A causa della sua posizione sopraelevata, Montesardo ha costituito da sempre un interessate punto di osservazione, come testimoniato da ritrovamenti risalenti all’epoca messapica ed a quella romana, quando esso costituiva una postazione strategica per il controllo dei traffici lungo la parte meridionale della Via Traiana. Tale funzione di luogo di osservazione deve essere ugualmente rimasta durante le successive dominazioni bizantina, normanna e sveva.
Situato nella parte più alta del centro storico, il Castello di Montesardo, di cui oggi restano solo le vestigia del nucleo principale, fu edificato secondo alcuni storici dalla famiglia Caracciolo di Marano, mentre secondo altre ipotesi risalirebbe invece al periodo a cavallo fra il XV ed il XVI secolo, relazionandosi così con la signoria della famiglia Orsini – Del Balzo. Nei secoli successivi la struttura subì diversi interventi che ne cambiarono notevolmente l’aspetto.
Nel XIX secolo il castello venne comprato dai Baroni Romasi che lo tennero per più di un secolo circa, mentre durante la Seconda Guerra Mondiale fu occupato da alcuni reparti dell’esercito tedesco che lo adibirono a presidio per lo stazionamento delle forze dislocate nell’area. Durante la ritirata questi provvidero a piazzare diverse mine che successivamente furono fatte esplodere, arrecando notevoli danni alla struttura. Parte delle ricchezze furono tra l’altro prelevate dai Tedeschi ed andarono perdute.
Attualmente il castello appartiene ai Padri Vocazionisti, che lo rilevarono dopo la fine della guerra dai Baroni Romasi e che vi hanno installato all’interno una casa di riposo.
Il nucleo più antico della fortezza ha una pianta quadrata, con quattro torrioni angolari anch’essi quadrati. Perimetralmente alla struttura vi è un recinto, mentre all’interno si sviluppa un cortile, che originariamente costituiva la piazza d’armi, sul quale si affacciano tutti gli ambienti e le sale. Alla struttura si accedeva un tempo attraverso un ponte levatoio in legno, oggi sostituito da una stradina in pietra. Le cortine presentano un parapetto leggermente aggettante ed una decorazione formata da beccatelli.
di Cosimo Enrico Marseglia
Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016), Contesa per Napoli. La Puglia ed il Regno di Napoli nelle guerre tra Spagna e Francia fra XV e XVI secolo (2024). per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena. Ha conseguito il Diploma Universitario in Scienze Strategiche presso l’Università di Modena e Reggio.