BARI – In un racconto breve, arguto e divertente (pubblicato in Italia da Adelphi, nel 2007), Alan Bennett ricostruì la nascita di una genuina passione per i libri della monarca più longeva nella storia d’Inghilterra. Lo scrittore e drammaturgo britannico raccontò, infatti, l’amore per la lettura della regina Elisabetta II, scomparsa lo scorso settembre. E lo fece in un libro, «La sovrana lettrice», che lunedì 13 febbraio (ore 20), nell’auditorium Vallisa di Bari, Paolo Panaro presenta in forma di lettura scenica nell’ambito del progetto «I racconti delle venti», ciclo inserito nella stagione teatrale della compagnia Diaghilev per celebrare il patrimonio dei capolavori della letteratura mondiale di tutti i tempi.
Nato a Leeds nel 1934, laureatosi in Storia a Oxford per poi diventare lui stesso docente di Storia medievale, Bennett ha poi preferito il teatro all’università, portando in scena la sua prima commedia nel 1968, «Forty Years On», primo capitolo di una serie di lavori, non solo teatrali, nei quali l’autore racconta le odissee dei suoi antieroi con uno humor penetrante, spesso trattando argomenti anche drammatici, ma sempre in tono leggero e ironico. Proprio come fece ne «La sovrana lettrice», in cui la regina d’Inghilterra, durante una cena ufficiale, pertanto nel corso di una circostanza che di solito non si presta a un disinvolto scambio di idee, chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet, scrittore francese a lungo considerato eretico e scandaloso, prima di essere riabilitato da Sartre. Viene subito da pensare che qualcosa dev’essere accaduto, se un personaggio pubblico come Elisabetta II, nota per la sua proverbiale sobrietà nell’utilizzare le parole, osa porre una domanda del genere.
E, in effetti, qualcosa di semplice è accaduto, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus della lettura a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali ripercussioni sul suo entourage, i sudditi, i servizi di sicurezza e, soprattutto, i lettori lo scoprirà solo chi arriverà sino in fondo al racconto. Perché oltre alle irrefrenabili risate, questa storia ci regala un sopraffino colpo di scena, uno di quei lampi di genio che fanno capire come mai Alan Bennett sia considerato un grande maestro del comico e del teatro contemporaneo.
Il ciclo «I racconti delle venti», programmati, per l’appunto, alle ore 20, proseguirà con «Decameron» di Giovanni Boccaccio (20 febbraio), «Le due zittelle» di Gioacchino Landolfi (6 marzo), «Baldus» di Teofilo Folengo (27 marzo), «Memorie di Adriano» di Margherite Yourcenar (17 aprile), «Il viaggio di Ulisse» da Omero (24 aprile) e si concluderà con «Perros d’España» di Fabrizio Dentice (12, 13 e 14 maggio).
Prenotazioni al numero 333.1260425. Biglietti online sul circuito Vivaticket.