A Ruvo di Puglia dal 5 giugno al 5 luglio la 5^ edizione del Festival internazionale di Danza Contemporanea

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Un intero mese di programmazione, più di 50 appuntamenti tra cui 32 performance, 3 anteprime nazionali e ben 13 prime nazionali. E ancora, circa 100 artisti e 20 compagnie provenienti da tutta Italia ma anche da Olanda, Lussemburgo e Armenia, paese a cui è dedicato un intero Focus Culture. I numeri raccontano un percorso di crescita sempre più ambizioso per il Festival Internazionale di Danza Contemporanea LE DANZATRICI en plein air, organizzato e promosso dalla Compagnia Menhir e che torna a Ruvo di Puglia da giovedì 5 giugno a sabato 5 luglio 2025.

Una quinta edizione che si apre con la novità della co-direzione artistica di Giulio De Leo e Erika Guastamacchia e che è realizzato con il sostegno di Ministero della Cultura (FNSV 2025-27), della Regione Puglia, del Comune di Ruvo di Puglia e in collaborazione con Puglia Culture. E ancora, il festival vanta due importanti co-produzioni: la prima con il Balletto del Teatro di Torino, la seconda con la compagnia Equilibrio Dinamico per la ritrasmissione alla formazione pugliese di MAHALAGA landscapes, opera di repertorio della straordinaria coreografa lussemburghese Jill Crovisier, pluripremiata artista a cui il festival dedica JC Focus, un progetto triennale di collaborazione per la realizzazione di co-produzioni nazionali e internazionali, progetti partecipativi dedicati alle comunità locali e presentazione di spettacoli di repertorio.

Grande attesa per artisti e formazioni di rilievo internazionale del calibro del coreografo armeno Vahan Badalyan, fondatore e direttore artistico di NCA – National Center of Aesthetics-Small Theatre Company, partner per la realizzazione del Focus Culture Armenia; della pluripremiata artista lussemburghese Jill Crovisier, fondatrice e direttrice artistica di JC Movement Production, che porterà avanti una collaborazione triennale con il festival LE DANZATRICI en plein air che permetterà la trasmissione del suo repertorio a formazioni italiane; del coreografo olandese/brasiliano Guillerme Miotto che, grazie al supporto dell’Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia, svilupperà il workshop CORPO MAQUINA SOCIETY rivolto ai percussionisti dell’ensemble musicale Human Ensemble e della coreografa francese Maguy Marin, fondatrice dell’omonima compagnia e considerata la maggior rappresentante della nuova danza francese. E ancora, tra i nomi italiani di maggior prestigio il coreografo fiorentino Virgilio Sieni, tre volte premio UBU, direttore della Biennale Danza di Venezia dal 2013 al 2016 e premio Danza&Danza2024 e i pugliesi Mauro De Candia, fondatore della compagnia Arte&Balletto e Irene Russolillo, autrice di Fatigue, lavoro dedicato al paesaggio culturale armeno.

Divenuto ormai evento ricorrente dell’estate ruvese e caposaldo della programmazione artistico-culturale dell’intera regione Puglia, LE DANZATRICI en plein air si propone ancora una volta di rappresentare una chiamata a raccolta della comunità intorno all’antico fuoco dell’arte e della danza attraverso spettacoli, performance, laboratori ed eventi collaterali, affinché nel corpo si torni a riconoscere uno strumento inalienabile di identità, educazione, coesione e rinascita. Il tutto a partire dal celebre affresco tombale “Le danzatrici di Ruvo di Puglia”, opera rinvenuta nella cittadina pugliese nel 1833 e conservata oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La suggestione che ha ispirato l’intitolazione del festival è quella di riportare in vita le protagoniste dell’affresco, permettendo loro di danzare libere negli spazi urbani e di ricongiungere così attraverso la danza passato, presente e futuro. A partire da questa suggestione, il festival intende aprire una riflessione sul tema dell’archeologia della danza: una vera e propria indagine antropologica sull’origine del gesto, sulle stratificazioni e sedimentazioni di memorie, retaggi culturali ed esperienze personali e collettive che lo modellano.

La dicitura en plein air non indica soltanto la mera collocazione delle performance o di altre attività della rassegna in spazi non convenzionali all’aperto, ma insiste sulla dimensione di apertura al territorio e di dialogo con le comunità, le architetture, gli spazi pubblici e la luce naturale. L’intento è quello di portare la danza nella città e negli spazi dei musei, per creare cortocircuiti sociali e culturali, innovare la fruizione culturale del territorio, intercettare fasce di pubblico sempre nuove e attrarre nuovi flussi legati al turismo culturale e consapevole. E dunque, ad ospitare il Festival gli spazi dell’ex Convento dei Domenicani di Ruvo di Puglia, la sala conferenze del Museo del libro-Casa della Cultura, gli spazi esterni e il grottone del Museo Archeologico Nazionale Jatta, corsi piazze e angoli del nucleo antico.

 

All’interno della programmazione, grande attenzione, come di consueto, alla promozione dell’accessibilità nei confronti di persone e artisti con disabilità. In questa direzione si muove la produzione Paso Doble di Versiliadanza, di Camilla Guarino e Giulia Campolmi ospitata nell’ambito della seconda settimana di programmazione. Protagonisti del lavoro Bryan, ragazzo ecuadoriano ipovedente amante di Michael Jackson e Sara, danzatrice con la passione per tutto ciò che è movimento. Paso Doble sperimenterà così, insieme al pubblico, piani che si moltiplicano ispirati a “L’arte di Vedere” di Aldous Huxley in cui l’autore colpito fin da giovane da una grave diminuzione della vista raccoglie pratiche ed esercizi mirati a migliorare la funzione dell’occhio.

E, ancora, un festival che mantiene uno sguardo attento ai temi del ricambio generazionale e della valorizzazione dei talenti emergenti, a cui sono dedicate le sezioni Scavi, fucina di produzione di artisti under35, Mitologie, che presenta nel festival produzioni già attive e Giacimenti, che accoglie gli autori selezionati nei progetti di alta formazione partner di GIACIMENTI – rete italiana per l’emersione dei giovani talenti coordinata da Menhir/LE DANZATRICI en plein air in partnership con Conformazioni Festival di Palermo, HangartFest di Pesaro, Progetto Da.Re. Dance Research di Roma, Modem Pro/CZD/Scenario Pubblico di Catania, Alta Formazione/ Compagnia Arearea di Udine.

Fondamentale, per la natura stessa del progetto, l’attività di coinvolgimento del pubblico e di sensibilizzazione al linguaggio della danza nei confronti della comunità ruvese e non solo: da qui la volontà dei direttori artistici di aggiungere nuovi spazi di programmazione anche durante le mattine del sabato ma anche e soprattutto di promuovere la partecipazione alle attività de LE DANZATRICI_LAB, il laboratorio che raccoglie una serie di azioni di coinvolgimento, sviluppo, ed educazione del pubblico. Quest’ultimo sarà articolato in Pratiche coreografiche – processi creativi partecipati aperti a cittadini di tutte le età, comunità scolastiche, studenti universitari, associazioni e persone con disabilità – e Dialoghi del giovedì, un ciclo di incontri tematici dedicati all’archeologia, all’antropologia, all’accessibilità, alla cultura d’impresa culturale, alla ricerca e alla sperimentazione in campo artistico.

«In un momento storico in cui la forza, la violenza e la prevaricazione nuovamente tornano a sgretolare il linguaggio, il dialogo e la società stessa, non possiamo permetterci la resa, ma dobbiamo continuare a lavorare con gentilezza nella prossimità, nella relazione e nell’apertura.  – spiegano i direttori artistici del Festival Giulio De Leo ed Erika Guastamacchia –. Dobbiamo operare con la fiducia che sarà il nostro restare umani ad aprire un varco possibile per il futuro di questo pianeta. La danza per noi è questo: un linguaggio universale e non violento, che non lascia spazio al fraintendimento e alla mistificazione. È con questa convinzione che continuiamo a credere nella necessità di questo festival».

Hanno ragione i direttori artistici di questo festival straordinario: la danza è un linguaggio universale e non violento, che unisce gli esseri umani nella comprensione senza essere imperativo, senza privilegiare parti su altre, ma stando dalla parte giusta. In questo la danza fra le arti appare la sorella più stretta della musica – dichiara la Consigliera di Amministrazione di Puglia Culture, Maddalena Tulanti –. Puglia Culture è orgogliosa di partecipare alla tessitura di questo dialogo a numerose voci

«Siamo orgogliosi di confermare e rafforzare la collaborazione tra Puglia Culture, il Comune di Ruvo di Puglia e Menhir per l’edizione 2025 di LE DANZATRICI en plein air – aggiunge Gemma Di Tullio, responsabile della programmazione e dei progetti regionali Danza di Puglia Culture. – Questo Festival è per noi una realtà preziosa, che cresce anno dopo anno grazie a un lavoro condiviso e alla fiducia reciproca. Continuare a investire nella danza, nei suoi linguaggi e nella sua capacità di parlare a tutti, è il modo migliore per far sì che questo appuntamento resti un punto di riferimento, non solo in Puglia ma anche a livello nazionale e internazionale».

«Coreografi e produzioni provenienti da diversi paesi d’Europa, decine di artisti, un pubblico coltivato nel tempo con decine di laboratori tenuti nei mesi passati che aspetta gli eventi impaziente e soprattutto Ruvo di Puglia come palcoscenico, con i suoi spazi aperti, con i suoi attrattori culturali, ma anche con gli scorci nascosti della vita quotidiana – spiega Pasquale Chieco, sindaco di Ruvo di Puglia –; questo ed altro ancora sarà, anche quest’anno Le danzatrici en plein air, un appuntamento che per circa un mese fa di Ruvo un punto di riferimento internazionale per la danza contemporanea, un progetto su cui, come Amministrazione abbiamo avuto la lungimiranza e anche il coraggio di scommettere ormai cinque anni fa e che anche quest’anno siamo felici di ritrovare. Quello che rende unico questo festival è la capacità di coniugare la straordinaria qualità artistica del programma, il respiro internazionale e soprattutto una connessione di anno in anno sempre più stretta con la comunità: una pedagogia della bellezza che Giulio De Leo ed Erika Guastamacchia, i due direttori artistici, vivono come una missione sociale prima ancora che come una vocazione professionale. Invitiamo tutte e tutti a partecipare agli eventi del festival, certi di poter garantire a chi verrà a trovarci, anche quest’anno un’esperienza straordinaria».

«Un mese di festival negli spazi pubblici e negli attrattori culturali della nostra città d’arte, che arriva dopo mesi di laboratori con le comunità cittadine e dopo anni di lavoro rigoroso e appassionato che la Compagnia Menhir porta avanti, sotto la guida di Giulio De Leo – aggiunge Monica Filograno, vicesindaca e assessora alle Cultura del Comune di Ruvo di Puglia – Questo ci aspetta dal 5 giugno al 5 luglio e come ogni anno non vediamo l’ora che accada. Grazie alle precedenti edizioni de Le Danzatrici, Ruvo di Puglia è diventata centrale nello scenario della danza contemporanea internazionale, ho sentito di persona nelle passate edizioni coreografi e danzatori complimentarsi per il lavoro che viene fatto con questo festival e anche per l’audacia della scelta di sostenerlo da parte nostra. Cosa della quale siamo orgogliosi e profondamente convinti e voglio qui ribadirlo. Voglio cogliere inoltre l’occasione per dare il benvenuto nella direzione artistica ad Erica Guastamacchia, artista di grande valore e tenacia, che ora saprà distinguersi anche in questo nuovo ruolo accanto a Giulio De Leo, che ai suoi molti meriti aggiunge con questa scelta anche la capacità di guardare al futuro e di essere un artista veramente generativo».