florian Zeller, il drammaturgo e romanziere parigino che ne ha scritto il testo nel 2014, indaga l’universo della coppia, nel quale i personaggi usano abilmente il gioco delle maschere e della parola per oscillare tra il reale e l’immaginario e sondare tra i segreti dell’altra parte. Durante una cena, due coppie di amici si ritrovano dopo tanto tempo a parlare della loro vita e delle loro esperienze non senza un disagio che si profila dalle prime battute.

 

Paolo e Alice e Lorenza e Michele, i quattro amici della pièce teatrale, credono di vivere in un sistema di valori accettati e condivisi, ma che possono essere facilmente disattesi e l’adulterio si profila come l’unica possibilità per vivacizzare la routine della vita matrimoniale. Se la trama della commedia si limitasse a questo penseremmo che è obsoleta e scontata. Invece, nel testo di Zeller (ecco l’elemento originale) il ruolo dei personaggi in scena sottolinea che non è necessario distinguere la verità dalla menzogna. Gli attori si prestano a questo “gioco” con battute, allusioni, metafore, giri di parole che nascondono frustrazioni, risentimenti e bugie. Il gioco è convincere l’altro della propria verità… o della propria menzogna?

 

I quattro attori regalano al pubblico novanta minuti di divertimento e riflessione sulla vita di coppia e sulle ambiguità dei rapporti interpersonali facendolo con leggerezza e credibilità, senza mai dare la sensazione che si stia mentendo. La regia di Piero Maccarinelli tratteggia con efficacia e consumata abilità le sfumature psicologiche dei personaggi, sottolineandone i caratteri volutamente ambigui e ambivalenti.

 

«Il mio personaggio – racconta Calabresi – non dice mai la verità, come del resto nessuno degli altri protagonisti. Anche quando sembra che le carte siano ormai scoperte, in realtà sono scoperte dal lato sbagliato. Il testo non ostenta la sua parte comica, che pure gioca una parte importante, ma va molto in profondità; apre una porta e poi un’altra e va sempre un po’ più in là, scavando, alimentando una non chiarezza che ha la pretesa di essere credibile».

Nel 2016 anche Paolo Genovese con il film «Perfetti sconosciuti» aveva messo al centro le menzogne e le verità nascoste di un gruppo di amici. «Alice, il mio personaggio, agisce giocando a carte scoperte per tirare fuori la verità a tutti – dice la Autieri -. È davvero intrigante entrare nella sua psicologia di bugiarda, è un continuo mettere e togliere maschere».

 

Si comincia alle ore 20.30
Durata: un’ora e 30 minuti senza intervallo