Mario Tozzi al Verdi di Brindisi: talk su cambiamenti climatici e fonti rinnovabili

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BRINDISI – Fonti rinnovabili, cambiamento climatico, energia: sono questi i temi degli “Energy Talks con Mario Tozzi, primo ricercatore CNR e divulgatore scientifico, in programma nel foyer del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi martedì 4 aprile, con inizio alle ore 17.30. L’ingresso è gratuitoprevia prenotazione alla pagina di Eventbrite rebrand.ly/EnergyTalk. Il ciclo di incontri, promosso da Gruppo Hope e Galileo, rappresenta un’opportunità unica di confronto e dibattito – aperto a cittadini, imprese e istituzioni – per comprendere le conseguenze del cambiamento climatico per il nostro pianeta e il ruolo che in questo contesto giocheranno i paesi occidentali e in via di sviluppo.

L’appuntamento al Teatro Verdi di Brindisi con gli “Energy Talks” è con il prof. Mario Tozzi, geologo, autore e saggista noto anche come volto tv grazie alla sua conduzione del format Sapiens – Un solo pianetaMichele Scoppio, amministratore unico Hope Group, Ruggero Ronzulli, presidente Legambiente Puglia: modera la giornalista Annamaria Minunno. Al termine degli incontri sarà possibile effettuare domande e dibattere sui temi della transizione ambientale ed energetica. Gli “Energy Talks” sono promossi da Gruppo Hope e Galileo, con il supporto del Politecnico di Bari.

Il cambiamento climatico rappresenta una della più grandi sfide del nostro tempo, che impatta e impatterà – in misura crescente – sulla nostra vita. Per i Paesi in via di sviluppo il tema rischia di diventare addirittura una questione capace di minare profondamente gli equilibri, portando a problematiche di instabilità sociale. Fenomeni come l’aumento delle inondazioni e della siccità, che abbiamo dovuto fronteggiare recentemente anche in Italia, sono sintomi inequivocabili di come il cambiamento climatico stia producendo già effetti tangibili. A fronte di questo scenario, cosa aspettarci per il futuro? In che modo il cambiamento climatico si tradurrà anche in un impatto economico e finanziario? E, ancora, quali nuove competenze richiederanno queste sfide per poter essere affrontate? Qual è la percezione dei giovani in merito alle tematiche ambientali e quali sono le criticità che impediscono il generarsi di una vera azione collettiva?

Lo scorso lunedì il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu (Ipcc) ha pubblicato la sintesi finale del suo sesto rapporto. Questo documento può essere considerato l’ultimo avviso della comunità scientifica: contenere il riscaldamento globale entro parametri ragionevoli (+1.5° C di aumento della temperatura) è ancora possibile, ma servono tagli profondi e immediati alle emissioni di gas serra. Per usare le parole del segretario generale dell’Onu António Guterres ispirate all’ultimo film vincitore dell’Oscar: «Il nostro mondo ha bisogno di azione per il clima everything, everywhere, all at once», tutto, dappertutto e tutto insieme. Il mandato della scienza sembra essere una preghiera: le emissioni devono quasi dimezzarsi entro la fine di questo decennio e azzerarsi a partire dal 2050. La temperatura è aumentata più negli ultimi cinquanta anni che nei precedenti duemila, la concentrazione di CO2 in atmosfera non era così alta da due milioni di anni.

Secondo la Conferenza sul clima di Parigi (2016) «Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta». Sull’argomento Mario Tozzi è tranchant: «L’estate del 2022 è stata la più calda della storia da quando l’uomo è in grado di misurare la temperatura. Entriamo nell’era del fuoco. Quello in atto è un cambiamento profondo, veloce e determinato principalmente dalle attività degli uomini, come conviene la maggior parte degli scienziati. Le conseguenze sono gravissime, dall’innalzamento del livello dei mari a causa della fusione dei ghiacci, zone che finiscono sott’acqua e altre che si desertificano. Ciascun italiano immette nell’aria circa sette tonnellate e mezza di anidride carbonica all’anno: su questo possiamo fare molto muovendoci in maniera diversa, eliminando ciò che è troppo inquinante e generando energia con le rinnovabili. A quel punto potremmo chiedere alle aziende di convertirsi in senso sostenibile ed ecologico, ricevendo incentivi da parte dello Stato, penso ad esempio in forma di defiscalizzazione. Ecco, dovrebbe esserci un’azione condivisa e uniforme da parte degli Stati con un organismo terzo deputato al controllo».

«Il cambiamento climatico e l’attuale crisi energetica ci mettono davanti a sfide cruciali che in qualità di cittadini, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni, abbiamo l’obbligo di accogliere – spiega Michele Scoppio, amministratore unico di Hope Group –. L’obiettivo degli Energy Talks è proprio di iniziare ad avviare un percorso di consapevolezza che consenta a tutti gli attori coinvolti di parlarsi, confrontarsi, porsi domande e analizzare soluzioni possibili per trasformare una minaccia in opportunità per contribuire fattivamente alla costruzione di un futuro più sostenibile. Iniziare a farlo qui, in Puglia, credo sia il segno tangibile del ruolo trainante che la nostra regione e il Mezzogiorno potranno giocare nei prossimi anni nel campo delle energie rinnovabili, in particolare dell’eolico offshore, sia per l’Italia sia per l’Unione Europa».