Alla scoperta del Salento: la cava di bauxite a Otranto, la vita oltre l’abbandono

1060

Era il 1976 quando le macchine e gli operai che per 36 anni avevano animato un’anonima radura nei pressi di Otranto, scavando ed estraendo bauxite, andarono via lasciandosi dietro silenzio e terra sventrata.

Uno scenario desolante, se non fosse che quello che, come migliaia di altre cave nel mondo era destinato a diventare un luogo fantasma, dimenticato da tutti, è diventato il lago magico del Salento.

Magico, sì, perché non esistono altre definizioni per descrivere in breve il lago verde smeraldo della cava di bauxite.

Tutto ebbe inizio nel 1940, quando il giacimento fu sfruttato per l’estrazione della bauxite, elemento fondamentale per la lavorazione dell’alluminio.

Nel 1976, al termine dei lavori, la cava fu abbandonata, ma un’infiltrazione d’acqua in una delle falde, creò lo spettacolo che oggi tutti conoscono.

Potere della natura, madre premurosa e dell’acqua, portatrice di vita.

Il verde smeraldo del lago, il rosso della terra, il verde più chiaro della vegetazione circostante rendono la cava di bauxite il locus amoenus in cui sostare per nutrisi si splendore e stupore.

Se ci si reca in prossimità del tramonto, ancora meglio perché anche i colori del cielo partecipano alla meraviglia.

Si astengano i più temerari dall’immaginarsi immersi nelle acque del lago, perché la balneazione è proibita per ovvi motivi di sicurezza.

Una fortuna per il lago ovviamente, perché in caso contrario, di questo paradiso incontaminato oggi ben poco sarebbe rimasto, quindi turisti e curiosi sono i benvenuti, ma oltre ad una sana escursione e qualche foto altro non possono fare.

di Claudia Forcignanò