OTRANTO (Lecce) – Un’edizione nel segno della cooperazione, dell’intersezione tra le arti, dell’incontro (finalmente, in presenza) e del dialogo tra culture per dare corpo a una rinnovata stagione di creatività. Un’edizione che sappia fare tesoro delle sollecitazioni del nostro tempo, delle sfide del pensiero poste dalla pandemia, con la necessità di stabilire nuovi ordini di priorità.
È la XII edizione di OFF Otranto Film Festival, diretto da Stefania Rocca, che torna a Otranto dal 19 settembre fino al 24 settembre 2021.
OFF è un’iniziativa di Apulia Film Commission e Regione Puglia – Assessorato alla Cultura e Turismo, a valere su risorse di bilancio autonomo della Fondazione AFC e risorse regionali POC 2007/2013 e del Piano straordinario “Custodiamo la Cultura in Puglia 2021”, prodotta nell’ambito dell’intervento Apulia Cinefestival Network 2021, con il contributo della Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura e del Comune di Otranto.
Nella città più a Oriente d’Italia, nell’estremo Sud del Tacco, sei giorni di proiezioni, incontri con gli autori, eventi speciali che allargano il grande schermo alle altre arti visive, spazi dedicati al sistema produttivo. Un festival di cinema che si trasforma in un laboratorio di idee, in un grande esperimento di cambiamento.
«Ritengo che l’Otranto Film Festival si sia ormai ritagliato, con merito, uno spazio importante nel panorama delle manifestazioni dedicate al cinema – dichiara Massimo Bray, assessore alla Cultura della Regione Puglia – dall’inizio, un’occasione preziosa di conoscenza e diffusione di opere cinematografiche provenienti da luoghi e realtà geografiche e culturali diverse, e un’innovativa opportunità di incontro e dialogo fra le produzioni cinematografiche internazionali. Un luogo che sottolinea l’importanza delle politiche culturali nell’affermazione di una nuova generazione di autori e di un cinema portatore di uno straordinario patrimonio di storie, identità e diversità culturali delle Regioni Europee e Mediterranee. Sono certo che anche questa edizione sarà capace di catturare l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. Per questo, un sincero grazie a Stefania Rocca, per la sensibilità e la cura, al personale di Apulia Film Commission e a tutti coloro che sono impegnati nella realizzazione del Festival».
«Siamo lieti di ritornare a ospitare OFF – Pierpaolo Cariddi, sindaco del Comune di Otranto – dopo un anno di stop dovuto all’emergenza epidemiologica, un Festival che vede la collaborazione fra il Comune di Otranto, la Regione Puglia e Apulia Film Commission e che è egregiamente diretto da Stefania Rocca, amante della nostra terra. Una bella manifestazione che è cresciuta negli anni e che è molto attesa anche dai
turisti che ci raggiungono proprio nei mesi di settembre, sapendo della presenza di questo e altri eventi. Un momento di incontro in cui scambiarsi esperienze, idee e in cui confrontarsi. Il ricco programma saprà certamente catturare l’attenzione di quanti parteciperanno ai vari appuntamenti del Festival».
«Ad Otranto ogni anno si costruisce un ponte tra le diverse culture cinematografiche, come quelle delle Regioni Europee e Mediterranee – dichiara Simonetta Dellomonaco, presidente Apulia Film Commission – che ha anche l’ambizione di spingersi più lontano partendo proprio dalla collocazione geografica di Otranto e dalla sua storica vocazione al dialogo. Anche quest’anno l’Otranto Film Festival, diretto con grande passione e dedizione da Stefania Rocca, torna in presenza con un programma denso di attività in cui sono previsti incontri, proiezioni, mostre, istallazioni e performances, che nascono all’insegna dell’intersezione tra le arti. A questo si aggiunge una sezione speciale che è il “East Gate Otranto – EGO”, dedicata all’incontro Inter-istituzionale fra i maggiori players cinematografica della cosiddetta macro regione Ionico-Adriatica, fra cui anche il nostro MiC e l’ICE. Due giorni di focus, coordinati da Ilir Butka, dedicati alla progettualità futura nei programmi INTERREG e alla cooperazione e coproduzione con le regioni dell’area balcanica per lo sviluppo di progetti comuni».
«Una cornice meravigliosa, un pubblico attento e consapevole e un team di straordinari professionisti – dichiara Antonio Parente, direttore generale Apulia Film Commission – il tutto coordinato da una grande artista come Stefania Rocca. L’Otranto Film Festival rappresenta per Apulia Film Commission un appuntamento fondamentale sia per quanto concerne la diffusione della cultura cinematografica nella nostra regione, sia da un punto di vista industriale. Questa edizione di OFF diventa per noi sempre strategica per l’attenzione che ci ha sempre caratterizzato per i vari “Est” vicini e lontani a partire dall’Adriatico».
Le parole chiave di OFF 2021
Cooperazione e intersezione sono le parole chiave che guidano la selezione dei film e degli eventi in programma a cura di Stefania Rocca, direttrice artistica del festival, membro EFA (European Film Academy).
A cominciare dalla scelta di una giuria di grandi professioniste, rappresentanti della galassia di competenze del sistema del cinema, che incontreranno a turno il pubblico di OFF: Serra Yilmaz, pluripremiata attrice teatrale e cinematografica, musa di Ferzan Otpetek, Eulàlia Ramon, attrice protagonista di film iconici della cinematografia spagnola e non solo, l’attrice Eleonora De Luca, Talent Award alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, la scrittrice Anilda Ibrahimi, tradotta in diversi Paesi, Premio Rapallo 2017 per il romanzo “Il tuo nome è promessa”, la regista Maria Tilli, finalista ai Nastri d’argento con il documentario “Sembravano applausi”.
La regista Laura Bispuri non potrà invece essere presente a Otranto.
La giuria non prevede la figura di un presidente: diverse interpretazioni, uguali diritti. Ogni sera prima delle proiezioni, a partire da lunedì 20, le giurate a turno si racconteranno al pubblico.
In concorso, grandi film della Regione Adriatico-Ionica ed europei, che si fanno veicolo di riflessione sui rapporti interpersonali e sugli habitus sociali nel ventunesimo secolo, sulle diversità, sulla scena politica contemporanea e sull’attualità della pandemia.
Ma OFF, con il cinema al centro, parla anche alle altre arti e culture, che divengono segno distintivo di questa sesta edizione: “Performance & performers connecting worlds”. Nella manifestazione troverà quindi spazio un vasto programma di mostre e performance site specific che integrano quello delle proiezioni.
Tra gli artisti e le realtà coinvolti, l’artista albanese Adrian Paci, a cui è dedicata una rassegna speciale che si sviluppa lungo tutto il corso della manifestazione; inoltre il 22 settembre Paci sarà premiato per aver trasformato con la sua arte il concetto di migrazione in connessione. E ancora, il sound artist Maurizio Chiantone con “XXXY Rituals”, Stefano Romano, che nella mostra “Punto di rugiada” racconta il suo percorso dall’Italia all’Albania; Alice Mocellin, che dedica l’installazione “Dama” alle donne afghane; Accademia di Belle arti di Napoli, Accademia di Belle arti di Lecce.
OFF intende promuovere le professionalità del vasto mondo dello spettacolo con un occhio alla formazione e per questo stringe un’importante partnership con he.Art. Il progetto ha coinvolto circa 200 attori/performer professionisti: uno di loro sarà il vincitore del premio he.art Off, e presenterà la manifestazione con un passaggio del testimone dall’attore Gabriele Greco (che presenta le prime due serate).
“Cooperazione” è anche quella tra mondi creativi e produttivi. OFF, che fin dalla sua prima edizione ha dedicato ampi spazi al sistema del cinema, si conferma un hub operativo per coordinare e promuovere le produzioni di diversi Paesi. Quest’anno protagonisti sono i Balcani, con un importante evento collaterale: EGO East Gate Otranto.
Nel trentennale dall’arrivo degli albanesi in Italia, nella città in cui la vicinanza al Paese delle aquile si misura a vista, scorgendo le montagne aldilà di una striscia d’Adriatico, OFF celebra il lungo rapporto di fratellanza tra italiani e albanesi. Un legame divenuto negli anni anche una feconda relazione di tipo creativo e produttivo che coinvolge gli altri Paesi dei Balcani, all’interno della quale il cinema rappresenta un vasto campo di opportunità.
Infine, mai come in questo momento la rinascita passa anche dalla natura. Per questo, OFF sposa la sostenibilità e sceglie di lasciare un segno: la direttrice artistica del festival Stefania Rocca e Gaetano Marangelli di Cantine Menhir doneranno un piccolo albero a ogni artista ospite di OFF, il quale verrà piantato in un terreno nelle campagne otrantine.
OFF 2021: la presentazione della direttrice artistica Stefania Rocca
«Nel 2018 ho approcciato il mio primo Festival del cinema di Otranto come curatrice, cercando una cifra sperimentale, che con il cinema al centro parlasse alle altre arti e culture – spiega Stefania Rocca – cinema come ponte, un crogiolo di arti e mondi, di cui i film sono solo i media o gli atti finali.
Oggi, la nostra scena culturale post pandemica prevede cooperazione ed interazione. Otranto è naturalmente una porta attraverso cui il mondo intero può guardare a quei Paesi del Mediterraneo che sono alla ricerca di punti di contatto e di rappresentazione. Oggi dobbiamo essere tutti insieme motori di una nuova rinascita, che parte da un forte scambio di culture e da una scommessa sulla capacità di saper accogliere ed includere la diversità, sia essa di genere, origine, sessualità o religione. Servono momenti di incontro e proposte, possibilità di visibilità e confronto con uno sguardo ad Est ed a Sud di noi. In questo senso un festival del cinema può essere non solo uno spazio di racconto ma anche un hub operativo per coordinare e promuovere, per dare spazio, visibilità e mercato ad un’industria unica e a persone uniche.
OFF OTRANTO FILM FESTIVAL diventa allora centrale non solo dal punto di vista culturale ma anche logistico, proponendosi come luogo di accesso di un’area di confine vitale ed innovativa, quell’area ionico-adriatica che ha bisogno di rafforzare e raccontare la propria variegata identità.
Si tratta di un racconto dinamico, in divenire. Così ho pensato ad un titolo che fosse un punto di partenza in grado di assorbire ed evolvere le diverse prospettive.
Per questo, OFF 2021 si intitolerà “PERFORMANCE & PERFORMERS/ CONNECTING WORLDS”.
Perché lo spettatore è sempre stato e deve continuare ad essere al centro dell’evento, perché vorrei continuare a mettere insieme storie spontanee o pianificate, interazioni tra generi diversi, corti nati sul campo da gruppi di giovani studenti provenienti da diverse scuole dell’area in questione per condividere esperienze e lavorare fianco a fianco. Perché il tempo, lo spazio, il medium (il performer o la sua azione raccontata) e la relazione tra opera, dal vivo o sullo schermo, e pubblico, i quattro elementi che caratterizzano l’idea di performance, sono alla base della settimana che si vive ad Otranto a stretto contatto con un pubblico partecipe e meraviglioso.
Le arti visive devono molto al concetto di performance, soprattutto quando si vuole sperimentare. Non a caso è una base di molto teatro, di tanto cinema ma anche di poesia, come nel dadaismo, o di arte moderna e contemporanea, live art e action art in primis, vedi Orlane, Marina Abramovic, Yoko Ono, Joseph Beuys per citarne alcuni. Ma Fellini trasformava ogni suo set in performance, partendo da un’idea di fondo e plasmando i film mentre succedevano.
Anche la recitazione invisibile è un esempio di performance nel cinema classico: “Kim Novak era arrivata sul set di Vertigo con la testa piena di idee che sfortunatamente mi era impossibile condividere. Le ho fatto capire che la storia del nostro film mi interessava molto meno dell’effetto finale, visivo, dell’attore sullo schermo una volta terminato il film” ricordava Alfred Hitchcock.
“Performance” è anche il titolo di un film molto discusso del 1970, un’opera che entrava con un artificio nella vita vissuta del rock ‘n roll di quegli anni, con Mick Jagger e Anita Pallenberg che raccontavano senza filtri le attitudini che permeavano quella scena culturale.
Oggi, Youtube e Weibo, Instagram e Tik Tok ospitano milioni di rappresentazioni popolari dell’idea di performance.
“OFF PERFORMANCE & PERFORMERS/ CONNECTING WORLDS” vuole raccontare, senza filtri, con un occhio alla cultura spontanea e popolare, una scena ed un luogo di oggi, cogliendone l’energia, le storie, la creatività e le emozioni. Una sorta di walk on the wild side”, in quella macroregione ionico-adriatica di cui Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Serbia, Slovenia ed Italia condividono uno spazio ideale che sta a noi identificare e proporre, intercettare e diffondere con quell’attitudine di performer che rende tutto autentico e contemporaneo».
IL PROGRAMMA DI DOMANI, DOMENICA 19 SETTEMBRE
Ricco il programma dei lungometraggi in concorso, che verranno proiettati presso la spiaggia Madonna dell’Altomare.
I premi assegnati dalla giuria qualificheranno le migliori performance registica, performance attore/attrice, fotografia, sceneggiatura, il miglior film e la miglior performance-colonna sonora.
Domani, domenica 19 settembre è in programma la serata di apertura, introdotta dalle performance che inaugurano le proiezioni.
“Intersezione” è infatti una delle parole chiave di questa edizione: a OFF, il cinema incontra e dialoga con le altre arti visive, attraverso una proposta di installazioni e performance che arricchiscono e rendono unica l’esperienza degli spettatori.
Apartire dalle 18.30, la spiaggia Madonna dell’Altomare si trasforma in una scena a cielo aperto, con la parade di performers realizzata con il patrocinio dell’Accademia delle Belle arti di Napoli e dell’Accademia delle Belle arti di Lecce. Si comincia con “Cosa siamo e cosa saremo (se…)”: suoni, movimenti, gesti, danze, voci e pitture per abbattere le distanze interpersonali e creare sinergie e vibrazioni. Un palcoscenico comune per connettere pubblico e performer in un’unica opera d’arte. Una performance inclusiva e interattiva di Mauro Maurizio Palumbo con Lory Coletti, Camilla Venanzio, Melania Russo, Giada Barbaro, Emanuela Sepe, Federica Amuro, Simone Talpa, Gioele Barrella, Gabriele Zucco in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
A seguire, le suggestioni di “XXXY Rituals” con Maurizio Chiantone, sound artist, Aryan Sebt e Maria Nocerino, che curano la programmazione e l’elaborazione degli elementi interattivi sonori.
L’opera invita alla riflessione su inclusione, diversità e genere. Anche la prima delle proiezioni in programma adotta le arti performative: alle 21 presso la spiaggia Madonna dell’Altomare il film “Accidental luxuriance of the translucent watery rebus” (fuori concorso) verrà accompagnato dalla voce narrante di Simone Coppo e Eleonora De Luca.
Domani, e per l’intera durata della manifestazione, prima dell’inizio dei film lo schermo ospita inoltre “Dama”, installazione di Alice Mocellin dedicata alle donne afghane.
«Il mondo è sordo al grido di un popolo, al grido di una sua parte,
come un gioco di caselle bianche e nere, ma pericoloso, nascere uomo nascere donna fa la
differenza, un’invalicabile differenza, come un muro di filo spinato elettrificato, dove fuori la vita
continua serena ma dentro è l’inferno».
Si entra quindi nel vivo del programma cinematografico con la proiezione speciale del film fuori concorso “Accidental Luxuriance of the Translucent Watery Rebus” di Dalibor Barić, un’opera personale e unica, firmata interamente da Baric che segue regia, direzione artistica, sceneggiatura, grafica, animazione, composizione, musica e montaggio. Per l’occasione sarà accompagnato dalla voce narrante degli attori Eleonora De Luca e Simone Coppo.
Il film è entrato nella lista dei lungometraggi in corsa per il premio come miglior film d’animazione agli Academy Awards 2021.
“Accidental Luxuriance of the Translucent Watery Rebus” è la storia di Martin, che ha cercato di combattere il sistema ma ora è in fuga, e dell’artista concettuale Sara. Insieme, si uniscono a una comune rivoluzionaria nelle campagne, con la polizia sulle loro tracce. L’ispettore Ambroz sa che porre le domande giuste è più importante delle risposte, perché forse niente di tutto questo è vero.