Venerdì 3 ottobre a Molfetta Buonocore in versione jazz rilegge i suoi grandi successi

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Nino Buonocore, artista che ha scritto pagine importanti della musica leggera italiana dagli anni Ottanta in poi, rivisita il suo repertorio in chiave jazz con una band d’eccezione della quale è ospite speciale il sassofonista Max Ionata, tra i grandi della scena jazz italiana. L’appuntamento è in programma venerdì 3 ottobre (ore 20.30) a Molfetta, nell’auditorium Regina Pacis, per la stagione «Waves 25» ideata da Pietro Laera per la Fondazione Musicale Valente presieduta da Marcello Carabellese.

Uno stile davvero unico che condensa tutto il bagaglio di esperienze maturate con grandi musicisti di ogni genere musicale, Buonocore si esibisce alla chitarra e alla voce con un quartetto formato da Alfonso Deidda al pianoforte, Antonio de Luise al contrabbasso, Amedeo Ariano alla batteria e, per l’appunto, Max Ionata al sax in veste di «special guest».

Questo progetto è stato anche registrato nel 2020 nell’Auditorium Parco della Musica di Roma e rappresenta il primo disco dal vivo di Buonocore, che in quarant’anni di carriera ha sfornato tanti successi, da «Scrivimi» a «Rosanna» (presentata al Festival di Sanremo del 1987), da «Le tua chiavi non ho» ad «Abitudini» e molte altre splendide canzoni. Ma il jazz in qualche modo ha sempre attraversato le composizioni di Buonocore, sin dall’incontro con il leggendario trombettista Chet Baker, chiamato a collaborare alla realizzazione dell’album del 1988 «Una città tra le mani».

Autore, produttore e arrangiatore, l’artista napoletano, che nel 1987 contribuì alla realizzazione del primo album della Piccola Orchestra Avion Travel intitolato «Sorpassando», nel quale Buonocore figura peraltro in veste di ospite nel brano di apertura «Sopra di te», ha fatto della ricerca uno dei cardini del proprio percorso artistico, nel tempo arricchitosi delle collaborazioni con artisti internazionali della scena fusion, tra cui i batteristi Bernard Pretty Purdie e Gregg Bissonette, i bassisti Anthony Jackson, Chuck Rainey e Tony Levin e il percussionista Paulinho Da Costa. Da questi incontri in studio sono nati «Sabato, domenica e lunedì» del 1990 e «La naturale incertezza del vivere» del 1992, cui sono seguiti nel tempo altri due album di inediti, «Libero passeggero» nel 2004 e «Segnali di umana presenza» nel 2013, progetti che hanno consolidato la fama di Buonocore come una delle icone della musica italiana d’autore.