PUGLIA – Oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre in 350 città, da nord a sud della Penisola. Torna per la quattordicesima edizione il grande evento di piazza che il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETSdedica ogni autunno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: una festa diffusa– organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari– che conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere la conoscenza del patrimonio, ricchissimo e variegato, di storia, arte e natura del nostro Paese, per favorirne la tutela e la valorizzazione con il contributo di tutti, e così svolgere la sua missione di educazione culturale e civica (elenco dei luoghi aperti e modalità di visita consultabili su www.giornatefai.it).Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’opportunità per scoprire e per godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso l’attività del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere, infatti, la missione della Fondazione con una donazione. L’edizione di quest’anno è un’occasione speciale per celebrare i cinquant’anni dalla nascita del FAI, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli.
“Le Giornate del FAI rappresentano da decenni una sorta di alleanza esemplare e feconda tra cittadini virtuosi: quelli che hanno una sincera voglia di conoscere e approfondire la storia e le vicende di questo nostro straordinario paese, e gli altri loro concittadini – in questo caso le migliaia di ferventi volontari del FAI – che tali proposte immaginano e dispongono perché possano essere, due volte ogni anno, il contenuto di una civile e variegata offerta culturale. Li unisce un comune progetto dove si semina assieme per un futuro migliore; dove sia chi dà che chi riceve – cioè entrambi – svolgono quel ruolo sussidiario a fianco a quello delle istituzioni pubbliche che fa bene a tutti, che fa bene al Paese. Il FAI offre un’opportunità di conoscenza e quindi di crescita; i cittadini, raccogliendo e accettando questa proposta, offrono con la loro partecipazione quella indispensabile forza per continuare a realizzarla, ma anche e soprattutto il sostegno necessario per portare avanti la nostra missione, in particolar modo scegliendo di iscriversi alla nostra Fondazione. Le Giornate del FAI sono una buona novella che felicemente, tra tante notizie spaventose, si ripete. Non risolve certo i problemi del mondo ma lenisce il nostro dolore quotidiano e ci ridà un poco di speranza verso la possibilità di una convivenza civile; con un’alleanza tra simili che semina pace”,ha dichiarato il Presidente del FAIMarco Magnifico.
Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi“Ottobre del FAI”, attiva per tutto il mese.A chi desideri partecipare all’evento verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività della Fondazione.
Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione.Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.
Ecco alcune delle aperture in Puglia:
BARI
Palazzo della Provincia
A Bari aprirà il Palazzo della Provincia, ora Città Metropolitana, a ridosso del Lungomare monumentale Nazario Sauro. L’edificio è stato realizzato nel 1932 su progetto di Luigi Baffa, ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico Provinciale, con l’architetto Saverio Dioguardi, con l’obiettivo non solo di ospitare i consiglieri provinciali sempre più numerosi, ma anche di accogliere la nuova Pinacoteca di Bari istituita nel 1928. Alla scomparsa di Baffa, che aveva impostato il progetto sullo stile del monumentalismo eclettico tipico degli anni Trenta, era subentrato Vincenzo Chiaia, ingegnere, già componente di una Commissione Speciale per la Progettazione; interventi, ampliamenti e modifiche erano proseguiti fino agli anni Sessanta. L’edificio, esteso su un’area di circa 3000 metri quadri, è articolato su quattro livelli e caratterizzato dalla facciata in pietra di Trani, finestre a croce guelfa e un porticato su cui si aprono delle arcate rette da colonne in granito rosso. La visita inizierà con l’ingresso dall’atrio colonnato, vasto e luminoso, sul Lungomare Nazario Sauro e proseguirà con il maestoso Scalone d’Onore, caratterizzato da arredi e vetrate istoriate. Al secondo piano si potranno vedere la Sala del Consiglio, che custodisce al centro del soffitto un dipinto che richiama la musica, la Sala Giunta, con i dipinti dei presidenti di Bari e le pareti colme di libri, e l’ascensore storico. Agli iscritti FAIsarà riservato l’accesso ad ambienti solitamente chiusi al pubblico come lo studio del Sindaco Metropolitano e del Segretario generale.
FASANO (BR)
Villa Damaso Bianchi, “Minareto”
Villa Damaso Bianchi, costruita in stile moresco, si trova presso la Selva di Fasano ed è un unicum nel territorio. Costruita nel 1912 dall’artista e architetto Damaso Bianchi, alla sua morte nel 1935 venne venduta dal figlio Giuseppe alla Gioventù Italiana del Littorio di Brindisi, per poi passare alla Regione Puglia; dal 2016 è in concessione per 99 anni al Comune di Fasano. La struttura della villa si articola su due livelli: un piano terra con aula centrale e ambienti accessori e il piano nobile con loggiati e grandi finestre, dai caratteristici profili orientali. All’edificio principale si affiancano un minareto, un’abitazione a trulli per la guardiania e un ampio spazio verde che cinge tutto l’edificio. Un tempo il giardino, oggi recintato, doveva restituire un frammento d’Oriente in questo angolo della Murgia. L’edificio esprime una sintesi tra culture diverse, coniugando un prezioso dualismo artistico – arabo e pugliese – rendendo la struttura un piccolo, ma significativo esempio di architettura orientale. L’interno del bene, il cui esterno ospita eventi, non è normalmente visitabile. Le Giornate FAI d’Autunno saranno un’occasione speciale per vedere alcuni ambienti del primo piano e scoprire aneddoti e specificità non solo storico-architettoniche, ma anche naturalistiche della villa.
LOCOROTONDO (BA)
Chiesa della Madonna della Catena
Costruita in un’area un tempo rurale, oggi in piena espansione urbana, la Chiesa dedicata alla Madonna della Catena era collegata con il paese grazie a una cappella votiva ipogea di fine Cinquecento. Leggenda vuole che un uomo cadde all’interno della grotta e, come voto per lo scampato pericolo, vi fece realizzare un’immagine della Beata Vergine della Catena.L’edificio inferiore della chiesa è costituito da una porzione a croce greca con poderose volte a botte sui quali si innesta una volta a vela, realizzata assieme alla chiesa superiore nel 1897, e da una porzione più piccola e irregolare, posta a prolungamento del braccio destro, probabile parte residua di un’antica precedente chiesa. Il tutto in pietra a vista. In occasione delle Giornate FAI, sarà possibile accedere alla Cappella Grotta, esplorare la sua struttura e conoscere la storia che ne ha caratterizzato l’importanza. L’antico santuario, che nel XIX secolo ha goduto di grande venerazione, ha visto inoltre la realizzazione di un ostello per i pellegrini nelXVII secolo. La Cappella Grotta è stata di recentecensita tra i “Luoghi del Cuore” 2024.
MOLA DI BARI (BA)
Borgo medievale
Il borgo medievale di Mola di Bari racconta una storia millenaria. Racchiuso tra mura, prima angioine e poi aragonesi, oggi scomparse, costituisce una lingua di terra protesa sul mare, che conserva tracce di insediamenti preistorici.L’impianto urbanistico, la presenza del castello angioino-aragonese, la chiesa matrice dedicata a San Nicola, la toponomastica conducono i turisti al tempo in cui greci, romani, normanni e angioini conquistarono queste terre. Vi si alternano edifici moderni e antichi, alcuni con importanti evidenze storico-architettoniche. L’edificio più importante è senza dubbio il gioiello rinascimentale costituito dalla chiesa matrice alla quale si affianca il maniero. Ascoltare la ricchezza della storie presenti nel borgo medievale molese equivale a compiere un viaggionei secoli passati.Il Borgo medievale di Mola di Bari è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, avendo beneficiato di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per interventi di recupero statico.
SANTERAMO (BA)
Stabilimento enologico De Laurentis
Lo Stabilimento De Laurentis è un edificio che da più di cento anni si erge solitario su un’altura nelle campagne di Santeramo. Presenta la foggia di una residenza nobiliare francese, con la sua ampia facciata rettangolare e i tetti spioventi che dominano il Vallone della Silica. I lavori per la costruzione di questo grande stabilimento enologico furono avviati nel 1882 da Luigi Patroni Griffi De Laurentis per la produzione e conservazione dei vini. Un progetto ambizioso che naufragò in pochi anni, e dal 1914 il palazzo giace inutilizzato.Il prospetto principale è scandito in sette aperture con paraste in pietra. L’ingresso principale consta di un portale a tutto sesto in pietra, incastonato tra due colonne di soluzione neoclassica. La struttura si compone di un piano interrato e due fuori terra. Nello scantinato erano conservate tre cisterne di cristallo, una della capacità di 3.000 ettolitri, e le altre due di 1.500 ettolitri. Si rileva una botte in muratura rivestita in cristalli di Boemia per invecchiare il vino. Il primo piano fuori terra, grande quanto l’interrato, era usato come tinaia e cantina di elaborazione, e visi contavano sedici tini di fermentazione di circa 200 ettolitri l’uno, in rovere di Slavonia a doppio fondo, utilizzati per la fermentazione delle uve nere, e sei file di botti da 30 a 175 ettolitri divise in tre corsie. Probabilmente, il secondo piano fuori terra era riservato al proprietario come abitazione personale, considerando che lo stabilimento era attivo tutto l’anno, grazie al commercio dei suoi vini in Italia e nei paesi europei del Nord.
ANDRIA (BAT)
Mercato comunale ipogeo
Il Mercato Comunale di Andria è stato restituito alla città dopo un importante restauro il 19 Giugno di quest’anno. Si trovasu Via Flavio Giulio, tra il complesso conventuale della Chiesa di S. Agostino e Palazzo Porro-Ceci, in una delle parti più antiche di Andria. Inaugurato nel 1931, ha ospitato diverse attività commerciali rappresentando per molti anni un punto di riferimento per la città. Recentemente, molte attività hanno chiuso, marcando un cambiamento significativo per il quartiere. Da uno degli ambienti di servizio della vicina Chiesa di Sant’Agostino, precisamente dalla bella sala con la volta lunettata, era possibile passare dal chiostro interno all’ampio chiostro copertocon otto colonne centrali che ospitava il mercato.Il Mercato Comunale Rionale era, fino alla fine degli anni Venti del Novecento, il Magazzino del Grano del vicino Palazzo Ceci. Dalla “Relazione di Perizia” legata all’atto di successione di Riccardo Ceci, nel 1927, i granai venivano identificati chiaramente “con una superficie trapezoidale di 634,50 metri quadrati al Piano Terra e con un cortile verso Via Orsini di 624 metri quadrati”. Oggi, a seguito del restauro, il chiostro riqualificato tornaa collegare via Flavio Giugno con via Orsini con un nuovo giardino e con numerosi locali sotterranei risistemati. In Giornate FAI si avrà quindi accesso a una parte dell’antica città sotterranea di recente restituita alla comunità.
BISCEGLIE (BAT)
Centro storico – cortina muraria
La cortina muraria di Bisceglie, che circonda il centro storico,fu costruita il ‘400 e il ‘500, a cavallo delle occupazioni aragonesi e spagnole, su preesistenti opere murarie e torri di difesa risalenti al periodo medievale, alcune delle qualioggi nascoste tra le strade del borgo antico o inglobate nelle abitazioni. Circondano l’altopiano affacciato sul mare coadiuvando la naturale difesa del borgo, con la presenza delle due lame verso il porto. Le mura rinascimentali sono giunte fino a noi in buona parte grazie a questa funzione di protezione dell’altura che, se fosse mancata, avrebbe probabilmente significato la loro distruzione al momento della dismissione demaniale ottocentesca (come accaduto ad esempio a Trani e in altre città vicine). Questo ha permesso la frammentazione della sua unità, cedendo la proprietà ai privati che nei secoli hanno realizzato muri divisori interrompendo, ma non falsando, la struttura ingegneristica architettonica. I bastioni, tranne quello di San Martino sul porto, sono stati riqualificati in abitazioni private o opifici o addirittura in un teatro comunale, come il Garibaldi, in alcuni casi con modifiche non sostanziali, tanto che sia dall’esterno che dall’interno se ne possono riconoscere le linee architettoniche. In occasione della Giornate FAI si visiteranno esternamente le strutture e si potrà accedere al torrione Sant’Angelo e ad alcune Case Torri, come quella occupata dalla libreria Mondadori. Si potrà osservare l’interno dello spazio murario attiguo alla ritrovata Porta di San Rocco, sottostante Rampa Carelli, all’interno di un locale acquisito dal Comune, con prossima destinazione culturale quale museo del mare.
ACCADIA (FG)
Rione Fossi
A 650 m s.l.m., Accadia è un piccolo antico comune dei Monti Dauni Meridionali, ricco di storia, acque, rocce e di aree verdi. Il nome, di origine latina, significa “acqua che cade” e allude alla ricchezza di sorgenti, di torrenti e cascatelle del territorio. L’elevata sismicità dell’area, prossima all’Irpinia, ha inciso notevolmente sulla storia di questa comunità; numerosi i terremoti che ne hanno modificato gli assetti urbanistici ed architettonici, uno fra tutti quello del 1930 che ha segnato l’abbandono del Rione Fossi, nucleo più antico del centro abitato.Il percorso storico-architettonico durante le Giornate FAI comprende l’ottocentesca Fontana Monumentale, a forma di tempietto in stile neoclassico, con il tetto a doppio spiovente sostenuto da quattro colonne, con all’interno tre fontanelle in pietra e di lato un abbeveratoio; l’imponente Torre dell’Orologiodel1883, in mattoni rossi di Molfetta, con travertino e bassorilievo che riproduce il pannello bronzeo posto sula porta del Maschio Angioino. La visita proseguirà con l’Arco di Porta di Capo, porta di accesso al Rione, area sacra nella antichità classica, abitato nelle sue “fosse” da eremitiorfici e caratterizzato da grotte e case costruite sulla roccia. Il rione, dalla forma a chiocciola, disabitato, attualmente è oggetto di un importante intervento di riqualificazione. Il percorso consente di ammirare palazzi già restaurati,come il cinquecentesco Palazzo Di Stefano, e la zona perimetrale del rione per poi proseguire aovest e raggiungere in navetta la Cappella di S. Maria o dei Teutoni, antico tempio pagano che assunse la dominazione attuale nel 1191; interessanti le epigrafi sulla facciata, la cripta, i tre busti romani e il contesto naturalistico. Nei pressi della chiesetta, raggiungibili grazie a un sentiero, le Gole di Pietra Punta con le imponenti rocce che si levano dal torrente Frugno. La piccola comunità di Fossi ha ottenuto, unico fra i comuni pugliesi, un finanziamento di 20 milioni di euro tramite i fondi del PNRR, dedicati all’attrattività dei Borghi. Il suo progetto di riqualificazione e rigenerazione è in corso d’attuazione e le Giornate FAI saranno un’occasione per scoprirlo.Il Rione Fossi è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, in quanto beneficia di fondi europei PNRR – Programma per promuovere l’attrattività dei borghi.
MAGLIE (LE)
MAITO
Elegante edificio nel centro storico di Maglie, è la vecchia sede delle “Officine Artistiche Mobili d’Arte” dei noti ebanisti F.lli Piccinno. Acquistato nel 1926 dalla CITI-Società Anonima Compagnia Tabacchi Indigeni che lo utilizzò come magazzino per la lavorazione pre-manifatturiera del tabacco levantino, nel 1938 fu acquisito dai Monopoli di Stato che lo utilizzarono come “Magazzino Sussidiario” fino al 1995.La fabbrica di mobili degli ebanisti F.lli Piccinno di Maglie fu costruita tra il 1919 e il 1922 su progetto di Adolfo Piccinno; l’opificio presenta tre eleganti facciate di gusto floreale sapientemente scolpite nella tenera pietra leccese. Per circa cinque anni è stata sede delle “Officine Artistiche Mobili d’Arte” dove sono stati realizzati pregevoli manufatti che hanno arredato le abitazioni gentilizie salentine e non solo. Oggi il luogo rappresenta per Maglie un polo culturale in uno spazio che fa parte della memoria collettiva della cittadina.È importante non solo perché parte del racconto della storia della produzione industriale di Terra d’Otranto, ma in quanto elemento complementare di un più vasto percorso di valorizzazione e integrazione con il territorio. Una ricerca decennale ha saputo ricostruire la memoria storica dei luoghi del lavoro, attraverso la conoscenza del “paesaggio industriale” costruito e della sua evoluzione tecnologica, in un’area fortemente vocata allo sviluppo di alcune produzioni, in particolare quelle dell’agroalimentare. Pertanto, due spazi “raccontano” il passato industriale: il primo dedicato alla città di Maglie e alle attività produttive dell’industria agroalimentare e manifatturiera; il secondo all’industria di Terra d’Otranto. Lo spazio è allestito inoltre con un teatro virtuale e due postazioni in modalità VR (Virtual Reality) .
GALLIPOLI (LE)
Distretto artistico
Oh my G.A.D. – acronimo di Gallipoli Art District – è il nome del progetto artistico di Gallipoli, nato grazie ai ragazzi dell’associazione di tutela ambientale FARÓ. Si tratta di un percorso artistico itinerante e visivo attraverso i murales di alcuni edifici urbani situati nella parte nuova della città. Il progetto Oh My G.A.D. ruota come un satellite attorno alla parola inclusività, avendo come obiettivo il coinvolgimento della comunità, con particolare attenzioneper persone e contesti di emarginazione sociale. L’associazione utilizza i murales come occasione non solo di comunicazione visiva, ma soprattutto di raduno. Oltre ai murales, FARO’ immagina di istituire laboratori partecipati, contenitori in cui bambini, persone con disabilità fisiche o cognitive, anziani e chiunque altro voglia aderire, possano trovare la propria voce. Organizzano inoltre eventi di pulizia ambientale, workshop, convegni e conferenze con esperti nel settore e psicologi.Gli artisti che hanno partecipato al progetto sono già presenti nel distretto artistico di Gallipoli: Cheko’s art, Dimitris Taxis, Millo, Slim Safont, Davide DPA, EIGHT, LOST, Alba fabre Sacristan. Tutti i murales sono stati realizzati con vernici al quarzo a basso impatto ambientale nel pieno rispetto della tutela ambientale.Il percorso durante le Giornate FAI inizierà da viale Europa a Gallipoli, nel cuore del distretto artistico dove tutto è iniziato, e proseguirà fino a via Firenze. Luogo di ritrovo sarà in Viale Europa 41, ai piedi del murale “despertar” di Slim Safont.
TARANTO
Palazzo di Città
La residenza municipale di Tarantosi erge nella scenografica Piazza Castello, prospiciente l’ingresso del maniero aragonese e affiancato da un lato dal lungomare Vittorio Emanuele II, dall’altro dalla zona archeologica del tempio dorico di età arcaica. Progettato dall’architetto Davide Conversano, autore del piano urbanistico del borgo, il Palazzo di Città fu costruito fra il 1864 e il 1869sui resti della cosiddetta “Residenza del Capitano”, edificio del XVI secolo fortificato con quattro torri angolari, nel quale risiedeva il Capitano, governatore militare della città e rappresentante della corona spagnola. Fu oggetto di altri interventi nei decenni successivi, in particolare nel 1929, quando,a seguito di lavori di consolidamento,fu sopraelevato il prospetto principale per consentire l’installazione dell’orologio.L’imponente edificio si caratterizza per i connotati tipici dell’eclettismo umbertino, riscontrabile anche in diversi altri palazzi coevi del borgo. All’interno, in corrispondenza dei portoni (uno dei quali ormai chiuso), l’”Arco del Governatore” attraversa l’intero palazzo, mettendo in comunicazione Piazza Castello con l’interno del Borgo Antico, mentre le ampie scalinate conducono nell’elegante Salone degli Specchi al primo piano, e nella Sala Consiliare al secondo, oltre che agli uffici amministrativi che godono tutti di un suggestivo panorama.
PATÙ (LE)
Centopietre
Patù, piccolo borgo del Sud Salento, deve le sue origini agli abitanti di Veretum, antica città messapica distrutta dai Saraceni. Il nome deriverebbe da un termine greco che ricorda il dolore per l’abbandono forzato. Tra le sue bellezze spiccano i resti archeologici e il monumento delle Centopietre, luogo affascinante costituito da 100 megaliti. Secondo la leggenda, dopo la distruzione di Veretum, le Gigantesse trasportarono gli enormi massi da Veretum sino a Patù per continuarne la storia; in realtà nacque come monumento funebre per un eroico e nobile militare che si era battuto in difesa del borgo. Il tempo ne ha enfatizzato la sacralità e il monumento è diventato luogo di culto e di pellegrinaggio. Ancora oggi, per la posizione e la singolarità della costruzione, lo spazio è ammantato da un’aura di mistero.In parte nascosta dalla Chiesa romanico-bizantina dedicata a San Giovanni Battista, la Centopietre (in realtà ormai sono 99) ha una lunghezza di 7.20 m, con larghezza di 5.50 m e altezza di2.60 m. Sulle pareti spiccano affreschi in stile bizantino eseguiti tra il XIII e il XIV secolo, dei quali restano solo pallide tracce. Rappresentano tredici santi di origine orientale, secondo lo schema basiliano che testimonia la trasformazione in luogo di culto avvenuta nel Medioevo. A stento si individuano San Giorgio e il drago, San Giuliano, Sant’Anna con bambino, Santa Barbara, Santa Margherita e una crocifissione. Le Giornate FAI saranno un’occasione per riscoprire e puntare i riflettori su questi affreschi che andrebbero tutelati e protetti dalle infiltrazioni e daltrascorrere del tempo.
LECCE
Gli Agostiniani
Il complesso degli Agostiniani Scalzi è situato fuori le mura urbiche di Lecce nel lato settentrionale della città. Risale al 1649, quando gli Agostiniani Scalzi lasciarono la vecchia chiesa di San Lorenzo ed edificarono qui la nuova sede, per restarvi fino alla soppressione murattiana dell’ordine nel 1810. Nel 1831 divenne sede dei Francescani Osservanti di S. Antonio di Padova che vi insediarono una scuola di filosofia fino al 1866. Da quel momento iniziòla sua decadenza e divenne proprietà del demanio dello Stato. Dopo la sconsacrazione della chiesa il complesso divenne caserma, deposito, magazzino comunale e sartoria militare, fino al restauro a opera del Comune di Lecce conclusosi nel 2017.Attigua al convento sorge la chiesa barocca, conosciuta anche come “Santa Maria di Ogni Bene”. L’interno è a navata unica e a croce latina, sormontata da una cupola, con tre cappelle per lato e intercomunicanti. L’altare maggiore non è più esistente, mentre sulla sinistra sono rimasti quattro altari di età barocca e sulla destra altri quattro di periodo ottocentesco. L’intero complesso è stato restaurato e aperto al pubblico nel maggio del 2017 con il completamento degli spazi esterni e del Giardino di Ogni Bene, il giardino produttivo con frutteto caratterizzato da specie arboree autoctone e tipiche del paesaggio agrario salentino e orti ornamentali con specie erbacee perenni aromatiche e da fiore. Nell’ambito delle iniziative di FAI Ponte tra culture Lecce,Le Giornate FAI proporranno, oltre alle visite, un momento di aggregazione grazie alla collaborazione di volontari provenienti da diverse parti del mondo e residenti in Salento. Ritmi e tradizioni musicali dai cinque continenti – dall’Europa all’America Latina, dalla Giamaica all’Africa, fino all’Asia, passando ovviamente la “pizzica” salentina – celebreranno l’incontro tra culture a passo di danza.