Domenica 16 novembre Apulia Antiqua, l’Ensemble Benedetto Marcello con l’opera ritrovata di Gennaro D’Alessandro

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Musicista napoletano allievo del pugliese Leonardo Leo, Gennaro D’Alessandro rimane un autore del Settecento tutto da riscoprire. E l’Ensemble Barocco Benedetto Marcello, formazione partenopea da sempre impegnata nella riscoperta di opere di raro ascolto e rilevante interesse musicale, ha ricostruito (con tanto di incisione discografica per la Tactus nominata agli Icma Awards 2025, sezione Baroque Vocal) le vicende di un componimento di D’Alessandro che si credeva irrimediabilmente perduto dopo i bombardamenti di Dresda durante la Seconda guerra mondiale. Si tratta del dramma in musica l’«Ottone» su libretto di Antonio Salvi accomodato da Carlo Goldoni, che il festival itinerante Apulia Antiqua diretto da Giovanni Rota propone domenica 16 novembre (ore 18) a Monopoli, nel Monastero di San Leonardo, con l’esecuzione delle parti ritrovate di una successiva versione pensata per i teatri di Praga, Lipsia e Amburgo dal titolo «Adelaide, regina d’Italia».

Per l’occasione l’Ensemble Benedetto Marcello sarà composto da Francesco Di Vito (soprano maschile), Gianfranco Lupidii e Luca Matani (violini), Amedeo Grazia (viola), Graziano Nori (violoncello) ed Ettore Maria Del Romano (clavicembalo) e integrerà l’esecuzione delle pagine ritrovate di «Adelaide, regina d’Italia» con alcuni componimenti strumentali dello stesso D’Alessandro.

L’opera «Ottone» venne rappresentata per la prima volta al Teatro Grimani di S. Giovanni Grisostomo di Venezia nella stagione di carnevale compreso tra il 26 dicembre 1739 e il 31 gennaio 1740, al cospetto di Federico Cristiano Leopoldo, principe elettore ereditario di Sassonia (nonché dedicatario). E dopo un’impegnativa quanto lunga fase di ricerca, nel 2019 Giovanni Tribuzio ha potuto ricostruire il lavoro grazie a diverse fonti e testimoni. Una partitura, conservata nella Biblioteca Estense Universitaria di Modena, tramanda parzialmente l’opera di D’Alessandro (inclusi i recitativi e dieci arie) in un pasticcio confezionato da Paolo Scalabrini per la compagnia itinerante di Pietro Mingotti, vale a dire la nuova versione rappresentata come «Adelaide, regina d’Italia» nel 1744 nei teatri di Praga, Lipsia e Amburgo. Accanto a tale significativa identificazione si è aggiunta la scoperta di un cospicuo quanto prezioso nucleo di arie, già presenti nella biblioteca privata del compositore Everett Burton Helm (oggi ripartita tra la Lilly Library di Bloomington e la National Library of Australia di Canberra), che tramandano le fioriture originali delle rappresentazioni amburghesi del 1744.