“Pasqua d’Autore”

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Foto di Enrico Scuro

TARANTO – Momento identitario della città e cause di forza maggiore. Parlare dei riti della Settimana Santa tarantina è compito assai arduo. Quasi tutto sembra già scritto, già detto, già vissuto, già teletrasmesso. Arriva, inopinatamente, il coronavirus, e molto diventa rimpianto del tempo perduto appresso alla Passione e alla Tradizione. Il Crest promuove “Pasqua d’Autore” con nuovi contenuti del palinsesto #comequandofuoripiove, l’attività online sul canale YouTube, visibile dal sito teatrocrest.it. Come al TaTÀ di via Deledda, o quasi.

Da mercoledì 8 aprile, sarà visitabile la mostra fotografica virtuale “Settimana Santa. Le processioni dell’Addolorata e dei Misteri. Taranto, marzo 1975” di Enrico Scuro (51 immagini in bianco e nero, slideshow, 9’50”). Quarantacinque anni fa. Da Bologna, un gruppo di universitari (Stefano Barnaba, Francesco Conversano, Massimo Marino ed Enrico Scuro), tutti pugliesi, scende a Taranto per documentare i riti popolari della Passione. Filma la domenica delle Palme le aste (“gare”, per i confratelli, per l’aggiudicazione dei simboli delle due processioni cittadine), il giovedì e il venerdì santo le processioni dell’Addolorata e dei Misteri. Nel marzo 2005, per la sezione dedicata ai documentari, categoria professionisti, il corto “I riti della settimana santa a Taranto” ottiene una menzione speciale dalla giuria, presieduta dal critico Morando Morandini, della prima edizione del concorso cinematografico nazionale “Premio Taranto Cinema”, promosso dall’assessorato comunale al marketing territoriale e politiche del lavoro. Nel 2007 Enrico Scuro, fotografo degli anni settanta, tarantino di nascita, digitalizza e mette online il suo archivio fotografico tirandolo fuori da un oblio di oltre venti anni. Tra gli innumerevoli scatti, anche il portfolio “La Taranto degli anni ‘70”, contenente tra le altre le immagini di una Taranto immersa nelle celebrazioni accanto ai “perdoni”, pubblicate per gentile concessione dell’autore.

Da venerdì 10 aprile, verrà proiettato il documentario “La Passione del Miracolo” di Edoardo Winspeare, Luca Benedetti, Paolo Carnera, produzione Saietta Film (2003, colore, 35 mm, 9′). Due i percorsi, il borgo nuovo e la città vecchia, con un passo lentissimo, un dondolio appena percettibile, la “nazzicata” dei confratelli incappucciati. La trilogia dei riti di Taranto (l’uscita delle “poste” dalla chiesa del Carmine e le processioni dell’Addolorata e dei Misteri) si svolge dal pomeriggio del giovedì santo alla mattina del sabato santo (con il rientro del “troccolante”, sempre al Carmine), quaranta ore in tutto, coinvolgendo l’intera città. Un atto collettivo di fede. Winspeare “adegua” la sua regia alla cadenza ipnotica del ritmo processionale, indugia su primi piani contriti ed estatici, isola dettagli “rivelatori”, si attarda sulla suggestione mistica del rito. Nessuna testimonianza, nessuna voce fuori campo “turba” il mistero. Solo la musica devozionale scandisce l’incedere austero e maestoso di questo imponente corteo. Più che un semplice documentario, una sorta di misteriosa trance collettiva, che ispira, nel settembre del 2013, l’ambientazione e alcune sequenze del film “Il Miracolo”, girato sempre a Taranto.

Da domenica 12 aprile, sarà in scena “Piuma e Schianto… se un angelo ti cade accanto” di Mauro Maggioni, con Pietro Minniti e Francesco Simon, scene Francesca Ruggiero, musiche Mauro Buttafava, luci Vito Marra, foto di scena Paolo Ruta, produzione Crest (1997, 60’). È una notte d’inverno. La neve ha coperto ogni cosa e il giovane Schianto, stralunato poeta clochard, si accinge ad affrontare l’ennesima notte all’aperto, quando uno strano personaggio irrompe nella sua vita: Piuma, un angelo. Per Schianto è solo uno dei tanti diseredati costretti a vivere ai margini della società. Uno come lui, forse un po’ più sfortunato di lui, visto che il povero Piuma non conosce nulla del mondo terreno. Da questo incontro nascerà un rapporto di profonda amicizia e solidarietà. Schianto si prenderà cura dello sfortunato angelo e Piuma regalerà un piccolo miracolo allo stralunato poeta. E la fredda notte passerà, tra consolazione e risate, danze scatenate e teneri sorrisi.