Dopo l’International Competition, conclusasi senza un vincitore e un ex aequo a tre, con il secondo posto di Ario Nikolaus Von Gayling Westphal Sgroi, Joo-Young Kim e Sera Yang, il pianoforte è ancora protagonista nella programmazione dell’associazione Colafemmina di Acquaviva delle Fonti. Venerdì 7 novembre, alle 19.30, nella sala Colafemmina di Palazzo de Mari, è di scena Alessandro Marano, pianista calabrese dalla carriera internazionale perfezionatosi con Edith Fischer, Paul Badura-Skoda, Aldo Ciccolini e Bruno Canino.
Particolarmente attento alla produzione di Beethoven, del quale ha portato a termine l’integrale dei concerti per pianoforte e orchestra riscoprendo le trascrizioni per organico d’archi del musicista tedesco Vinzenz Lachner, Marano è considerato soprattutto uno specialista di Liszt, tra gli autori di questo recital, che però si aprirà nel segno di Chopin con il Valzer op. 69 n. 1 «L’adieu» e la Mazurka op. 67 n. 2, vale a dire rispettivamente la pagina legata ad uno dei momenti più tristi della vita amorosa del compositore polacco (il quale ricevette in quel periodo il «no» al matrimonio da parte dei genitori dell’amata Maria Wodzinska) e l’opera in cui il tema dell’addio ritorna attraverso una melodia malinconica, delicata e scarna al tempo stesso.
Seguirà l’omaggio a Liszt con la Ballata in si minore in cui il musicista tedesco richiama vagamente il modello chopiniano producendosi in un’opera di straordinaria complessità e invenzione musicale, rifuggendo qualsiasi tentativo di musica a programma e suggestione extramusicale. E ancora Liszt si ascolterà con la Fantasia su temi dell’opera Rienzi, in cui viene celebrata l’incarnazione della grandezza e della caduta dell’eroe romantico utilizzando tre elementi tematici del dramma musicale di Wagner, a volte ricorrendo a una modifica dell’armonia, anche in una chiave più intrepida rispetto all’originale.
Marano chiuderà il recital con i celebri «Quadri di un’esposizione» di Modest Musorgskij. I dieci pezzi del ciclo, intitolati ognuno come un quadro di Viktor Hartmann, vengono introdotti da una «Promenade», una passeggiata che si ripete qua e là intervallando alcune opere del pittore russo, che con Musorgskij condivideva l’aspirazione di un’arte legata alle radici della propria terra, così esplicita in questa mirabile pagina di musica.













