È stata proiettata a Roma presso lo Spin Time Labs l’anteprima del documentario “Sulla pelle dei civili” del filmaker e reporter Roberto Di Matteo che racconta fatti e testimonianze della guerra in Ucraina.
La colonna sonora del documentario è stata affidata all’autore e compositore barese Claudio Buttaro.
Ciao Claudio e complimenti. Come è andata questa trasferta romana?
È stata una bellissima esperienza, emozionante e costruttiva. Il nostro lavoro è stato molto apprezzato sia dal pubblico che dagli addetti del settore.
Nella realizzazione della colonna sonora quale metodologia hai usato?
Un lavoro di questo tipo richiede un approccio diverso ogni volta, è necessario osservare attentamente, dialogare e ascoltare l’autore per allineare il mio stile a quello dell’opera a cui sto partecipando. Dopo questa fase riesco a capire il modo in cui muovermi, gli strumenti da usare ed infine una parte di improvvisazione in cui provo a suonare con libertà sulle immagini.
Quali sono le tecnologie che usi per realizzare le musiche?
Lavoro solitamente con strumenti da band, basso, chitarra, batteria, tastiera; parto da questi per poi utilizzare strumenti elettronici, sintetizzatori, sequence, a volte in base alle immagini uso anche suoni orchestrali virtuali cercando di trovare soluzioni che possano rendere le sensazioni sonore più simili a quelle di strumenti d’orchestra.
Come hai scelto i brani?
Ho individuato varie fasi emotive inserite nella struttura del reportage; in particolare essendo diviso in quattro capitoli ho cercato di adeguare i brani alle varie atmosfere create dalle immagini e dalle testimonianze rispettando anche i momenti di silenzio musicale, elemento alle volte fondamentale. Ho cercato di creare un livello di coinvolgimento più alto possibile
Sappiamo che sei un amante del rock e dell’hard rock… È stato difficile per te distaccarti da questo genere musicale?
Non è stato un distacco vero e proprio poiché ho cercato di mantenere il mio stile compositivo e “sonoro” applicandolo all’uso di strumenti diversi da quelli che abitualmente utilizzo nei miei brani. Sotto il profilo melodico ho cercato di mantenere una coerenza di fondo
Sarebbe importante per te pubblicare questa colonna sonora su un supporto fisico?
Credo che la possibilità di dare un supporto fisico al proprio lavoro restituisce alla musica una dignità che le pubblicazioni digitali non possono dare. Stampare su un disco o cd dona l’idea di eternità all’opera.
Le parole dell’autore del reportage Roberto Di Matteo:
Ciao Roberto, cosa cercavi dalla colonna sonora?
Dalla colonna sonora mi aspettavo un racconto calzante, un tappeto che aiutasse la narrazione, la comprensione degli eventi che stavano andando in video… La musica è stata perfetta perché si è adattata benissimo al racconto per cui non è stato un semplice accompagnamento ma uno degli intrecci che hanno fatto parte di tutta l’opera audio-video adattandosi perfettamente…
Puoi parlarci della collaborazione con Claudio?
È stato un incontro casuale… Ho ascoltato alcune sue idee e si è instaurata subito una bella sintonia. È stato un apprendimento reciproco che si è consolidato nel tempo e che decisamente ha funzionato