ALBEROBELLO (Bari) – Il Trullo Sovrano si illumina con i versi di Dante per onorare il sommo poeta a sette secoli dalla sua morte. Alberobello celebra il «Dantedì» di oggi, giovedì 25 marzo, accendendo, da stasera, uno dei luoghi simbolo patrimonio dell’Unesco con le parole più celebri del vate della letteratura italiana. La giornata, secondo gli studiosi, ricorda la data di inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia e quest’anno si arricchisce di un duplice significato perché segna l’avvio delle celebrazioni per il 700mo anniversario della morte di Dante. L’iniziativa è a cura del Comune in collaborazione con Unique Eventi di Graziano Palmisano. «Illuminare il trullo sovrano con la parole di Dante, il cui valore attraversa la storia, è un piccolo omaggio verso un monumento della letteratura mondiale – dice l’assessore alla Cultura, alle Politiche Giovani, alla Pubblica Istruzione e all’Unesco, Alessandra Turi –. Il trullo Sovrano è uno dei 5 siti della nostra Alberobello che sono patrimonio Unesco (di cui quest’anno ricorre il 25mo anniversario del riconoscimento), appartiene al mondo proprio come la bellezza dei versi danteschi che è doveroso onorare e tramandare alle nuove generazioni affinché possano apprezzarne la portata e comprendere appieno il significato». Proprio ai piedi del Trullo Sovrano, nell’estate 2019, Michele Placido declamò Dante in una delle serate più belle degli ultimi anni regalando ad Alberobello una interpretazione straordinaria della Divina Commedia e in particolare del canto V dedicato a Paolo e Francesca. «Gli insegnamenti danteschi hanno una valenza universale che travalica il tempo e attraversa i secoli – dice il sindaco, Michele Longo –. Celebrare Dante, 700 anni dopo la sua morte, significa creare un legame indissolubile tra passato e presente per insegnare ai giovani ad amare lo scrittore fiorentino e soprattutto imparare a conoscerlo. Parlare di Dante oggi è l’opportunità preziosa che abbiamo per ricordare anche a noi adulti l’importanza di recuperare il messaggio dantesco nella nostra vita quotidiana. Un messaggio che oggi, in questo periodo storico di emergenza mondiale ha un valore di speranza. Ogni canto della Divina Commedia si conclude con la parola «stelle». Sono l’orizzonte di rinascita a cui il poeta anela e a cui anche noi dobbiamo puntare. Perché da ogni selva oscura si può trovare la dritta via come lui diceva, senza smarrirsi nel mezzo del cammino. Persino dall’inferno Dante e Virgilio escono «a riveder le stelle», come recita l’ultimo verso. E anche noi usciremo dal tunnel della pandemia per rivedere le stelle del futuro».
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