Giovedì 14 luglio si inaugura “Col favore di Minerva”, il festival di musica, Mediterraneo, trance ed elettronica al Castello di Tutino

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TRICASE (Lecce) – Da giovedì 14 a domenica 17 luglio, negli spazi misteriosi e sognanti del Castello di Tutino a Tricase, torna il festival “Col favore di Minerva”, quattro giorni dedicati alla musica e alla contaminazione feconda tra ispirazioni, provenienze e generi.

Col favore di Minerva è una produzione del Castello di Tutino; il festival è voluto e ideato da Edoardo Winspeare, con la direzione artistica di Giorgio Doveri, realizzato in partnership con Officina Zoè, Fondazione Sylva, Tarantarte, ZeroNoveNove Produzioni e Saietta Film, sponsor Aratravel – Turismo medicale e Hotel Adriatico di Tricase.

“Mediterraneo, trance ed elettronica” sono le parole chiave di questa seconda edizione, che dopo quella dello scorso anno, incentrata sulle eredità delle tradizioni popolari, allarga l’orizzonte oltre il mare, seguendo la radice comune di un Mediterraneo arcaico e ritualistico, dalla Turchia alla Tunisia, a Napoli. Ma è anche un Mediterraneo contemporaneo quello a cui guarda il festival, in cui protagonista ed elemento trainante è la componente elettronica.

Le quattro serate del festival presentano così altrettanti progetti della scena della world music di

caratura internazionale, che a fine serata cedono il posto a DJ set sperimentali e coinvolgenti.

Fanfara Station, Maria Mazzotta, Officina Zoè e Baba Zula sono i protagonisti di questa seconda edizione del festival.

 

Start ore 22, ingresso 10 euro acquistabile sul posto fino ad esaurimento o prenotando tramite whatsapp +393890974212; pacchetto 4 serate, 25 euro.

Dalle 23:30 l’ingresso è gratuito.

 

Giovedì 14 luglio Fanfara Station (Canada – Tunisia – Italia) porta al Castello di Tutino un mix di suoni e canti tunisini, tromba, trombone ed elettronica. Segue il DJ set di Ghiaccioli e branzini.

 

Fanfara Station è un progetto in trio con looping dal vivo che fonde la forza di un’orchestra di fiati, l’elettronica e i ritmi e i canti del Maghreb. Nel 2019 ha vinto il Premio Andrea Parodi, il più importante contest in Italia dedicato alla world music. Al gruppo va anche il premio della critica e quello per il migliore arrangiamento. Ispirato dal ricordo della banda del padre di Marzouk, Fanfara Station celebra l’epopea dei popoli Migranti del Mediterraneo, delle culture musicali della diaspora africana e dei flussi che da sempre uniscono il medio oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. Un dance party creato dal vivo da soli tre musicisti e due loop station usate per sovraincidere le tracce e manipolare i suoni acustici ed elettronici. Un dance party creato dal vivo da soli tre musicisti e due loop station usate per sovraincidere le tracce e manipolare i suoni acustici ed elettronici. Gli strumenti sul palco sono dof, bendir, darbuka che si intrecciano con tromba, trombone, clarinetto,  i tre fiati tunisini (nay, mizued e zocra) e gli strumenti elettronici quali Synths e Drum Machine.

Ghiaccioli e Branzini negli anni ha affinato quello uno stile inconfondibile. Se la base è sempre la musica elettronica, le contaminazioni invece sono molteplici: rimandi al blues, al jazz e alla musica folk. Dal 2012 ad oggi Ghiaccioli e Branzini è attivo in un no-stop tour con numerosi progetti di interazione tra musica elettronica e musica suonata. Negli ultimi anni ha composto diverse colonne sonore per spot televisivi, fashion show e campagne pubblicitarie di brand internazionali.

 

Venerdì 15 luglio, sul palco del Castello di Tutino arriva Maria Mazzotta Quartet (Salento – Napoli). Maria Mazzotta, una delle voci più importanti del panorama world, presenta il suo nuovo album “Amoreamaro” per la prima volta nel Salento con la nuova formazione in quartetto.

A seguire, DJ set di Federico Primiceri.

 

Maria Mazzotta è una delle personalità musicali tra le più emblematiche del Sud Italia.

Una performance di congiunzione tra la ricerca della semplicità di “Amoreamaro” con arrangiamenti pensati e scritti per duo voce e fisarmonica, e la ricerca di un suono più completo e avvolgente grazie all’utilizzo di percussioni etniche, chitarra elettrica e suoni elettronici. Oltre al fisarmonicista Antonino De Luca, che ha accompagnato Maria Mazzotta nel tour europeo 2021 che li ha visti esibirsi in più di 50 concerti in più di 15 Paesi d’Europa, la performance vede la partecipazione di Cristiano Della Monica ed Ernesto Nobili, rispettivamente percussionista e chitarrista, entrambe coinvolti nel nuovo progetto in veste anche di producers.

Con l’album d’esordio solista “Amoreamaro” pubblicato nel marzo 2020, Maria Mazzotta realizza più di 80 concerti in più di 20 Paesi europei. Dopo il grande successo al Womex di Porto, continua il tour per presentare in anteprima la nuova line up.

 

Federico Primiceri, esperto di musica indie e di ricerca, è un artista completo senza barriere di confine. Da ben oltre vent’anni propone selezioni musicali spaziando dalla world music all’indie rock, dalla dance elettronica alle sonorità tropical.

 

Sabato 16 luglio, in programma il live di Officina Zoè: lo storico gruppo presenta in anteprima il nuovo progetto Ipnotica, per un viaggio ancestrale e profondo attraversato dal sound elettronico di Manu PHL. A seguire, il DJ set di João Capoca.

 

Officina Zoè nasce negli anni ’90 attestandosi tra i protagonisti del movimento di revival della tradizione musicale salentina, che ha portato oggi alla ribalta internazionale il Salento.

L’elemento di forza del gruppo è la ricerca costante della trance e della ciclicità insita nel ritmo arcano dei tamburelli e intrisa di minimalismo nella musica e nel canto: ciò ha reso possibile, col tempo, la realizzazione di nuove composizioni musicali che cantano e raccontano il mondo di oggi, ma profondamente ancorate e rispettose della filologia e del linguaggio della tradizione.

Il gruppo vanta numerose partecipazioni a importanti festival nazionali e internazionali, tra cui il Womex a Berlino, il Premio Tenco, il Womad di Peter Gabriel a Palermo, oltre che concerti negli Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone e India.

Importanti anche i lavori in ambito cinematografico tra cui va menzionata la lunga e proficua collaborazione con Edoardo Winspeare e ben tre lungometraggi (Pizzicata, Sangue vivo e Il miracolo). Officina Zoé sono: Cinzia Marzo, Lamberto Probo, Donatello Pisanello, Giorgio Doveri, Luigi Panico, Silvia Gallone.

 

João Capoca, collezionista di vinile sin dalla più tenera età, condurrà in un viaggio immaginario in tutto il mondo, passando dall’Afrobeat e l’Highlife della costa occidentale africana per giungere alle Antille dove troveremo i suoni dello Zouk e Compas haitiano, Reggae jamaicano, senza disdegnare virate verso Cuba e le piccole Antille (Martinica, Puerto Rico ecc.), ripartendo per le rotte che portano al sud ci troveremo in Brasile con la Batucada, la Bossa e la Samba, i cambi di rotta improvvisa ma con un senso filologico (o forse no, poi si vedrà) potrebbero portare all’ascolto di altri vari generi (funk, soul, latin-jazz, prog, italo-disco, soundtrack ecc.)

Infine, domenica 17 luglio il festival si chiude Baba Zula, storica band e una delle più note della Turchia. Vengono da Istanbul e la loro musica è un incontro tra musica Sufi, elettronica e rock. Il loro concerto è un viaggio psichedelico e mistico che fa ballare e viaggiare nelle sonorità medio orientali, ritmate da darbuka e batteria. A seguire, il DJ set di Gopher.

 

Baba Zula è una delle formazioni che meglio sa esprimere in musica la sintesi di oriente e occidente, tradizione e futuro di questa città. Nella loro “musica da psicodanza del ventre” si fondono la memoria e i suoni del rock psichedelico degli anni Sessanta, una voce femminile e melodie da “Mille e una notte”, elettronica e strumentazione tradizionale turca. Fondati nel 1996 da Murat Ertel , Levent Akman hanno collaborato con decine di musicisti e registi a livello internazionale. Le collaborazioni per cui sono più noti in Europa sono tuttavia quelle con musicisti “occidentali”, come il celebre mago del dub Mad Professor, londinese di origini giamaicane, che ha prodotto i loro due ultimi dischi “PsychoBelly Dance Music” e l’appena uscito “Belly Double”. O altri due rinomati musicisti giamaicani come Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, entrambi presenti sul loro ultimo disco, con il quale la fusione creativa di ritmi e sonorità reggae e tradizione orientale si è ulteriormente spinta in avanti, facendo coniare per loro l’etichetta di “oriental dub”.

 

Gopher, DJ e collezionista di vinili, conosciuto anche in quanto pioniere nelle scene hardcore rap e reggae nei primi anni ’90, e veterano in ambito punk rock fin dal 1983, da lungo tempo porta anche in giro in Italia e in Europa, con all’attivo anche un paio di infuocati set a New York, la sua selezione rigorosamente a 45 giri, spaziando dal northern soul agli oldies giamaicani, dal rhythm & blues dei 50s e dei 60s al garage punk e al rock and roll più grezzo e sporco.