Sabato 1 novembre al Teatro van Westerhout Ballista e Canino, due pianoforti e settant’anni di carriera insieme

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Settant’anni fa Antonio Ballista e Bruno Canino s’incontrarono al Conservatorio di Milano nella stessa classe di pianoforte. E spinti da voracità musicale pari solo alla loro curiosità, incominciarono a leggere insieme una grande quantità di musica. Si presentarono prestissimo al cospetto del pubblico, dando inizio ad una fortunata carriera che si è protratta fino ad oggi senza interruzioni. E adesso, questi 70 anni di musica insieme, vengono festeggiati anche in Puglia, sabato 1 novembre, alle 20.45, nel Teatro van Westerhout di Mola di Bari, per le stagioni dell’Agìmus firmate alla direzione artistica da Piero Rotolo. Il programma spazierà da Mozart a Schubert, da Ravel a Milhaud, figura centrale delle avanguardie e della musica del XX secolo, cha Canino e Ballista hanno frequentato in lungo e in largo.

In particolare, nel campo della «Neue Musik» (la Nuova Musica) le esecuzioni di questi due mostri sacri del pianoforte hanno avuto un valore storico per l’apporto fondamentale reso nella diffusione delle nuove opere con una funzione catalizzatrice sui compositori. Il repertorio contemporaneo si è, infatti, arricchito proprio grazie a molte opere scritte apposta per loro, dal Concerto di Berio, eseguito in prima mondiale a New York con la New York Philharmonic diretta da Pierre Boulez (il brano venne poi inciso con la London Symphony sotto la direzione dell’autore e al duo valse un prestigioso Music Critic Award), al più recente «Cloches II» di Franco Donatoni. Nella carriera di Ballista e Canino figurano le collaborazioni con molti altri compositori, Dallapiccola, lo stesso Boulez, Kagel, Ligeti e Cage. Senza dimenticare Stockhausen, tra i padri della «Neue Musik», che con il duo collaborò per una serie di esecuzioni in tournée di «Mantra», brano scritto per due pianoforti e live electronics che gli stessi Ballista e Canino presentarono per primi in Italia nel 1976.

Il duo ha suonato sotto la direzione di Abbado, Boulez, Brüggen, Chailly, Maderna e Muti, tanto per citare alcune bacchette di primo piano, e con le più importanti formazioni al mondo, dall’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam alla Israel Philarmonic, dalla Filarmonica della Scala alla London Simphony, dall’Orchestre de Paris alle Filarmoniche di Philadelphia e New York.

Oltre ad una scelta vastissima di musica contemporanea, nel repertorio del duo figurano le opere complete di molti autori del Classicismo e del Romanticismo, tra cui Mozart e Schubert, nel segno dei quali il concerto si aprirà. Del genio di Salisburgo si ascolterà la Sonata in re maggiore K 488, articolata in tre tempi e improntata ad un clima di festosa piacevolezza sonora, seguita dalle Otto Variazioni in la bemolle maggiore su tema originale op. 34 D. 813 caratterizzate da una nobiltà sonora attraverso la quale Schubert si produsse con poche ma efficaci rifiniture nella rielaborazione dello stesso spunto tematico.

Nella seconda parte diventeranno protagonisti gli orizzonti fantastici della fanciullezza, prima con le magie stupefacenti e i variopinti sortilegi dei cinque pezzi infantili di Ravel, «Ma Mère l’Oye», poi con il linguaggio ironico, immediato e spigliato della suite «Scaramouche» di Milhaud, in cui il primo e il terzo dei brani dai quali è composta (Vif – Modéré – Braziléra) vennero tratti dalle musiche di scena realizzate per la commedia per ragazzi «Le Médecin Volant» firmata da Charles Vildrac partendo da Molière.