Ritratti Festival Monopoli, venerdì 25 giugno alle radici della canzone napoletana con l’Ensemble Festa Rustica nel chiostro di Palazzo San Martino

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MONOPOLI (Bari) – Con il concerto vocale e strumentale dell’Ensemble Festa Rustica, formazione diretta dal virtuoso di flauto a becco Giorgio Matteoli, di scena venerdì 25 giugno (ore 21) nel Chiostro di Palazzo San Martino, a Monopoli, il Ritratti Festival porta gli appassionati alla scoperta delle radici della canzone partenopea, dal napoletano doc Giuseppe Porsile, vissuto a cavallo tra XVII e XVIII secolo, a Gaetano Latilla, il più importante compositore barese del Settecento di «scuola napoletana» prima dell’avvento di Niccolò Piccinni. Un appuntamento di grande fascino con una formazione specializzata in questo antico repertorio affidato all’interpretazione vocale del soprano Rita Alloggia, coadiuvata da Giorgio Matteoli in veste di maestro concertatore e solista ai flauti dolci, da Stefano Aiolli al violoncello e Luca Ambrosio al clavicembalo. L’Ensemble Festa Rustica è, infatti, noto per la sua attenzione alla produzione del barocco napoletano, oltre che per le sue escursioni «informate» nella musica tardo rinascimentale e galante, peraltro eseguita su copie di strumenti antichi. Per l’occasione, oltre a brani di Porsile e Latilla, la formazione propone cantate, arie e sonate di Giulio Cesare Rubino, Francesco Mancini, Giovanni Tommaso di Maio, Valerio Dorico e Giovanni Leonardo dell’Arpa.

L’origine della canzone napoletana risale al XIII secolo e alla diffusione della poesia che a quel tempo era quasi sempre musicata. Le invocazioni corali del popolo sottolineavano già allora le contraddizioni tra le bellezze naturali e culturali della città e le difficoltà oggettive di chi ci viveva. E quando nel Quattrocento la lingua napoletana divenne più strutturata, assumendo una propria identità e dignità, molti musicisti, ispirandosi proprio ai cori popolari, iniziarono a comporre farse, frottole, ballate e villanelle che dal Cinquecento al Settecento si diffusero in Italia prima, e poi in tutta Europa. Si trattava, allora come oggi, di un’espressione artistica popolare, piena di contenuti positivi. Racconti di vita comuni a tutti, quale che fosse il contesto sociale, come le passioni e le vicende d’amore.

Nel periodo barocco, il genio popolare contamina la commedia in musica insinuandosi come un virus nelle forme colte fino a diventare, in opposizione alla musica di corte e della nobiltà, il linguaggio preferito della classe borghese. Rispetta la regola l’aria «T’aggio voluto bene» di Gaetano Latilla, che tiene fede alla forma classica e all’ispirazione popolare, finanche nella strumentazione: l’espressività delle parti recitate e l’orecchiabilità delle melodie delle cantate diviene il tratto unico di un linguaggio musicale easy.

La genialità compositiva delle arie e la bellezza melodica delle sonate s’intrecciano con gli accenti delle villanelle alla napoletana dal sapore popolaresco. E, in effetti, le villanelle erano originariamente eseguite in lingua napoletana per strada, e ogni giorno piazza Castello diventava il centro musicale di Napoli: poeti e musicisti si riunivano per comporre nuovi brani che il popolo faceva suoi e poi cantava nelle feste. I canti e i suoni nella Napoli del Cinquecento si diversificavano a seconda della loro origine e provenienza, ma la villanella riuscì a conservare l’ispirazione poetico-musicale delle origini, quando gli autori attingevano alla tradizione del canto contadino. Più tardi le villanelle furono tradotte dai musici, trascritte e composte su righe musicali, manipolate dai trascrittori, eseguite a più voci divenendo un genere musicale in grado di affrontare il cammino fuori dai confini del Regno.

Il Ritratti Festival proseguirà nel Chiostro di Palazzo San Martino sabato 26 giugno (ore 21) con il Neotango Duo, progetto della pianista Carla Agostinello e del virtuoso di bandoneon Massimiliano Pitocco nella cui interpretazione si ascolteranno musiche di Astor Piazzolla, e domenica 27 giugno (ore 21) con due capolavori della musica per Trio pianistico, l’op. 8 di Shostakovich e il Trio per pianoforte n. 1 op. 49 di Mendelssohn, protagonisti Stefania Santangelo (pianoforte), Massimo Magri (violoncello) e Federica Vignoni (violino).