Sabato 8 novembre a Molfetta il pianoforte e l’«Imperatore» dei concerti con Benedetto Lupo è magia Beethoven

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Benedetto Lupo suona il celebre «Imperatore» di Beethoven e un Salieri poco noto, sabato 8 novembre, alle ore 20.30, nella Cattedrale di Molfetta, dove il pianista barese è atteso con l’Orchestra Oles diretta da Eliseo Castrignanò per un appuntamento di prestigio della stagione «Waves 25» ideata da Pietro Laera per la Fondazione Musicale Valente presieduta da Marcello Carabellese.

Il programma della serata si aprirà con l’Ouverture dall’opera «L’Olimpiade» di Domenico Cimarosa prima di entrare nel vivo con l’ingresso di Benedetto Lupo, pianista esploso sulla scena mondiale nel 1989 quando fu il primo italiano ad affermarsi al prestigioso Concorso Van Cliburn, negli Stati Uniti, con la conquista della medaglia di bronzo. Lupo affronterà per primo il Concerto per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore di Antonio Salieri, pagina nata per clavicembalo e orchestra. Diventato noto in tempi moderni per il film «Amadeus» di Milos Forman sulla vita di Mozart, Salieri fu uno dei musicisti più in voga a Vienna soprattutto come autore per il teatro. E a ventitré anni, quando non aveva ancora il posto fisso a corte, scrisse due soli Concerti per clavicembalo, tra cui il Concerto in si bemolle maggiore scelto da Lupo, composizione ancora poco conosciuta (al pari del gemello Concerto in do maggiore) nonostante la qualità straordinaria della musica.

A seguire, Lupo attaccherà con il Concerto n. 5 «Imperatore» di Beethoven, che lui stesso definisce in questi termini: «Una partitura dal tasso energetico altissimo, sia nel primo che nell’ultimo movimento, mentre al centro la musica si distende in un clima di pace. Mi procura sempre una grande gioia suonarla. È una pagina talmente complessa che Czerny diceva fosse l’unico Concerto di Beethoven per il quale si rendesse necessario il direttore, compito allora normalmente assolto dal pianista. Si ascolta una musica dai contrasti fortissimi, sempre dentro un linguaggio quadrato sottoposto a continue destabilizzazioni, anche con il ricorso alle dissonanze. Beethoven è stato un compositore modernissimo, la cui lezione si può ritrovare persino in un avanguardista come Ligeti».

Allievo di quel Michele Marvulli considerato il capostipite di una lunga schiera di virtuosi pugliesi che con la musica sono andati alla conquista del mondo, Benedetto Lupo si è imposto sulla scena internazionale grazie anche alle collaborazioni con le più importanti orchestre americane ed europee, dalla Chicago Symphony alla London Philharmonic, affermandosi tra i grandi interpreti del virtuosismo romantico, nonché in veste di straordinario didatta (Beatrice Rana, tanto per fare un nome, si è formata con lui). E vale anche la pena ricordare le collaborazioni con la Boston Symphony e la Gewandhaus Orchester di Lipsia.

Benedetto Lupo è stato un enfant prodige del pianoforte e dei viaggi musicali all’estero, iniziati prestissimo, a soli quattordici anni, dopo aver debuttato solo poco tempo prima accanto a un’orchestra proprio con un Concerto di Beethoven, il primo. Dopo la formazione con Marvulli e Pierluigi Camicia, Lupo ha deciso di perfezionarsi con Sergio Perticaroli e Aldo Ciccolini prima di frequentare le masterclass di Carlo Zecchi, Nikita Magaloff, Jorge Bolet e Murray Perahia. E nel suo bagaglio, insieme con un bel paniere di premi vinti un po’ ovunque (in Europa, il «Cortot», il «Terence Judd» e il «Ciudad de Jaen», in America il «Robert Cassadeus», il «Gina Bachauer» e, per l’appunto, il «Van Cliburn»), ci sono soprattutto i compositori dell’Ottocento, i più amati.

La stagione «Waves 25» della Fondazione Musicale Valente è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Puglia e dal Comune di Molfetta.