Le Danzatrici en plein air: dal 30 giugno al 3 luglio la prima parte del festival, tra gli ospiti il coreografo libanese Omar Rajeh

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RUVO DI PUGLIA – Spettacoli di grandi coreografi e compagnie italiane e internazionali ospitati da spazi urbani inusuali, come il cortile di una scuola elementare. E ancora, restituzioni di residenze artistiche, performance realizzate in collaborazione con le comunità ed eventi collaterali. Sono gli ingredienti del primo weekend di programmazione de LE DANZATRICI en plein air, il festival di danza contemporanea organizzato dalla Compagnia Menhir, con la direzione artistica del coreografo Giulio De Leo e con il sostegno di Comune di Ruvo di Puglia, Teatro Pubblico Pugliese, Regione Puglia – Assessorato all’Industria turistica e culturale, gestione e valorizzazione dei beni culturali e Ministero della Cultura. 

Dopo le due giornate di prologo, svoltesi il 24 giugno con Miss Lala al Circo Fernando e il 25 giugno con Giardini Famigliari, da giovedì 30 giugno a domenica 3 luglio prenderà forma la prima parte della programmazione del festival che si ispira al celebre affresco tombale “Le danzatrici di Ruvo di Puglia” e che immagina di rimetterne in vita le protagoniste permettendo loro di danzare libere negli spazi urbani. 

Si parte giovedì 30 giugno alle ore 11.00, nella Sala Conferenze del Museo del Libro – Casa della Cultura di Ruvo di Puglia con Talos sul filo, performance frutto di un percorso di ricerca coreografica, promozione e sensibilizzazione del pubblico realizzato dalla Compagnia Menhir in collaborazione con II Circolo Didattico “San Giovanni Bosco” di Ruvo di Puglia. Coreografia di Giulio De Leo, con Erika Guastamacchia. A seguire, venerdì 1° luglio, la stessa sede ospiterà, alle ore 11.00, Genealogia, restituzione di una residenza realizzata dalla compagnia KÖRPER (ITA), coreografia di Luna Cenere: Genealogia rappresenta una pratica condivisa e una ricerca coreografica, nata con la volontà di compiere un esperimento artistico, coreografico e umano, che guardi al valore dell’origine e, al tempo stesso, all’origine dei valori. 

Nella stessa serata di venerdì 1° luglio alle ore 19.00, poi, andrà in scena il primo vero spettacolo di questa seconda edizione del festival LE DANZATRICI en plein air, con l’attesissimo Beytna, concept e coreografia del coreografo di fama internazionale Omar Rajeh e realizzato per la prima volta in assoluto in versione outdoor: ospitato nel giardino della scuola Bovio di Ruvo di Puglia, il lavoro vede quattro coreografi e quattro musicisti provenienti da Libano, Giappone, Palestina, Belgio e Togo sedere a tavola insieme sul palcoscenico. Provengono da diversi continenti, culture e paesi. Hanno esperienze artistiche diverse, con formazioni e idee diverse. Ciò che li lega è la loro professione. Parlano, bevono, ridono, ballano e mangiano insieme. La semplicità di questo incontro diventa un punto di partenza per una struttura coreografica, concettuale e performativa più complessa. ‘Beytna’ è un semplice invito a casa propria. È salute, felicità, piacere, compassione e amicizia. È un invito ad approcciarsi alla professione dell’artista e alla costruzione coreografica, oltre che alle forme e alle situazioni del passato.

Sabato 2 luglio alle ore 19.00, lo stesso giardino della scuola Bovio farà da cornice a Lazarus serial version, co-prodotto dalla compagnia Menhir e da Hangartfest di Pesaro e in anteprima nazionale: un progetto di ricerca coreografica realizzato da Giulio De Leo con Erika Guastamacchia e con la partecipazione di otto giovani cittadini. Una performance ispirata dalle pratiche di cura e rinascita che, in questa inedita versione, vede una serie di nove corpi, adagiati su tavoli e ravvivati dalla danza, diventare il fulcro identitario per la nuova comunità che si raccoglie a vegliare su di essa. 

Seguiranno, alle 19.20 e alle 19.45 gli spettacoli Nostos della compagnia italiana Equilibrio Dinamico (in anteprima nazionale) e Pina My Love dei libanesi Beirut Physical Lab (prima che definisce quel senso di circolarità del viaggio dell’esistenza il cui fine ultimo è arrivare a sé stessi. Il Nostos è annoverato tra i motivi letterari più antichi e diffusi, il cui archetipo è proprio il lungo viaggio di Ulisse; un viaggio che, significativamente, è un ritorno: il suo obiettivo non è condurre l’eroe a una meta, ma ricondurlo in maniera circolare – più esperto della vita e quindi più saggio – al suo originario punto di partenza: a casa. Una casa fisica, Itaca. Una casa interiore, la conoscenza di sé. In Pina My Love, invece, il coreografo Bassam Abou Diab affronta il tema della libertà, a partire proprio dalla privazione di essa: una prigione rappresenta una potente condanna e una limitazione forzata della libertà. I regimi totalitari hanno utilizzato questa istituzione per soggiogare la libertà di parola attraverso intimidazioni e torture. Come può una tale esperienza influenzare la percezione che si ha del proprio corpo, dei propri movimenti e delle proprie reazioni? Come ballerino, Bassam Abou Diab, tenta di incarnare la reazione di pratiche disumane, portando ad un mondo di fantasia e permettendo al corpo di trascendere nel soprannaturale. Danzare e sognare per sopravvivere al dolore.

Domenica 3 luglio alle ore 19.00, nel giardino della scuola Bovio, sarà la volta di Heroes – small version del Collettivo Zebù: uno studio a cura di Claudia Gesmundo, realizzato in collaborazione con lo stesso istituto scolastico, sul tema degli eroi: Chi sono gli “eroi” con cui ci confrontiamo ogni giorno? Ma soprattutto… lo sono davvero? Quanto liberi siamo rispetto alle influenze provenienti dal mondo esterno, dominato da modelli da inseguire, linguaggi e mode in continua evoluzione? Il lavoro, immaginato come un dispositivo mutevole negli interpreti, offre una struttura coreografica malleabile che cambia e si lascia ispirare dalle sorprendenti suggestioni degli interpreti che interagiranno nello spazio attraverso i loro corpi e che per questa versione saranno dei piccoli eroi: i bambini. 

Segue, alle 19.20 lo spettacolo H.A.R.L.E.M. del collettivo messicano Querido Venado, un duetto di danza contemporanea che prende in prestito elementi dal voguing old school e li mescola con i passi del folklore messicano. Il dialogo tra queste forme di movimento funziona come una potente e al tempo stesso stilizzata proposta contemporanea che unisce ritmi frenetici e multiformi dinamiche sonore alle già intense sequenze danzanti. Alle 19.45, infine, il primo weekend di programmazione del festival si chiude con la restituzione di residenza dal titolo Chat – outdoor version della compagnia italiana Cornelia, coreografia di Nicolas Grimaldi Capitello: reale o virtuale? Il lavoro parte dalla riflessione sul concetto di connessione e su come questo sia mutato nel tempo a causa dell’utilizzo sfrenato dei social media. Esso non solo sta cambiando il nostro modo di vivere i rapporti, ma, secondo studi antropologici, sta causando una vera e propria trasformazione, seppur in modo lento e impercettibile, del nostro corpo. Questo mutamento è già in atto e nessuno ne è immune.

Tra gli eventi collaterali di questa prima parte del festival LE DANZATRICI en plein air, l’incontro del ciclo “I Dialoghi del Giovedì” sul tema Cultura e Convivialità che, giovedì 30 luglio alle 17.00 nella Sala conferenze del Museo del Libro – Casa della Cultura di Ruvo di Puglia, vedrà ospiti Omar Rajeh e Patricia Caroline Mai, insieme a Stefania di Paolo e, ancora, le lezioni aperte della scuola di danza The Company, direzione artistica di Antonella Sparapano e Angela Maria Sparapano, con la partecipazione degli allievi di età compresa tra i 3 e 19 anni aderenti ai corsi di danza classica, moderna e hip hop, che si svolgeranno domenica 3 luglio alle 17.00 nel Nuovo Teatro Comunale di Ruvo di Puglia. 

Attraverso il suo fitto calendario, LE DANZATRICI en plein air porta in scena l’eccellenza di grandi artisti e compagnie nazionali e internazionali, al fianco di lavori di ricerca frutto di residenze artistiche e performance coreografiche realizzate insieme alle comunità. Il tutto, secondo una chiave di lettura che guarda alla valorizzazione dei talenti emergenti, a cui sono dedicate le sezioni Scavi, fucina di produzione di artisti under35, Mitologie, che accoglie nel festival produzioni già attive e Giacimenti, che accoglie gli autori selezionati nei progetti di alta formazione partner di GIACIMENTI, rete italiana per l’emersione dei giovani talenti coordinata da Menhir/LE DANZATRICI en plein air in partnership con Conformazioni Festival di Palermo, HangartFest di Pesaro, Progetto Da.Re. Dance Research di Roma, Modem Pro/CZD/Scenario Pubblico di Catania, Alta Formazione/ Compagnia Arearea di Udine.