La quarta edizione del festival «Casa van Westerhout» dedicato al grande compositore pugliese di origini fiamminghe e organizzato dall’Agìmus, prosegue martedì 11 novembre, alle ore 20, nel Teatro Comunale di Mola di Bari con il recital «Il tesoro nascosto. Gioielli della musica vocale italiana», protagonisti il soprano Ayane Kodera e il pianista Domenico Di Leo con un repertorio di musiche di Tosti, van Westerhout, Respighi, Casella, Savinio e Rota. Una piccola antologia, quasi una storia della musica italiana, dagli ultimi ardori romantici alla modernità: un percorso che allinea una serie di importanti figure, pur con dolorose esclusioni.
Al centro del programma, cinque gemme selezionate tra le liriche di Niccolò van Westerhout. Intorno a queste pagine, il concerto permetterà di riscoprire altri autentici gioielli. Le “Quattro liriche d’Amaranta”, su versi di Gabriele D’Annunzio, sono l’opera più profonda di Francesco Paolo Tosti, in grado di toccare una grande intensità espressiva nell’esplorazione del rapporto tra eros e thanatos. Al cospetto del capolavoro tostiano, le pagine di van Westerhout, autore di undici anni più giovane, brillano di luce propria, nella loro eccezionale sensibilità.
E se la poetica di Tosti e van Westerhout è radicata nel clima crepuscolare del tardo Romanticismo ottocentesco, con Ottorino Respighi e Alfredo Casella si compie un salto nella modernità: Respighi dipinge un’ammaliante visione sonora, mentre Casella, con la profetica “L’elezzione del presidente”, su un testo romanesco di Trilussa, scrive un brano irresistibile per ironia e senso del grottesco.
Inoltre, a un clima artistico più estremo, provocatorio e modernista, ispirato dai movimenti artistici del primo scorcio del secolo, appartiene la musica surreale di Alberto Savinio, fratello minore del grande pittore Giorgio De Chirico, del quale il pubblico avrà un brevissimo, folgorante saggio, che permetterà di respirare il clima iconoclasta delle avanguardie.
Si chiuderà nel segno di Nino Rota e Orazio Fiume, nei confronti dei quali Domenico Di Leo nutre una particolare venerazione, sia come musicista pugliese che in qualità di docente del Conservatorio di Monopoli. D’altronde, l’istituto è intestato a Rota e Monopoli è la città natale di Fiume. Entrambi i compositori hanno però lasciato poche pagine per canto e pianoforte. Ma quelle arrivate a noi sono particolarmente suggestive. E questo concerto rappresenta l’occasione per scoprirle in tutta la loro bellezza.













