Agìmus Festival, venerdì 2 settembre il raffinato concerto-spettacolo “A Pa’ – Pasolini 100” dedicato al grande intellettuale nel centenario della nascita

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MOLA DI BARI – Pasolini e i suoi rapporti con la musica colta e la canzone d’autore, in un raffinato progetto artistico che vede insieme la voce narrante di Gabriele Zanini e quella del cantante e chitarrista Pietro Verna, affiancati da Francesco Galizia (fisarmonica e sax soprano), Antonio Palazzo (pianoforte e arrangiamenti) e dal Quartetto d’archi Cecile.

Lo spettacolo s’intitola «A Pa’ – Pasolini Suite 100» e viene presentato venerdì 2 settembre (ore 21) nel chiostro di Santa Chiara, a Mola di Bari, per l’Agìmus Festival diretto da Piero Rotolo, per celebrare il centenario della nascita del grande intellettuale bolognese.

«Per questo io mi sento ancora fortemente commuovere dalla sua immagine che suona Bach; lei ha costruito un edifico solidissimo nella mia vita», scriveva Pier Pasolini nel 1946 a Pina Kalc, la donna che, quand’era ragazzo, l’aveva avvicinato alla musica e al violino. E lui, il poeta originario di Casarsa che considerava la musica come l’unica azione espressiva alta e indefinibile, aveva iniziato ad amare il repertorio colto, anche se al contempo non riusciva ad allontanarsi dalla passione per la canzone popolare e le «canzonette».

La sua inesauribile curiosità e straordinaria conoscenza lo portarono a comporre piccoli capolavori, tra i quali spicca per originalità e intensità il testo di «Cristo al mandrione», canzone con musiche di Piero Piccioni portata al successo da Laura Betti e successivamente ripresa da Gabriella Ferri, la voce di Roma. Per non parlare di un altro testo, quello di «Cosa sono le nuvole», il brano musicato e cantato da Domenico Modugno inserito dallo stesso Pasolini nell’episodio cinematografico «Che cosa sono le nuvole?» con Totò e Ninetto Davoli che venne compreso nel film corale del 1968 «Capriccio all’italiana».

Al tempo stesso, la figura e l’immaginario pasoliniano hanno ispirato tantissimi musicisti, i quali hanno dedicato alcune splendide canzoni all’autore degli «Scritti corsari», come Fabrizio De André, che lo ricordò con «Una storia sbagliata», e Francesco De Gregori con il pezzo-tributo «A Pa’». Ed è proprio dallo struggente brano del cantautore romano che prende il titolo lo spettacolo nel quale Gabriele Zanini dialoga con Pietro Verna: due voci intorno alle quali il pianista Antonio Palazzo, autore degli arrangiamenti, ha riunito Francesco Galizia (fisarmonica e sax soprano) e il Quartetto d’archi Cecile, ensemble tutto al femminile. Il risultato è un recital di musica e parole attraverso il quale i protagonisti ripercorrono l’amore pasoliniano per l’arte e la bellezza, andando ad intrecciare ad aneddoti e poesie, le stesse canzoni di Pasolini con musica colta e brani del cantautorato italiano, dalla rivisitazione della Suite n. 1 per violoncello solo di Bach ad alcuni classici di De Gregori.

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