SAN CESARIO DI LECCE – Domenica 9 febbraio (ore 17:30 – ingresso 1 euro) la Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce, per i progetti Alchimie e Taotor, ospita un nuovo appuntamento della stagione di “Per un teatro delle ragazze e dei ragazzi”. In scena “Le stagioni in città” di Astràgali Teatro con Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Matteo Mele, Samuele Zecca per la regia di Fabio Tolledi. “Aveva un occhio poco adatto alla vita di città”: così Italo Calvino descrive il protagonista, stralunato e malinconico, del suo romanzo Marcovaldo, pubblicato da Einaudi nel 1963 e ormai divenuto un classico nella letteratura per ragazzi. E intorno alla vita di Marcovaldo e della sua famiglia ruota il nuovo spettacolo di Astràgali Teatro Le stagioni in città. Con quattro figli pestiferi e un lavoro in fabbrica, Marcovaldo è un bambino cresciuto che mal si adatta all’immediato orizzonte di una città fatta di “cemento e asfalto”. Sulla sua bicicletta a motore e “il naso per aria” cerca disperatamente di recuperare un rapporto con la natura, mettendo in atto maldestre strategie per trovare angoli di paradiso naturale tra le strade della metropoli. Marcovaldo, per Calvino, nasce dalla sfida di utilizzare la forma del racconto breve per affrontare temi importanti, come il delicato passaggio dalla società contadina a quella industriale e il nostro rapporto, spesso difficile, con la natura. Allo stesso modo la messa in scena di Astràgali Teatro, per la regia di Fabio Tolledi, attraverso episodi che si rincorrono uno dopo l’altro, come una striscia a fumetti o un esilarante slapstick, restituisce tutta la limpidezza di questo romanzo straordinario, non rinunciando, al contempo, ad una riflessione critica sulla società dei consumi. Insieme ad Astràgali il viaggio in città di Marcovaldo si trasforma in un percorso singolare dove anche le cose più banali e normali assumono una piega bizzarra e inaspettata. Ecco allora che uno sbuffo di vento o la luce al neon di un’insegna pubblicitaria divengono espedienti di un modo non scontato e forse più profondo di guardare al mondo. L’ingenuità di Marcovaldo, bambino cresciuto e perennemente fuori luogo, è la sua capacità di resistere nonostante tutto, nel disperato tentativo di recuperare un rapporto con una natura meravigliosa e forse irrimediabilmente perduta.
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