La popolazione residente in Puglia, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 890.661 residenti, in calo rispetto al 2022 (-17.022 individui; -0,4%); poco più della metà della popolazione vive nelle province di Bari e Lecce (51,1%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico.
- In Puglia, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 25.591
(-710 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-1.256 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dall’11,4 all’11,1 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Foggia e Lecce.
- Le donne sono il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di quasi 95mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 46,0 a 46,4 anni. Barletta-Andria-Trani e Foggia sono le province più giovani (rispettivamente 44,9 e 45,5 anni), Lecce e Brindisi quelle più anziane (47,5 e 47,0 anni).
Gli stranieri censiti sono 147.269 (+5.124 rispetto al 2022), il 3,8% della popolazione regionale. Provengono da 170 Paesi, prevalentemente da Romania (19,8%), Albania (13,5%) e Marocco (7,8%).
- Il 16,7% della popolazione vive nei tre comuni con oltre 100.000 abitanti (Bari, Taranto e Foggia) e poco meno di un quarto in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti (23,8%).
Distribuzione della popolazione e dinamica demografica
I risultati del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni 2023 consentono di determinare la popolazione residente al 31 dicembre 2023. In Puglia si tratta di 3.890.661 unità, il 6,6% della popolazione italiana.
Poco meno di un terzo della popolazione risiede nella provincia di Bari (31,4%), la sola a superare il milione di abitanti. Segue le province di Lecce, che con più di 767mila residenti raccoglie il 19,7% dei residenti della regione, e quella di Foggia (15,2%). Le altre tre province ospitano il 33,6% dei residenti. A fronte di una popolazione nazionale sostanzialmente stabile rispetto al 2022, i dati censuari evidenziano una flessione di 17.022 unità nella regione (-0,4%), che è il risultato di andamenti demografici differenziati sul territorio. In valore assoluto la perdita più consistente è quella della provincia di Lecce (-3.999 residenti), seguita da Bari (-3.366) e da Taranto (-3.191); in termini relativi, le diminuzioni maggiori si registrano nelle province di Brindisi e Taranto (-0,6%), seguite da Lecce (-0,5%), Foggia e Barletta-Andria-Trani (entrambe -0,4%) (Prospetto 1).
La significativa diminuzione della popolazione residente in Puglia nel 2023 è frutto della somma di due saldi negativi, quello naturale (-17.829 unità) e quello migratorio interno (-11.062), non compensata dai valori positivi del saldo migratorio con l’estero (+10.166) e dell’aggiustamento statistico (+1.703). Tutte le province concorrono, seppur in misura diversa, a determinare questo andamento regionale: in particolare, Lecce è la provincia con il più basso saldo naturale (-4.806), Foggia quella con il saldo migratorio interno più basso (-3.603), mentre Bari ha il saldo migratorio estero più elevato (+2.925) .
Il saldo naturale nella regione conferma la dinamica sfavorevole in corso, caratterizzata da un eccesso dei decessi (43.420) sulle nascite (25.591). In Puglia, infatti, come nel resto del Paese, si registra il nuovo minimo storico delle nascite, con una riduzione di oltre un terzo rispetto ai quasi 43mila nati di inizio millennio (anno 2000). La diminuzione del numero dei nati è determinata sia dalla contrazione della fecondità, sia dal calo della popolazione femminile in età riproduttiva (15-49 anni).
Prosegue, seppur lievemente, il trend decrescente del tasso di natalità, dal 6,7 per mille del 2022 al 6,6 del 2023, mantenendosi comunque più elevato della media nazionale (6,4 per mille abitanti). Tra le province il maggior decremento si riscontra a Brindisi (da 6,6 a 6,2 per mille nel 2023); il valore minimo del tasso si registra a Lecce (6,0 per mille), il valore massimo a Foggia (7,1 per mille), l’unica provincia a presentare un incremento.
Rispetto all’anno precedente il numero dei morti diminuisce di 1.256 unità. Il decremento è del 2,8% sul 2022, inferiore al valore nazionale (-6,1%), e riguarda soprattutto la componente più anziana della popolazione, all’interno della quale si concentra la maggior parte dei decessi. Si tratta di un collettivo che, soprattutto nella sua componente più fragile, è stato particolarmente colpito dall’eccesso di mortalità negli anni della pandemia 2020-2022. Conseguentemente, il tasso di mortalità in Puglia scende dall’11,4 nel 2022 all’11,1 per mille nel 2023, risultando inferiore al tasso nazionale (11,4 per mille). Nel confronto provinciale, le tre province più giovani, Barletta-Andria-Trani, Foggia e Bari, presentano valori inferiori alla media nazionale, mentre il maggior decremento del tasso di mortalità si rileva a Foggia e Lecce. Quest’ultima risulta essere anche la provincia più anziana .
Il saldo migratorio interno, che misura i trasferimenti di residenza tra i comuni italiani, ha registrato un bilancio negativo di circa 11.000 persone nel 2023 (-2,8 per mille) che interessa tutte le province pugliesi. Il valore negativo del tasso migratorio è più marcato a Foggia e Taranto (-6,1 e -3,3 per mille rispettivamente), più contenuto a Lecce e Bari (-1,7 per mille). Tale perdita risulta quasi perfettamente compensata dai movimenti migratori internazionali che, pur essendo in diminuzione rispetto al 2022 (da +2,9 a +2,6 per mille), presentano un valore positivo.
I trasferimenti di residenza con l’estero restituiscono una dinamica migratoria positiva in tutte le province, sebbene quasi sempre inferiore alla media nazionale e di diversa entità, passando dall’1,5 per mille abitanti di Barletta-Andria-Trani al 4,8 per mille di Foggia, che, unica provincia con valori in linea alla media nazionale, conferma la propria vocazione di area più attrattiva della regione nei confronti dell’estero.