Barletta Piano Festival, lunedì 11 luglio ultima anteprima tra classica e jazz con Gaetano Di Bacco e Giuliano Mazzoccante

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BARLETTA (BAT) – Musica classica e jazz, combinazione insolita per un concerto. È la proposta di Gaetano Di Bacco e Giuliano Mazzoccante, sassofonista il primo, pianista il secondo, protagonisti della terza e ultima anteprima del Barletta Piano Festival diretto da Pasquale Iannone, lunedì 11 luglio (ore 21.15) all’Hotel La Terrazza. Con un repertorio vario nei generi e nelle sonorità, i due musicisti amano sperimentare nuove armonie e ritmi, scambiandosi i ruoli grazie ad una sapiente duttilità nel superare le difficoltà tecniche esecutive create dai brani scelti, a partire dalla riduzione della celebre cavatina «Una voce poco fa» dall’opera «Il barbiere di Siviglia» di Rossini, uno dei vertici del teatro musicale comico. Seguirà «Scaramouche» Di Darius Milhaud, brano che conferma quanto il compositore francese sia stato capace di fondere la grande tradizione musicale francese con le influenze della musica del Brasile, assorbite durante il suo soggiorno nel Paese. Originariamente composta in tre movimenti per due pianoforti, successivamente fu trascritta per sassofono e orchestra: una miscela perfetta di elementi di chanson, jazz, blues e samba il cui linguaggio immediato, tagliente e comunicativo viene conservato dalla rilettura di Mazzoccante e Di Bacco. «Vif», «Modérè» e «Brazileira» sono i titoli dei tre movimenti, che si succedono in un clima musicale di intensa serenità e, a tratti, spregiudicatezza, con un finale ribollente che conduce nelle esotiche terre brasiliane.

Ci sarà, quindi, un’incursione nel mondo iberico con la «Pequeña Czarda» (piccola danza) del compositore spagnolo Pedro Iturralde, considerato il pioniere della musica jazz spagnola. Si tratta di un breve pezzo per sassofono e pianoforte in stile classico del quale esiste anche una trascrizione per sax e banda sinfonica a firma di Roger Niese.

Quindi, si volerà oltreoceano con il compositore americano di origini siciliane Paul Creston, nome d’arte di Giuseppe Guttoveggio, la cui passione per la musica si deve proprio al repertorio popolare degli antenati. L’incontro con Henry Cowell fu decisivo per la crescita musicale di Creston. Il brano in programma, la Sonata op. 19, di stile neoclassico, è una delle opere più singolari per sassofono contralto e pianoforte, e dalle inflessioni spiccatamente jazz, del compositore italo-americano.

Negli Stati Uniti si resterà con George Gershwin e la sua celebre «Rhapsody in blue» inizialmente concepita per due pianoforti. Successivamente divenne un brano per pianoforte e big band jazz dopo l’incontro con Paul Whiteman, che ne affidò l’orchestrazione a Ferde Grofé, il quale mantenne intatte le caratteristiche ritmico-melodiche della versione originale.

L’escursione americana si completerà con un omaggio alla Grande Mela di Roberto Molinelli, autore di «Four Pictures from New York», composizione dalla quale Di Bacco e Mazzoccante proporranno il brano «Tango Club».