Una leggenda assoluta della lirica incontra il grande jazz nell’inedito rendez-vous «Callas: la divina!», spettacolo in programma venerdì 12 settembre (ore 21) a Molfetta, nel chiostro di San Domenico, appuntamento inserito nella stagione «Waves 25» ideata da Pietro Laera per la Fondazione Musicale Valente presieduta da Marcello Carabellese. Protagonisti, l’Apulia Jazz Orchestra diretta dal suo fondatore, Agostino Ruscillo, Mara De Mutiis voce solista, Leonardo Lozupone alla tromba e ai flicorni e Stefania Benicanso voce narrante. Si ascolteranno, negli originali arrangiamenti di Silvano Mastromatteo, celebri arie d’opera di Giacomo Puccini (“Vissi d’arte” da «Tosca», “In quelle trine morbide” da «Manon Lescaut» e “Un bel dì vedremo” da «Madama Butterfly»), di Giuseppe Verdi (“Sempre libera” da «La traviata» e “Stride la vampa” da «Il trovatore»), di Umberto Giordano (“La mamma morta” da «Andrea Chenier» e l’Intermezzo da «Fedora»), di Gioacchino Rossini (“Una voce poco fa” da «Il barbiere di Siviglia»), di Georges Bizet (l’“Habanera” da «Carmen») e Vincenzo Bellini (“Casta diva” da «Norma»), pagine che hanno segnato la carriera di Cecilia Sophia Maria Anna Kalogeropoulos, per tutti Maria Callas.
Nella fusione con la sensibilità interpretativa di Mara De Mutiis, la voce di Maria Callas si fa strumento anche attraverso la tromba e il flicorno, suonati con straordinaria abilità espressiva da Leonardo Lozupone dentro uno spettacolo fatto anche di racconto. E l’interessante fusione tra lirica e jazz che caratterizza il progetto ci compie anche con l’obiettivo di valorizzare proprio due strumenti solistici – il flicorno e la tromba, per l’appunto – cui si legano contestualmente l’immaginario della musica afroamericana e l’antica tradizione bandistica pugliese.
Insomma, un tributo trasversale alla «divina», la più grande cantante lirica del secolo scorso. Con la sua voce, unica per colore ed estensione, vibrazione e intensità, Maria Callas conquistò le platee di tutto il mondo, intrecciando la propria straordinaria carriera con vicende familiari e sentimentali spesso dolorose: il conflitto con la madre, la separazione dei genitori, il matrimonio con il suo Pigmalione, l’industriale veronese Giovanni Battista Meneghini, ma soprattutto la relazione con il suo unico amore, immenso e impossibile, il magnate Aristotele Onassis, che la lascerà dopo una turbolenta relazione per sposare Jacqueline Kennedy. Figura carismatica e potente, Onassis coinvolse la Callas in una relazione tormentata che non solo determinò la rottura definitiva della cantante con il marito, ma anche l’inizio di un tramonto artistico e un declino esistenziale irreversibile, come ha magnificamente raccontato il regista Pablo Larraìn nel biopic «Maria» con Angelina Jolie. Maria Callas muore a soli 53 anni, il 16 settembre 1977, nella sua casa di Parigi, lasciando ai posteri l’immagine di un’artista dalla voce ineguagliabile, ma dietro la quale si celava una donna sola e complessa, angosciata da mille insicurezze e con un disperato desiderio d’amore.
La stagione «Waves 25» della Fondazione Musicale Valente è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Puglia e dal Comune di Molfetta.