Giovanni Paisiello Festival: appuntamento con “Duo 34” al Mudi di Taranto

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TARANTO – Ernesto Vetrano ha solo sette anni. E gli anni che lo dividono da Alberto Cacopardi, performer e ideatore di quel luogo “non fisico” del Teatro Danza che è la compagnia Tessuto Corporeo, sono trentaquattro.

Ci sono altre cifre a fare la differenza tra i due: il peso, l’altezza, il numero di scarpe.

Ma sono proprio gli anni che li separano a dare il nome al progetto “Duo 34”, che Cacopardi ha ideato con Ilaria Carlucci e presenta con il piccolo Ernesto al Giovanni Paisiello Festival diretto da Lorenzo Mattei per gli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”.

L’appuntamento è per lunedì 16 settembre (ore 21), al Mudi (Museo Diocesano) di Taranto, all’interno di una serata tutta dedicata al teatro, che nella seconda parte prevede “Con l’amore non si scherza”, omaggio all’indimenticato attore tarantino Tino Schirinzi, un protagonista della scena italiana negli anni d’oro del teatro di prosa.

Lo ricordano con un reading, Alla Munchebach, attrice, organizzatrice teatrale e autrice della biografia “Tino Schirinzi. Un mestiere costruito sull’acqua” (Edit@), e il regista e interprete Chicco Passaro, sostenuti dagli interventi musicali di Francesca e Daniela Schirinzi, rispettivamente violinista e violoncellista e familiari del grande Tino.

Musica e gesto si fondono, invece, in una perfetta unità di intenti e significati in “Duo 34” di Tessuto Corporeo, non una semplice compagnia ma un vero e proprio metodo basato sull’integrazione dei linguaggi artistici terapeutici, perlopiù pre-verbali.

Un metodo, dunque, che nasce dalla consapevolezza che la persona è composta da tessuti simbolicamente intesi, quelli esterni (vestiti, ruoli sociali, posture) e quelli più profondi (che hanno a che fare con l’immaginazione e l’emotività).

E “Duo 34” indaga l’individuo sul piano individuale e relazionale, spesso annullando le differenze d’età tra i due protagonisti in scena, portatori autentici della stessa fragilità umana, pronta a trasformarsi in urgenza vitale.

Le due anime non si annullano, anzi riverberano poeticamente l’essenza della relazione padre-figlio, oppure fratello maggiore-minore. E i piani si mescolano, rendendo trasparente la complessità delle relazioni umane, con l’adulto impegnato a contenere e proteggere e il bambino a nutrire l’anima, stupire e incantare, sino a far svanire le differenze e a fondere in un’unica persona i due protagonisti di questa performance sulla complessità dell’animo umano.

Un tema, quello della complessità umana, sicuramente caro a Tino Schirinzi, una vita in costante bilico tra Eros e Thanatos, tra l’infinita passione per il teatro, le donne, la cultura, l’impegno civile e una commovente lotta contro la malattia, che Alla Munchenbach e Chicco Passaro raccontano con una narrazione limpida e sincera in uno spettacolo ricco di aneddoti, ricordi e testimonianze in grado di condurre lo spettatore dritto al cuore dell’uomo e dell’artista, attraversando mezzo secolo di storia italiana.

Tarantino come Paisiello, pioniere prima e protagonista poi degli anni d’oro del teatro italiano tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta, Tino Schirinzi viene ricordato dal pubblico televisivo per aver magistralmente prestato il volto a Paganini e Majakovskij in due famosi sceneggiati di quegli anni, mentre altri lo ricordano anche per le sue straordinarie interpretazioni sui palcoscenici dei più importanti teatri italiani accanto a Piera Degli Esposti, Ottavia Piccolo e Paola Mannoni.

Il Giovanni Paisiello Festival è sostenuto da Mibact, Regione Puglia, Comune di Taranto, Fondazione Puglia e il supporto degli sponsor Conad, Basile Petroli, Interfidi e BCC di San Marzano.

Biglietti 10 euro. Info www.giovannipaisiellofestival.it