Si è tenuta questa mattina, a Palazzo della Città, la conferenza stampa di presentazione del programma completo della 40° edizione del festival delle musiche possibili “Time Zones”. Anticipato da due doppi concerti dedicati a Erik Satie nel centenario della sua scomparsa, Time Zones è pronto per celebrare il suo 40° anno di attività con un cartellone di artisti denso di significati musicali e culturali, cifra che ha sempre caratterizzato il festival delle “Musiche possibili”.
I dettagli del programma sono stati illustrati dal direttore artistico della manifestazione Gianluigi Trevisi, alla presenza dell’assessora alle Culture Paola Romano.
“Festeggiamo i 40 anni di Time Zones, un evento importantissimo per la storia musicale della città – ha dichiarato Paola Romano – perché da sempre offre grandi spunti di riflessione in relazione al tempo che stiamo vivendo e che, mai come oggi, sono necessari per comprenderne la complessità. Anche quest’anno offriremo al pubblico un palinsesto ricco e variegato che pian piano si andrà ad arricchire nel 2026, convinti che la musica unisca i popoli, mescoli le diverse culture e sia portatrice di pace. A tal proposito, come si può bene vedere dall’immagine scelta per la comunicazione del festival, Time Zones compie una scelta chiara, in difesa del popolo palestinese. Scelta che il Comune di Bari approva e sostiene convintamente, anche attraverso la promozione e l’organizzazione di tanti eventi che hanno testimoniato la nostra vicinanza allo Stato palestinese. Per questo, soprattutto in queste ore delicate, il nostro pensiero va all’equipaggio della Global Sumud Flotilla, che ringraziamo per l’azione che sta portando avanti con grande coraggio. Il nostro supporto è incondizionato”.
“La novità di questa edizione è la stessa che la accomuna a tutte le altre – ha proseguito Gianluigi Trevisi – ovvero che non c’è un filo rosso lungo il quale sviluppiamo il calendario del festival. Sono tutti progetti che arrivano da generi musicali differenti, riconducibili ad artisti che spaziano dal cantautorato alla nuova musica classica, passando per l’elettronica. Time Zones è una rassegna che tenta di scoprire percorsi innovativi del linguaggio musicale, in grado di regalare un contributo utile a mandare avanti quest’arte, perché, specialmente in questo periodo, la musica si è fossilizzata in schemi precostituiti. Non so se si tratti di crisi di creatività, sicuramente, però, vengono riproposti schemi che ci fanno tornare sempre sulle stesse orme, e questo non funziona. Credo che le rassegne che godono di finanziamenti pubblici dovrebbero avere un ruolo di stimolo, indagare il territorio per scovare cose nuove, e la nostra storia racconta proprio questo. Un esempio per tutti è la presenza al nostro festival di Ennio Morricone o di Ezio Bosso, ospitato da noi tre volte da perfetto sconosciuto. La nostra mission è preoccuparci delle future generazioni, aiutarle a scoprire cosa davvero porti con sé la musica.
Abbiamo sempre provato a capire lo spirito del tempo, anche attraverso messaggi che non hanno a che fare direttamente con la musica. Anche se, secondo me, tutto si tiene insieme: non si può pensare che la musica non abbia niente a che vedere con un genocidio compiuto a due passi da noi, sarebbe una follia. Nelson Mandela non sarebbe mai uscito dal carcere, se la musica e, più in generale, il mondo della cultura non si fossero mobilitati. Oppure pensiamo al Risorgimento e al ruolo di Verdi in quel tempo. Le arti hanno da sempre questa funzione. È un principio che non dovrebbe essere imparato e che, in realtà, stiamo disimparando”.
I musicisti si alterneranno per otto giorni con doppi concerti in ogni serata, da venerdì 10 ottobre a sabato 15 novembre. Come sempre accade nelle proposte di Time Zones, il festival esplora il mondo musicale contemporaneo, senza mai fossilizzarsi in generi e proposte di largo consumo. È accaduto in passato, con la proposta di artisti quasi sconosciuti poi diventati delle vere star internazionali, e lo farà anche quest’anno, viaggiando attraverso diversi generi musicali: classica, ambient, rock alternativo, cantautorato ed elettronica nelle sue variegate opzioni.
Si parte venerdì 10 ottobre con un doppio live in programma al Centro culturale Resilienza di Bitonto: alle ore 21 la pianista e cantante veronese Stefania Avolio (laureata in Architettura), con il suo stile pianistico rigoroso ma intimo, ispirato dal viaggio come esplorazione e introspezione, e a seguire Giulia Impache Band con l’album d’esordio, un lavoro poliedrico che fonde suoni elettronici, vocalità ammaliante e influenze che spaziano dal pop alla psichedelia, con richiami alla musica antica e alla world music.
Sempre al Centro culturale Resilienza di Bitonto, venerdì 7 novembre sul palco si esibiranno, alle ore 21, Wukir Suryadi (con “Human Minds”), musicista sperimentale di Yogykarta (Indonesia) che suona strumenti autocostruiti in bambù – come il BambuWukir, un’arpa circolare con corde metalliche e di bambù -, e alle 22 Jonah Parzen Johnson e Berke Can Özcan, folgorante duo che unisce jazz e atmosfere mediorientali.
Per tre giorni, poi, il festival sarà ospitato dal Teatro Kismet. Venerdì 24 ottobre di scena il duo “Immersion in Sleepless”, formato da musicisti molto noti nel periodo new wave, Colin Newman, geniale leader e fondatore dei Wire nonché collaboratore di Brian Eno, e Malka Spigel dei Minimal Compact, con le loro armonie pop e sperimentazioni new wave in un’elettronica ambientale e astratta; seguirà l’esibizione di Alabaster DePlume (in “Because A Blade Is Whole Tour”), un sassofonista jazz, poeta e performer spoken-word di Manchester, attivo a Londra, noto per il suo forte impegno politico, la sua improvvisazione musicale e il dialogo con musicisti differenti.
Sabato 25 ottobre, alle ore 21.30, sarà la volta di “Forest Swords” in “Bolted “, un progetto del compositore e produttore inglese Matthew Barnes, noto per uno stile che unisce hip-hop, ambient elettronica e loop di chitarra; alle 22.30, invece, il live “Passeporte” di Hjirok, al secolo Hani Mojtahedy, cantante curda/iraniana, e di Andi Toma dei Mouse On Mars, che fonde tradizione e innovazione in un suono esplosivo e personale.
Infine, domenica 26ottobre, alle ore 21, concerto dell’arpista Zitello con Fulvio Renzi ai violini: Zitello è un pioniere dell’arpa celtica in Italia nonché allievo di Alan Stivell, che nella sua musica unisce tradizione e contemporaneo usando arpe gaeliche e influenze jazz, minimaliste e world music. Chiudera la serata Pivio, alias Roberto Pischiutta, con “Questo è il concerto del mio ultimo album in italiano”, un progetto speciale per Time Zones che, oltre a Pivio (voce, synt e percussioni), vede impegnati Adriano Arena (chitarre elettriche), Benedetto Massimo Trigona (basso) e Lorenzo Ottonello (batteria) e il doppio quartetto d’archi con Fiammetta Borgognoni, Lorenzo D’Orazi, Eugenia Iaresko, Aniello Alessandrella ai violini, Lucia Forzati e Gaetano Martorana alle viole e Vincenzo Lioy e Roberta Pastore ai violoncelli. Pivio è un compositore italiano che, insieme ad Aldo De Scalzi, ha creato oltre 200 colonne sonore di successo per cinema e TV, vincendo numerosi premi prestigiosi come David di Donatello (3) e Nastri d’Argento (2).
Si proseguirà all’Officina degli Esordi venerdì 31 ottobre con il live, alle ore 21, “Dracones” dell’artista di Istanbul Hüma Utku, producer elettroacustica nota per le sue installazioni e performance live in giro su molti palchi e gallerie europee. Alle 22, invece, il live “Alta Ripa” di Ben Lukas Boysen, compositore e producer elettronico berlinese con formazione classica, che fonde elettronica e musica classica. E infine, alle 23.50, dj set del producer barese Janek K dj-set, alias Giovanni Petruzzelli, attivo del collettivo La Fabbrica del Beat.
Il penultimo e doppio appuntamento, in programma sabato 1 novembre, si terrà al Teatro Rossini di Gioia del Colle: aprirà la serata Roberto Salahaddin Re David con il progetto “Ambienti musicali per un arredamento eccentrico”, complici Francesco Dongiovanni (visual) e Graziano Cammisa (sound engineer), per un concerto immersivo di suoni e immagini che celebra Erik Satie; alle 22, sempre ispirata al grande compositore francese, l’esibizione della pianista Alessandra Celletti con lo spettacolo, anch’esso di suoni ed immagini “Satie Mon Amour”.
Chiudono la 40° edizione di Time Zones sabato 15 novembre, al Teatro Forma, due concerti: alle 21 il set del pianista e compositore Mattia Vlad Morleo, con la sua esperienza intensa e narrativa del suo nuovo disco presentato in anteprima, e, subito dopo, la l’esibizione della formazione americana Spain, band alternative rock di Los Angeles fondata nel 1993 da Josh Haden, nota per il sound malinconico che unisce jazz, blues e indie rock, legato al movimento slowcore.