Questa mattina in piazza Moro la cerimonia in ricordo delle ventitré vittime del disastro ferroviario sulla tratta ferroviaria Andria-Corato

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BARI – Si è tenuta questa mattina, presso la lapide commemorativa all’interno del perimetro della fontana di piazza Moro – di fronte alla stazione centrale di Bari – la cerimonia in ricordo delle ventitré persone decedute a causa del disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato.
Alle ore 11.05, orario dello scontro tra i due convogli, il sindaco Antonio Decaro, insieme ai sindaci delle comunità coinvolte, ha deposto una corona di fiori e osservato un minuto di silenzio per commemorare le vittime.
“Ricordare il disastro ferroviario sulla tratta Andria Corato, costato la vita a 23 persone, tante quante sono le rose che oggi ho deposto in questo luogo simbolico – ha dichiarato Antonio Decaro – significa per noi mantenere l’impegno alla memoria con le famiglie delle vittime e prendere un impegno per il futuro con la nostra comunità.
Una comunità fatta di studenti, lavoratori, famiglie, donne e uomini proprio come le vittime di quella terribile giornata di luglio di sei anni fa.
Il nostro impegno deve essere quello di ottenere giustizia che ancora non c’è perché il processo non si è ancora concluso. E allo stesso tempo quello di migliorare le condizioni del servizio ferroviario. Da allora sono stati fatti diversi passi avanti: sicuramente sono aumentati gli standard di sicurezza ferroviaria ma questo, nella maggior parte dei casi, è avvenuto a discapito della velocità dei treni. Non dobbiamo scegliere tra la sicurezza e la velocità dei treni, credo che il diritto alla mobilità sia un diritto di tutti, soprattutto, in alcune zone del nostro Paese. La mobilità rappresenta concretamente una leva per lo sviluppo del nostro territorio.
Per questo chiediamo che si continui ad investire per far sì che, anche al Sud, studenti, lavoratori, famiglie e turisti possano contare su infrastrutture sicure ed efficienti, cosicché i sacrifici fatti fino ad oggi non siano inutili e le famiglie delle vittime non sentano che il tempo trascorso o il sacrificio dei loro cari sia stato vano”.